giovedì, novembre 04, 2010
L'analisi è del Cerdfos. Il 40,3% dei siciliani prossimo alla povertà
PALERMO - Il 40,3% della popolazione siciliana ha un reddito talmente basso da potere essere considerato povero o prossimo alla povertà. La Sicilia, inoltre, si presenta oggi come una delle regioni italiane, tutte del Mezzogiorno, con grandi disuguaglianze nella distribuzione del reddito. L'analisi è del Cerdfos, il centro studi della Cgil siciliana, ed è stata presentata oggi dal presidente Giuseppe Citarrella in apertura del dibattito "Vecchie e nuove povertà", nell'ambito delle "Giornate dell'economia del Mezzogiorno" organizzate dalla Fondazione Curella. L'indagine del Cerfdos rivela che su 2.700.000 famiglie in Italia che si trovano nella soglia della povertà relativa, il 18% pari a 480 mila famiglie, sono in Sicilia (la regione ha una popolazione pari all'8% del totale nazionale). Citarrella ha anche sottolineato l'incidenza del numero degli "scoraggiati" sul totale nazionale: 322.000, pari al 23%, sul dato italiano di 1.389.000. "Sono gli 'scoraggiati', sintomo del disagio dell'occupazione giovanile, - ha sostenuto il presidente del Cerdfos - a fare lievitare il tasso di disoccupazione reale della Sicilia fino al 27%". A "soffrire" di più in una situazione di crisi generalizzata sono appunto i giovani il cui tasso di disoccupazione raggiunge il 38,5% (Italia 25,4%), che diventa 44,2% se si considera il solo segmento femminile. L'andamento della cassintegrazione peraltro, secondo al Cgil, "segnala che la crisi è ancora in atto con tendenza in Sicilia ad aggravarsi". Il Cerdfos rileva infatti che tra gennaio e settembre 2010 a livello nazionale la cassintegrazione è aumentata del 50,5%, mentre in Sicilia del 53,5%. Quanto alla sperequazioni economiche e sociali, il centro studi della Cgil segnala che la Sicilia si distingue per "reddito medio tra i più bassi d'Italia e maggiore concentrazione della ricchezza (indice di Gini)". "La ricchezza, cioè - ha spiegato Citarrella - è in poche mani, come dice un indice di Gini attorno al 35%, a fronte di tante persone in situazione di disagio".
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