L'intervento di Susanna Camusso |
Venerdi a Palermo, nella sala delle Capriate del Palazzo Chiaramonte Steri, si è svolto un interessante incontro sulla ripubblicizzazione dell'acqua "Riprendiamoci il presente costruiamo il futuro", organizzato dal coordinamento Enti locali Acqua bene comune e dal comitato promotore della legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico.
Tra i Sindaci anche quello del Comune di Bisacquino Filippo Contorno e ovviamente non c'era il Sindaco di Corleone Iannazzo, che come ben sanno tutti ha sin dall'inizio ceduto le reti idriche della città ad acque potabili siciliane. La sala piena di tanti rappresentanti del movimento per l'acqua pubblica, provenienti da tutta la Sicilia. Presente il magistrato Antonio Ingroia che ha parlato di come la mafia ha interesse ad aggredire i diritti primari. "Non vorrei che si tornasse alla mafia dei pozzi. Non ho competenze specifiche ma so che dove ci sono interessi c'è sfruttamento della mafia". Antonella Leto della CGIL Sicilia ha ricordato che la Corte Costituzionale ha ammesso due quesiti su tre e che si andrà a votare in primavera. Inoltre ha detto che l'incontro è stato voluto per sollecitare l'Assemblea Regionale a discutere e approvare il disegno di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua e ha chiesto alla Regione Siciliana di bloccare tutte le iniziative di privatizzazione. Moderatore il Sindaco di Bivona (PA) On. Giovanni Panepinto che si è fatto portavoce di quei tantissimi Sindaci della Sicilia che non hanno ceduto le reti idriche e che hanno deliberato in favore della legge di iniziativa popolare. Di spessore l'intervento del giurista Luca Nivarra che ha parlato del risultato positivo ottenuto attraverso la proposta dei quesiti referendari ed ha espresso condivisione per la legge di iniziativa popolare presentata alla Regione Siciliana. La Sicilia essendo a Statuto Speciale ha competenza esclusiva in materia di acque pubbliche, che per il giurista non sono in contraddizione né con l'art. 117 della Costituzione né contro il diritto comunitario. Sostanzialmente possiamo dire che la legge di iniziativa popolare punta alla gestione pubblica dell'acqua.Dopo l'intervento di Giuseppe Notarstefano, Direttore dell'ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, ha preso la parola il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso. «L'acqua deve esser pubblica perché vuol dire esser contrari alla disuguaglianza, perché in molte parti del mondo si muore per l'acqua, perché non essendo un prodotto l'acqua deve esser immediatamente nella disponibilità dei cittadini. I beni indispensabili devono esser garantiti dallo Stato. Tali beni devono essere fruibili da parte di tutti", ha concluso, sottolineando che le battaglie si fanno e si possono anche vincere.Fonte: Corleone-Dialogos
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