Il corteo di Termini Imerese |
OPERAI DA TUTTA LA SICILIA - Gli operai urlano slogan contro Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat: «Termini Imerese non si tocca, la difenderemo con la lotta». Quando il corteo è passato davanti un patronato della Uil, un gruppo di metalmeccanici ha gridato: «Venduti, buffoni, cannavazzi (strofinacci)». In piazza ci sono metalmeccanici provenienti da ogni parte della Sicilia. Da Messina gli operai della raffineria di Milazzo, delle Acciaierie, della Sicem, Tozzi Sud, Cantieristica Palumbo; da Catania i lavoratori della StMicroelectronics, della Sielte e delle Acciaierie del Sud; da Siracusa le tute blu del Petrolchimico, della Pontisol e della Sinaservice; gli operai di Metra da Ragusa, dei cantieri navali e della Lombardo da Trapani. Sfilano anche gli operai del Petrolchimico di Gela e quelli di diverse aziende del palermitano: Fincantieri, Keller, Imesi e i lavoratori delle installazioni telefoniche.
SARACINESCHE ABBASSATE - Mentre gli operai sfilano i commercianti, in segno di solidarietà, hanno abbassato le saracinesche dei loro negozi. Le scene si sono susseguite lungo il tragitto che sta conducendo i metalmeccanici della Fiom in piazza Duomo, a Termini Imerese per la conclusione dello sciopero. Gli operai intonano canti, tra cui la famosa canzone popolare "Ciuri ciuri", intercalando alle strofe invettive contro Berlusconi e Marchionne. In piazza, a fianco agli operai, ci sono anche diversi esponenti politici, tra cui il senatore del Pd Giuseppe Lumia, il senatore di Idv Fabio Giambrone e i segretari siciliani di Sel e Federazione della sinistra, Erasmo Palazzotto e Luca Cangemi. Tanti i rappresentati delle varie categorie della Cgil, oltre alla segretaria generale Mariella Maggio. «Oggi la Cgil è a fianco dei metalmeccanici», dice Serena Sorrentino della Segretaria nazionale della Cgil, «in difesa del contratto nazionale di lavoro e dei diritti. Qui a Termini Imerese c’è la grande vertenza Fiat, chiediamo al governo di ricoprire un ruolo determinante nelle scelte che riguardano lo stabilimento siciliano, bisogna tutelare i posti di lavoro ma dare anche una prospettiva seria e concreta di sviluppo in questo territorio».
Redazione online, 28 gennaio 2011
Nessun commento:
Posta un commento