La nuova ala dell'ospedale di Corleone |
Se davvero l’ASP di Palermo e l’Assessorato regionale alla sanità hanno l’obiettivo di chiudere l’ospedale di Corleone (e, purtroppo, tutti gli indicatori sembrano confermarcelo), si tratterebbe di una scelta di politica sanitaria davvero folle. Infatti, “desertificare” dal punto di vista sanitario le aree interne della provincia di Palermo (anche l’ospedale di Petralia Sottana sembra che possa seguire le stesse sorti di Corleone), non solo priverebbero del diritto costituzionale alla salute le popolazioni del Corleonese e delle Madonie, ma andrebbe a congestionare in maniera drammatica gli ospedali della città di Palermo. Se proprio i numeri, i parametri e gli obiettivi di rientro dalla spesa sanitaria sono dei “moloch” intoccabili (come io non credo), allora meglio ridimensionare l’Ospedale “Ingrassia”. I servizi che non potrebbe più erogare il nosocomio di corso Calatafimi, potrebbero tranquillamente essere erogati dai (tanti) altri ospedali cittadini, distanti gli uni dagli altri qualche chilometro e tutti raggiungibili in pochi minuti. Invece, se chiude Corleone, 40-50 mila cittadini della zona non potrebbero più trovare un ospedale a meno di 60-80 chilometri di distanza. E lo stesso ragionamento varrebbe per Petralia Sottana e le Madonie.
Questo ho detto ieri sera nella seduta del consiglio comunale di Corleone, dedicata al drammatico problema dell’ospedale, la cui pianta organica è stata falcidiata dalla direzione aziendale dell’ASP di Palermo. Ed ho proposto di ripercorrere la strada della massima unità tra le forze politiche, le organizzazioni sindacali , le associazioni sociali e culturali, per mobilitare i cittadini e far sentire la nostra forte opposizione a questa scelta, rivendicando una pianta organica adeguata a garantire livelli adeguati di assistenza. E, dopo un lunghissimo (a volte noioso e ridondante) dibattito, il consiglio comunale ha approvato due ordini del giorno di protesta contro i tagli e di proposta per una pianta organica adeguata ai bisogni di assistenza del nostro ospedale. L’obiettivo indicato dal dibattito consiliare è stato quello di creare le condizioni affinché si possa arrivare ad uno sciopero generale di tutti i comuni della zona. Obiettivo non semplice, ma indispensabile per invertire la rotta, per sperare di ottenere le indispensabili modifiche alla pianta organica da parte della direzione generale dell’ASP di Palermo e dell’assessorato regionale alla sanità.
Questo ho detto ieri sera nella seduta del consiglio comunale di Corleone, dedicata al drammatico problema dell’ospedale, la cui pianta organica è stata falcidiata dalla direzione aziendale dell’ASP di Palermo. Ed ho proposto di ripercorrere la strada della massima unità tra le forze politiche, le organizzazioni sindacali , le associazioni sociali e culturali, per mobilitare i cittadini e far sentire la nostra forte opposizione a questa scelta, rivendicando una pianta organica adeguata a garantire livelli adeguati di assistenza. E, dopo un lunghissimo (a volte noioso e ridondante) dibattito, il consiglio comunale ha approvato due ordini del giorno di protesta contro i tagli e di proposta per una pianta organica adeguata ai bisogni di assistenza del nostro ospedale. L’obiettivo indicato dal dibattito consiliare è stato quello di creare le condizioni affinché si possa arrivare ad uno sciopero generale di tutti i comuni della zona. Obiettivo non semplice, ma indispensabile per invertire la rotta, per sperare di ottenere le indispensabili modifiche alla pianta organica da parte della direzione generale dell’ASP di Palermo e dell’assessorato regionale alla sanità.
Corleone e i comuni del circondario saranno capaci di dare una prova di maturità politica e civile? Oppure prevarranno, ancora una volta, gli infantilismi di coloro i quali negli anni passati hanno “banchettato” allegramente sulla sanità, sprecando risorse, “clientelando” e “passerellando” a più non posso, mentre oggi si sforzano di recitare la parte dei “censori”, dei “bravi” in polemica, nelle allusioni e nelle critiche, senza mai provare ad indicare obiettivi unificanti alla città di Corleone e all’intera zona? Sarebbe davvero triste e colpevole se l’attuale classe dirigente di Corleone e della zona dovesse passare alla storia come quella che non ha saputo salvare l’ospedale. E sarebbe altrettanto triste e colpevole se l’assessore alla sanità Massimo Russo “regalasse” nei prossimi mesi alla nostra città e ai comuni della zona la “morte” del nostro ospedale. (d.p.)
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