L'ospedale Ingrassia |
Mancano i medici in sala operatoria e chiude il reparto di chirurgia generale dell'ospedale Ingrassia. In servizio ci sono solo quattro camici bianchi per 16 posti letto
Negli ospedali di Palermo si passa da un'emergenza a un'altra. Dopo la carenza di posti letto, che ha gettato nel caos il Civico e l'Ospedale dei Bambini, esplode l'emergenza chirurghi all'Ingrassia. Ieri la direzione generale dell'Asp ha sospeso l'attività della chirurgia generale per mancanza di medici. A complicare le cose un guasto alla rete idrica, che ha lasciato senz'acqua la struttura di corso Calatafimi. Il guasto è stato riparato nel tardo pomeriggio, ma per tutta la giornata i rubinetti sono rimasti asciutti. Non si è ancora trovato rimedio, invece, alla cronica carenza di personale in chirurgia generale. Durante le vacanze natalizie, sono rimasti in servizio solo 4 chirurghi, di cui uno non idoneo, per 16 posti letto. In sala operatoria si sono dati il cambio solo tre camici bianchi, costretti a turni massacranti e ad annullare le ferie già in calendario. La situazione è precipitata in questi giorni, con la malattia di altri due medici. Di qui la chiusura momentanea: "Il provvedimento è stato reso necessario per una drastica riduzione del personale. I servizi - si legge in una nota dell'Asp - vengono garantiti dalle molteplici strutture pubbliche e private accreditate della città. Gli utenti che dovessero accedere con mezzi propri al Pronto soccorso dell'ospedale e che abbiano necessità di interventi di tipo chirurgico, saranno presi in carico, stabilizzati e trasferiti in altre strutture". L'allarme sulla carenza di personale era stato già lanciato dalla Cgil medici, che aveva chiesto l'integrazione di almeno altri due chirurghi. La scorsa settimana l'Asp ha assegnato un incarico a tempo determinato, ma l'assegnatario si è infortunato il primo giorno di lavoro. L'Asp assicura che si è provveduto a rimpolpare la pianta organica e rassicura gli utenti: "La chiusura è limitata ad un brevissimo periodo. L'azienda di fronte all'improvvisa e drastica riduzione dei chirurghi in servizio, ha preferito non esporre i pazienti a rischio clinico".
La Repubblica, 9 febbraio 2011
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