CORLEONE – Oggi è stata una bellissima giornata: a migliaia, i cittadini della zona del corleonese hanno alzato la testa, rivendicando a schiena dritta il loro diritto alla salute. Quanti eravamo: tremila, quattromila, cinquemila. Sicuramente tanti, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, ragazze e ragazzi, uniti dall’idea di appartenere ad una comunità che non vuole essere marginalizzata, che ha diritto a vivere serenamente, che non vuole essere privata del suo ospedale.
Un messaggio lanciato unitariamente da tutte le istituzioni e da tutte le forze politiche della zona, dalle organizzazioni sindacali (Cgil in testa), dalle organizzazioni professionali e dalle associazioni culturali. E che la gente ha raccolto con grande prontezza. Come non accadeva da tempo, da troppo tempo. L’ultima grande manifestazione per l’ospedale è stata fatta nel 1994 e allora si conquistò il finanziamento di due nuove ali. Poi tanti anni di politica politicante, tutta giocata sul piccolo, miserabile clientelismo (tu trasferisci un infermiere a me ed io do un voto a te…), che ha lasciato incancrenire i problemi. Fino all’accorpamento dell’ospedale di Corleone con quello di Partinico, alla perdita di autonomia e al progressivo decadimento, firmato Lagalla-Iacolino, il precedente assessore alla sanità e il precedente direttore generale. Da tempo la Cgil aveva lanciato un grido d’allarme sul processo di depotenziamento. Ma i sindaci, a cominciare da quello di Corleone, non sentivano. Finalmente, col centro-destra all’opposizione alla Regione, è stato tutto più facile. La prima iniziativa, nella primavera scorsa, per reagire alla cancellazione della Psichiatria e alla trasformazione in “punto-nascita” dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia. Abbiamo incontrato l’assessore Russo a Palermo, poi è stato lui a venire a Corleone. E i risultati si sono visti: nell’ospedale è stato reistituito il servizio di Psichiatria e il punto-nascite e ritornato U.O. di Ostetricia e Ginecologia. Con la pianta organica tutto è precipitato di nuovo: tagli di qua e tagli di la, col pericolo di un ospedale ridimensionato e dal futuro certamente poco roseo. La protesta stavolta è sfociata nella grande assemblea di domenica 21 novembre e poi nella grande manifestazione di stamattina. “L’ospedale non si tocca!”, hanno gridato migliaia di cittadini. E gli studenti delle scuole superiori “okkupate” hanno scelto di partecipare alla lotta per il diritto alla salute. Uno di loro ha parlato dal palchetto, spiegando che anche i giovani sono interessati al futuro del territorio. Tutti gli interventi (dai più sereni ai più “agitati”) hanno rivendicato il diritto ad avere un presidio ospedaliero in grado di tutelare la salute dei cittadini. Adesso la parola passa all’assessore Massimo Russo e al direttore generale Salvatore Cirignotta, dai quali ci si aspetta che convochino immediatamente i rappresenti del Comitato promotore della lotta, per aprire un tavolo di trattativa vera. La richiesta è stata avanzata da tutti i rappresentanti del Comitato Non chiediamo la luna, ma medici, infermieri, ausiliari e operai sufficienti, in grado di far funzionare al meglio i servizi ospedalieri. E poi la strumentazione tecnologica necessaria per effettuare in maniera adeguata diagnosi e cura, il completamento della nuova ala ospedaliera e la ristrutturazione della vecchia. Aspettiamo una convocazione, ma non aspetteremo per sempre… (d.p.)
(Foto: Corleone-Dialogos)
(Foto: Corleone-Dialogos)
1 commento:
L'unione fa la forza!
Questo é l'unico modo per risolvere anche i tanti altri problemi che assillano un po' tutti... e che non sto qui ad elencare!
Perchè non sforzarsi di risolverli UNITARIAMENTE??
Un CORdiaLEONESE '' dalla Svizzera
Leoluca Criscione
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