di Cosmo Di Carlo
CORLEONE - Sono trascorsi 95 anni dall’assassinio per mano mafiosa di Bernardino Verro. Era il 3 novembre del 1915, i killer lo colpirono con 11 colpi di pistola, 7 al torace, 4 alla testa per finirlo. Ieri per ricordarlo, con il sindaco di Corleone Nino Iannazzo ed il segretario della Camera del Lavoro Dino Paternostro c’erano i giovani di Dialogos, i soci della cooperativa Lavoro e non solo, il professore Carlo Marino, il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, Mario Midulla del laboratorio della Legalità il pittore Gaetano Porcasi, gli studenti dell’Istituto Don Giovanni Colletto con il preside Girolamo Cannariato, il capitano Antonio Merola, comandante della Compagnia Carabinieri di Corleone. Dopo la deposizione di due corone d’alloro davanti al busto del sindacalista all’interno della Villa Comunale, la commemorazione ufficiale nell’affollata aula magna del Don Colletto. Era sindaco di Corleone Bernardino Verro quando fu ucciso. Nel giugno 1914, infatti, la lista socialista da lui capeggiata aveva vinto le elezioni comunali. Fu un affronto che i “fratuzzi” non tollerarono. Ad uccidere Verro i sicari della mafia ci avevano provato anche il 6 novembre 1910. Allora, però, i due killer erano riusciti solo a ferirlo al braccio sinistro. “Per questa volta i picciotti fecero fumo…”, fu allora il sarcastico commento di Verro. “Per battere la sub-cultura mafiosa è importante - ha detto Antonio Ingroia, accolto dagli studenti con caloroso entusiasmo - che i giovani mettano in pratica i principi di legalità” . Per Carlo Marino “il socialista Verro è un esempio da seguire per il modo in cui ha guidato il movimento contadino”. “Il pensiero di Bernardino Verro - ha dichiarato Dino Paternostro - è di estrema attualità. Oggi le cooperative antimafia che lavorano i terreni confiscati ai mafiosi, stanno raccogliendo la sua eredità politica”. Per il sindaco di Corleone Nino Iannazzo :” “Verro è oramai un valore condiviso che unisce istituzioni, giovani e lavoratori, quale esempio di indomito impegno contro la mafia”. In serata il consiglio comunale convocato dal presidente Mario Lanza ha ricordato Verro nell’aula consiliare che porta il suo nome.
Nella foto (CODI) un momento della commemorazione di Verro da sinistra: Pio Siragusa, Giovanni Cerrito, il sindaco Nino Iannazzo, Giuseppe Crapisi, Dino Paternostro, Carlo Marino, Mario Lanza, Dario Virga, Antonio Merola, Calogero Parisi.
CORLEONE - Sono trascorsi 95 anni dall’assassinio per mano mafiosa di Bernardino Verro. Era il 3 novembre del 1915, i killer lo colpirono con 11 colpi di pistola, 7 al torace, 4 alla testa per finirlo. Ieri per ricordarlo, con il sindaco di Corleone Nino Iannazzo ed il segretario della Camera del Lavoro Dino Paternostro c’erano i giovani di Dialogos, i soci della cooperativa Lavoro e non solo, il professore Carlo Marino, il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, Mario Midulla del laboratorio della Legalità il pittore Gaetano Porcasi, gli studenti dell’Istituto Don Giovanni Colletto con il preside Girolamo Cannariato, il capitano Antonio Merola, comandante della Compagnia Carabinieri di Corleone. Dopo la deposizione di due corone d’alloro davanti al busto del sindacalista all’interno della Villa Comunale, la commemorazione ufficiale nell’affollata aula magna del Don Colletto. Era sindaco di Corleone Bernardino Verro quando fu ucciso. Nel giugno 1914, infatti, la lista socialista da lui capeggiata aveva vinto le elezioni comunali. Fu un affronto che i “fratuzzi” non tollerarono. Ad uccidere Verro i sicari della mafia ci avevano provato anche il 6 novembre 1910. Allora, però, i due killer erano riusciti solo a ferirlo al braccio sinistro. “Per questa volta i picciotti fecero fumo…”, fu allora il sarcastico commento di Verro. “Per battere la sub-cultura mafiosa è importante - ha detto Antonio Ingroia, accolto dagli studenti con caloroso entusiasmo - che i giovani mettano in pratica i principi di legalità” . Per Carlo Marino “il socialista Verro è un esempio da seguire per il modo in cui ha guidato il movimento contadino”. “Il pensiero di Bernardino Verro - ha dichiarato Dino Paternostro - è di estrema attualità. Oggi le cooperative antimafia che lavorano i terreni confiscati ai mafiosi, stanno raccogliendo la sua eredità politica”. Per il sindaco di Corleone Nino Iannazzo :” “Verro è oramai un valore condiviso che unisce istituzioni, giovani e lavoratori, quale esempio di indomito impegno contro la mafia”. In serata il consiglio comunale convocato dal presidente Mario Lanza ha ricordato Verro nell’aula consiliare che porta il suo nome.
Nella foto (CODI) un momento della commemorazione di Verro da sinistra: Pio Siragusa, Giovanni Cerrito, il sindaco Nino Iannazzo, Giuseppe Crapisi, Dino Paternostro, Carlo Marino, Mario Lanza, Dario Virga, Antonio Merola, Calogero Parisi.
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