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Domenico Giannopolo |
“APS (la holding privata che gestisce il servizio idrico in 53 Comuni della provincia di Palermo) è con l'acqua alla gola e propone ciò che negli anni '70 amava definirsi a proposito del capitalismo italiano e dei boiardi di Stato " socializzare le perdite e privatizzare i guadagni". Difatti APS (Acque Potabili Siciliane) indebitata complessivamente in appena tre anni di gestione per oltre 34 milioni di euro , propone di trasformare i crediti degli enti pubblici verso la stessa APS (tra questi creditori c'è l'Amap, Siciliacque, la Provincia e alcuni Comuni) in quote azionarie di una nuova società APS nella quale la vecchia compagine avrebbe solo il 30% di quote (in linea con il decreto Ronchi) e il restante 70% in capo ai soggetti pubblici creditori. In questo modo APS eviterebbe il fallimento attraverso un concordato con i creditori che li trasforma da creditori in proprietari del nulla e alla fine del percorso in debitori a loro volta. Inoltre APS si rifiuterebbe in questo momento di avviare lavori per 18 milioni di euro in quanto la metà circa di questi importi dovrebbero essere sborsati dalla stessa APS e la restante parte dai soldi della finanza pubblica. Occorre affermare a questo punto; a) APS rinunci al servizio e paghi il danno prodotto consentendo all'ATO Idrico di rivalersi sulla nuova fideiussione o qualora permanga la volontà a non rinnovare la fideiussione (atto dovuto per legge) accetti la decadenza della decadenza della convenzione in danno; b) la gestione provvisoria del servizio passi all'Amap per la città di Palermo e nei 26 Comuni gestiti dall'ex Eas con assorbimento della manodopera in forza ad APS, c) il servizio torni alla gestione dei Comuni nella restante parte nelle more dell'esito referendario, d) il governo regionale ricontratti con il governo nazionale l'utilizzo dei finanziamenti pubblici per le infrastrutture idriche, fognarie e depurative a favore degli enti pubblici (Comuni, Amap etc), e) si approvi un nuovo Piano d'ambito e una gestione del servizio in capo ad una Azienda Speciale con possibilità di salvaguardia delle gestioni preesistenti efficienti. Il fallimento di APS e della privatizzazione dell'acqua a Palermo non può essere l'ulteriore beffa oltre che il danno per le nostre comunità e per gli utenti.”
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