di Lirio Abbate e Paolo Biondani Su escort e politica si indaga a Milano e a Palermo. E l'interesse dei giudici non è certo rivolto alle prestazioni del premier. Ci si chiede, piuttosto, da dove e attraverso chi arrivava la droga di cui parlano le ragazze
(L'Espresso, 04 novembre 2010)
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Emilio Fede e Lele Mora |
Si allunga da Milano a Trapani l'inchiesta sul giro di escort che sta facendo tremare il governo: l'incrocio tra indagini diverse sta alzando il sipario non solo su presunte feste a base di sesso, con ragazze anche minorenni, nelle dimore di Silvio Berlusconi, ma anche su forniture di stupefacenti all'ombra della criminalità organizzata. Due inchieste parallele, una a Milano e una a Palermo, con personaggi comuni: escort che frequentavano le serate del premier, ma sempre attraverso la mediazione di Lele Mora. Le ragazze venivano portate ad Arcore, secondo l'accusa milanese, da Mora, fabbricante di carriere tra tv e discoteche, sul quale è in corso una nuova istruttoria per verificare lo spessore dei suoi rapporti con il sottobosco criminale. E l'inchiesta nata in Sicilia, oltre ad avere individuato fanciulle mandate a villa Certosa sempre da Mora, ricostruisce party con i politici - ma senza riferimenti al Cavaliere - con l'ipotesi che vi venisse spacciata cocaina fornita da trafficanti vicini a Matteo Messina Denaro: il padrino latitante di Cosa Nostra.
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