Mario Mori |
Il generale Mario Mori ha reso dichiarazioni spontanee nel processo in cui è imputato per la mancata cattura di Bernardo Provenzano. Dell'ex ministro ha detto: "Cambiò atteggiamento sul mantenimento del 41 bis per i mafiosi" L'ex ministro della Giustizia Giovanni Conso "cambiò atteggiamento sul mantenimento del 41 bis per i mafiosi". A sostenerlo è il generale Mario Mori che ne ha parlato rendendo dichiarazioni spontanee nel processo di Palermo in cui è imputato per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura di Bernardo Provenzano. In particolare Mori accusa Conso di avere cambiato idea sul 41 bis tra quanto dichiarato nel 2002 alla Procura di Firenze, quando si era detto favorevole al mantenimento del carcere duro, e quanto sostenuto davanti alla Commissione nazionale antimafia nel novembre del 2010, quando disse di avere assunto, nel '93, autonomamente la decisione di revocare ad alcuni boss il 41 bis. Mori ha portato in aula le dichiarazioni rese da Conso davanti al pm di Firenze, oggi morto, Gabriele Chelazzi il 24 settembre del 2002. In quell'occasione Conso, parlando dell'ex dirigente del Dap Nicolò Amato che nel '93 aveva parlato di una "applicazione selettiva" per il 41 bis, aveva dichiarato: "Il tema del rinnovo dei decreti ex 41 bis era in quel momento senz'altro prematuro e quindi io mi riservavo di farne oggetto di più aggiornate meditazioni. E feci bene perché gli eventi successivi e in particolare la strage di Firenze mi convinsero nel modo più assoluto della necessità di mantenere fermo il 41 bis e di rinnovarne i decreti". Mori ha aggiungo: "L'atto venne chiuso senza che il professore Conso facesse menzione della successiva, repentina modificazione del suo atteggiamento se è vero che il 1° novembre del '93, solo quattro mesi dopo la sua decisione 'chiara e convintà di confermare i decreti relativi ai detenuti mafiosi allo scadere di un blocco di 140 provvedimenti adottati sulla base del 41 bis, egli non li rinnovò, malgrado che, in tempi successivi alle sue precedenti difformi decisioni, alla fine di luglio, si fossero verificati anche gli attentati di Roma e Milano".
La Repubblica-Palermo, 8.2.2011
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