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Pio la Torre |
PALERMO – Volle con tutte le sue forze una legge che introducesse nel codice penale italiano il reato di associazione mafiosa. E, con la stessa determinazione, volle che ai boss di Cosa Nostra fossero sequestrati e confiscati i beni di provenienza illecita. Per questo, e perché si batté per la pace e contro l’istallazione dei missili Cruise a Comiso, Pio la Torre fu assassinato la mattina del 30 aprile 1982 in via Turba, a Palermo, insieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo. A ricordarli, ieri mattina, sul luogo del tragico agguato mafioso di 29 anni fa, insieme ai familiari e ai vertici del Pd, della Cgil e del Centro “La Torre”, c’erano l’assessore del comune di Palermo Maurizio Carta, l’assessore provinciale Dario Falzone, il prefetto Giuseppe Caruso e i rappresentanti delle forze di polizia. Proprio la Fillea, il sindacato degli edili della Cgil, e il Centro “Pio La Torre” hanno voluto organizzare a Palermo il 29 e 30 aprile un convegno nazionale sul tema della bonifica e della reimmissione sul mercato delle imprese delle costruzioni sequestrate e confiscate alle mafie. «È il nostro modo di ricordare un uomo come La Torre, che per primo ha indicato strumenti di contrasto efficaci contro la mafia», ha detto il presidente del Centro, Vito Lo Monaco. Totò Lo Balbo, segretario nazionale della Fillea, ha illustrato invece le proposte del sindacato per tutelare i lavoratori delle imprese confiscate e favorirne la re immissione sul mercato. La Fillea-Cgil ropone la cassa integrazione per gli operai, la sospensione delle azioni di rivalsa nei confronti delle imprese, l’istituzione dell’albo degli amministratori giudiziari e un work tutor designato congiuntamente dalle organizzazioni sindacali e datoriali per accompagnare le imprese confiscate nella ricollocazione sul mercato. Su queste proposte, il 29 aprile a palazzo Steri, si sono confrontati Maurizio Calà, segretario della Cgil di Palermo, il prof. Giovanni Fiandaca, il giudice Francesco Menditto di Napoli, il pm Gaetano Paci di Palermo, il dott. Dario Caputo dell’Agenzia per i beni confiscati, e Serena Sorrentino, segretaria nazionale della Cgil. Il 30, invece, nella sala gialla di Palazzo dei Normanni, il confronto e continuato tra Walter Schiavella, segretario generale della Fillea nazionale, la segretaria generale della Cgil Sicilia Mariella Maggio, il rappresentante dell’Ance Andrea Vecchio, Claudio Giardullo, del Silp-Cgil, e Giacomo Messina, presidente della coop Calcestruzzi Ericina Libera di Trapani.
Dino Paternostro
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