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Totò Riina |
La pena all'ergastolo per il boss mafioso Salvatore Riina e' stata chiesta dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia al termine della sua requisitoria nel processo per il sequestro e l'omicidio del giornalista Mauro De Mauro. "Il pm ritiene che si sia provato che Mauro De Mauro venne ucciso da uomini di Cosa nostra su disposizione di quelli che all'epoca dei fatti disponevano del potere decisivo di Cosa nostra - ha spiegato ancora il procuratore aggiunto Ingroia durante la requisitoria prima di chiedere la pena all'ergastolo per Riina - Tra i mandanti e gli esecutori del delitto c'erano i componenti del 'triumvirato' di Cosa nostra su cui si sono acquisiti elementi idonei per affermare la responsabilità personale dell'unico rimasto in vita: Salvatore Riina, che diede ordine agli uomini di Cosa nostra di prelevare, sequestrare e uccidere Mauro De Mauro perchè gli venisse impedito di proseguire la sua meritoria opera di inchieste sulla mafia". Poi, il magistrato che rappresenta l'accusa insieme con il pm Sergio Demontis continua: "Non credo siano una coincidenza i depistaggi e le deviazioni nel caso De Mauro". E parla di "strane condotte dei carabinieri" all'epoca del delitto, sul cui coinvolgimento "nel Golpe Borghese sono emersi indizi". Secondo il magistrato l'omicidio De Mauro non e' stato fatto solo "nell'interesse di Cosa nostra". E conclude il suo intervento: "Chiedo che venga dichiarata la colpevolezza di Salvatore Riina per il reato ascritto e l'isolamento diurno per tre anni". L'unico imputato, Salvatore Riina, collegato in videoconferenza, ha assistito in silenzio alla richiesta di pena all'ergastolo. L'udienza è stata rinviata al prossimo 6 maggio per le parti civili e per il primo intervento della difesa di Riina. Durante la requisitoria il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, prima di chiedere la pena all'ergastolo alla Corte d'Assise ha ricostruito gli ultimi anni di vita del giornalista Mauro De Mauro, sequestrato e ucciso il 16 settembre 1970 a Palermo. De Mauro sarebbe stato ucciso per la ''convergenza di più causali''. In particolare, il magistrato ha parlato di due piste: il tentato golpe borghese e la pista della morte di Enrico Mattei, presidente dell'Eni morto in un misterioso incidente aereo nell'ottobre del '62 nel pavese. De Mauro, secondo la Procura di Palermo potrebbe essere stato prima sequestrato e poi ucciso ''per evitare lo svelamento della trama'' sulla morte di Mattei. L'altra pista, il golpe Borghese, secondo la Dda di Palermo, è ''convergente'' per l'uccisione del giornalista. De Mauro sarebbe venuto a conoscenza di un progetto eversivo che vedeva il coinvolgimento di uomini dei servizi segreti, Cosa Nostra e ambienti neofascisti. A parlare delle due piste, il golpe e il caso Mattei sono stati anche alcuni collaboratori di giustizia, come Antonino Calderone, Gaetano Grado e più di recente Rosario Naimo. Alla fine, però, la decisione di uccidere il giornalista de 'L'Ora'' sarebbe stata di uno dei tre componenti del triumvirato di Cosa Nostra nel '70, cioè il boss Toto' Riina. Il processo proseguirà adesso il 6 maggio per ascoltare le tesi difensive delle parti civili, l'ordine dei giornalisti e i congiunti di De Mauro, e con ogni probabilità anche il primo dei difensori di Totò Riina.
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