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Bernardo Provenzano |
PALERMO - Il boss Bernardo Provenzano, arrestato nel 2006 dopo 43 anni di latitanza, ha chiesto di uscire dal supercarcere di Novara, dove si trova in isolamento, per motivi di salute. L'ex capo del clan dei corleonesi ha chiesto e ottenuto una perizia medica, per accertare le proprie condizioni si salute e l'eventuale compatibilità con la permanenza in carcere. Provenzano ha appena compiuto 78 anni, e sarebbe affetto da sindrome parkinsoniana; nelle scorse settimane sarebbe stato colpito anche da un'ischemia. Dopo una prima serie di controlli e analisi sarà comunque necessario un ulteriore approfondimento diagnostico, che è stato affidato ieri a Oscar Alabiso, primario di oncologia dell'azienda ospedaliera Maggiore della carità di Novara. Il medico avrà un mese di tempo per valutare la recidiva del tumore alla prostata, operata nel 2003 a Marsiglia, quando Provenzano era latitante. "Provenzano non può chiedere nessuna clemenza allo Stato, dopo che lo ha devastato con le stragi e corroso con un sistema di collusioni senza precedenti. Lo Stato a Provenzano può offrire solo una opportunità, prevista dalla legge: la possibilità di collaborare. Altre vie devono essere sbarrate", dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia. "Provenzano - ha aggiunto Lumia - ha partecipato alle guerre di mafia degli anni 70 e 80. Ha avuto un ruolo nelle stragi e subito dopo ha traghettato Cosa nostra verso un cambio di strategia, archiviando lo scontro con le istituzioni. Pertanto, bisogna essere molto severi e rigorosi e colpire il sistema mafioso da lui costruito. Un sistema ancora in piedi, gestito da Matteo Messina Denaro, fatto di rapporti con settori deviati dello Stato, della politica dell'economia e della società".
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