L'incontro con gli studenti dell'istituto d'arte |
Un grande albero di magnolia svetta da ieri nel giardino dell’istituto d’arte di Montemurlo. Una pianta simbolo di dignità e perseveranza contro tutte le ingiustizie che l’amministrazione comunale e gli studenti hanno voluto dedicare, in occasione della tappa montemurlese della Carovana internazionale antimafie, al ricordo delle vittime innocenti della strage mafiosa dei Georgofili, che sconvolse Firenze nella notte tra il 26 ed il 27 maggio 1993.
Al dibattito su giustizia e legalità nell’auditorium della scuola erano presenti Maurizio Pascucci dell’associazione “Liberaci dalle spine”, che ha illustrato agli studenti l’esperienza dei campi di lavoro nelle terre confiscate alla mafia, che si svolge ogni anno nel periodo estivo a Corleone in Sicilia, in Calabria e in Puglia e che ha già visto impegnati oltre mille ragazzi da tutta Italia, Salvatore Ferrara che dirige la Cooperativa “Lavoro e non solo” di Corleone e Dino Paternostro, segretario della Camera del Lavoro, sempre di Corleone.
Una magnolia per le vittime della strage dei Georgofili |
Erano inoltre presenti la nuova coordinatrice di “Libera” Prato, Roberta Roberti, Ettore Nespoli, referente per i diritti dell’ Arci di Prato, il sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini e l’assessore alla Cultura, Ilaria Maffei, che ha ricordato l’impegno dei Comuni della Provincia, che all’inizio di marzo hanno firmato, alla presenza di Pier Luigi Vigna, un protocollo d’intesa per l’apertura di uno Sportello per la legalità, in collaborazione con la fondazione Caponnetto, impegnata da ormai otto anni a sensibilizzare la Toscana di fronte ai pericoli della criminalità organizzata. “Spero che questa giornata con la Carovana abbia trasmesso agli studenti il valore dell’impegno – conclude l’assessore Maffei – La mafia si alimenta, infatti, dell’omertà e dell’indifferenza di quanti tacitamente accettano l’illegalità.” Per aiutare concretamente, invece, quanti si stanno impegnando per far crescere la legalità nelle terre una volta appartenute ai mafiosi è possibile acquistare i prodotti delle cooperative che lavorano in queste zone e che lottano ogni giorno contro un muro di paura, intimidazioni e isolamento.
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