Rosa Faragi durante il suo intervento a Bisacquino |
“Facciamo l’ipotesi che il partito al potere voglia istituire una larvata dittatura. Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali e comincia allora a trascurarle a screditarle ad impoverirle. Comincia a favorire le scuole private, ma non tutte, alcune e..consiglia i ragazzi di andare in quelle in cui gli esami sono più facili, si studia di meno e si riesce meglio. L’operazione si fa in tre modi. Primo: rovinare le scuole di stato, lasciare che vadano in malora, impoverire i loro bilanci, ignorare i loro bisogni; Secondo: attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private, non controllarne la serietà; terzo: dare alle scuole private denaro pubblico e questa è la fase più pericolosa; tuttavia, v’è un pericolo ancora più grande, il pericolo del disfacimento morale, del senso di sfiducia, di cinismo che si va diffondendo, il tramonto delle idee semplici della vecchia scuola! La serietà, la precisione, l’onestà, la puntualità, l’idea cioè che la scuola sia formativa di caratteri onesti e leali! Si va invece diffondendo l’idea che tutto questo , oggi, non vada più bene, che oggi, invece, quello che conta siano gli appoggi , i privilegi, le raccomandazioni, le scorciatoie disoneste”. In sostanza , quello che oggi spaventa, come ebbe a scrivere circa 60 anni fa Pietro Calamandrei sono: i disonesti, gli uomini senza carattere, senza fede, senza opinioni, che una volta erano “fascisti, poi a parole antifascisti, poi sono tornati sotto svariati nomi fascisti nella sostanza, nel senso di profittatori di regime”. Ma c’è un altro pericolo più grave: quello di lasciarsi vincere dallo scoramento... e questo non dobbiamo permetterlo. Oggi , noi donne, siamo qui per questo…per intraprendere un percorso di rottura... per cercare di abbattere comportamenti rigidi e storture che ostacolano la capacità di operare unite.Tante donne prima di noi si son battute e hanno consegnato all’intera società un patrimonio di diritti che noi donne, oggi vediamo in pericolo e che abbiamo il dovere più che mai, di difendere. Tocca a noi che abbiamo scelto di impegnarci alla costruzione di una società libera da ricatti, soprusi, violenze di ogni genere, assumere il testimone, per continuare a lottare per acquisire altri diritti che guardino all’intera società,non solo all’universo femminile, come la pienezza della cittadinanza e lo sviluppo della democrazia.
Assumiamo come vitale priorità la formazione delle nuove generazioni, la libertà dell’insegnamento , la valorizzazione della cultura e dell’arte messe in pericolo. Si richiede oggi alle donne un atto di generosità e di coraggio. “Se non ora quando” è lo slogan di questi giorni, per fermare la degradante e complessa situazione italiana. La festa per i 150 anni dell’Unità d’ Italia deve servire per ridare slancio ai valori autentici del nostro popolo italiano, valori, anche laicamente intesi: affetti, famiglia, figli, lavoro onesto, merito, dignità, e in quelli fondanti della uguaglianza e della democrazia. In Italia è stata fatta terra bruciata, da troppi anni, del significativo e straordinario apporto della parte più sana del paese che è quella rappresentata dalle donne, donne, che a parte qualche eccezione,non siedono mai nei tavoli dove si effettuano scelte decisive. I costi sociali li stiamo già pagando. Donne bisacquinesi, corleonesi ,prizzesi.. se non ora quando, che siamo offesi quotidianamente nella dignità di persone. Sorvegliamo affinché i mass media, asserviti al mercato, non offendano ulteriormente le nostre ragazze,”ragazze che si son stese sui libri e non nei letti dei potenti” per citare altro slogan che scorre su internet.. Son venuta fin qui per condividere con voi queste cose. Allora…se non Ora ,QUANDO? Grazie.
Rosa Faragi
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