domenica, ottobre 31, 2010
POL.CORLEONE 3 - POL.ALTOFONTE 1
POL. CORLEONE: Zabbia, Sparacino, Napoli, El Baad (43’ s.t. Cangialosi), Danilo Musicò, Alessandro Musicò, Governali (23’ s.t. Carmelo Sciarrino Junior), Carmelo Sciarrino sen., Trentacosti, Lipari, Bitetto (31’s.t.Mondello).
POL. ALTOFONTE: Campanella, Ivan Vaglica, Reina, Davide Vaglica, Fabio Gaglio, Lo Grande, Pietro Di Maio (1’s.t. La Barbera- 31’ s.t.D’Antoni), Barone (9’ s.t.Parisi), Galifi, Renzo Di Maio, Sanfilippo.
ARBITRO: signor Pizzuto di Palermo
RETI: 2’- 38’ (1.t). e 19’ s.t. Bitetto – 18’s.t. Galifi.
NOTE : 40’ s.t. espulsi Ivan Vaglica (Altofonte) e Mondello (Corleone).
CORLEONE -Va a nove punti in classifica il Corleone dopo la bella vittoria casalinga contro l’Altofonte. I giallo-rossi hanno dominato la gara dal primo all’ultimo minuto di giuoco. Tre le reti tutte messe a segno da Bitetto che si conferma bomber di razza. Sotto di un gol dopo soli due minuti, l’Altofonte ha disputato una partita tutta in salita difendendosi con ordine e giocando un secondo tempo sicuramente migliore della prima frazione di gioco, ma niente ha potuto contro i padroni casa che hanno disputato una gara eccellente. La rete del vantaggio al secondo minuto arrivava dopo un lungo rinvio di Zabbia che spioveva al limite sinistro dell’area avversaria; gran controllo di palla di Lipari che la girava per il colpo di testa vincente di Bitetto. La seconda marcatura corleonese al 38’ dopo una veloce triangolazione Lipari – Governali la palla arrivava a Bitetto che dal limite batteva Campanella. Nella ripresa l’Altofonte scendeva in campo più determinato; la rete del 2 a 1 la segnava Galifi al 18’ raccogliendo un lungo rinvio di Campanella. Ma le speranze degli ospiti tramontavano un minuto dopo. Al 19 era sempre Bitetto ad insaccare su cross di Sparacino la rete del 3 a 1. Nel finale al 40’ espulsi Mondello ed Ivan Vaglica per reciproche scorrettezze. Vistoso errore del direttore di gara che esplelle Ivan Vaglica numero 2 anziché Davide Vaglica il numero 4 che aveva colpito Mondello alle spalle durante una pausa di gioco era il 40’. Peccato perché la gara era stata giocata sino a quel punto con agonismo e senza cattiveria. Sono cose che capitano. La vittoria casalinga dà morale e punti alla squadra. Bella la gara di Bitetto ma anche di Sparacino che ha giocato con precisione in difesa rendendosi anche protagonista nelle puntate offensive.
Cosmo Di Carlo
sabato, ottobre 30, 2010
Padre Pio: "Giuliano scappò negli Usa"
Padre Pio |
In cella chiede perdono ai Borsellino
Paolo Borsellino |
L'ex pentito Vincenzo Scarantino scrive una lettera dal carcere di Velletri: "Fui costretto a mentire sulla strage di via D'Amelio". La risposta della vedova del magistrato antimafia: "Ti fa onore, ma quali sono le persone che ti hanno zittito?"
PALERMO - "Non ne sapevo nulla della strage in cui venne ucciso il giudice Borsellino, non avevo motivo di depistare le indagini. Ma hanno vinto "loro", le indagini sono state depistate, oggi sono un uomo solo, abbandonato da tutti e dalla famiglia". È uno dei passi della lettera inviata da Vincenzo Scarantino, l'ex collaboratore che si era autoaccusato di aver partecipato alla strage del '92 in via D'Amelio, dalla cella del carcere di Velletri, ai familiari di Paolo Borsellino, tra cui la moglie del giudice, Agnese. La lettera di Scarantino è contenuta nel libro "Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino", di Lorenzo Baldo e Giorgio Bongiovanni, ed è stata pubblicata da Repubblica. Vincenzo Scarantino, che sta scontando una pena definitiva a 18 anni, scrive ai familiari di Paolo Borsellino, di "essere stato oggetto e vittima di piani e strategie che non mi appartenevano. Questo già perché quando sono stato portato all'aeroporto militare di Boccadifalco ho subito evidenziato che io nulla sapevo della Fiat 126 imbottita di tritolo sia della strage". Scarantino scrive di essere stato sottoposto a sevizie psicologiche e a minacce, che gli inquirenti gli fecero credere di aver contratto l'Aids, e che lui non aveva motivo per depistare le indagini "fatto sta che hanno vinto loro, le indagini le hanno depistate". "Caro Vincenzo - gli ha risposto con una lettera Agnese Borsellino - ti fa onore che tu abbia avvertito il bisogno di chiedermi perdono, è un sentimento che accetto. Mi chiedo quali siano i motivi per i quali mi chiedi perdono, quale ribellione ha la tua coscienza, come sei stato coinvolto in questa immane tragedia? Dopo la strage di via D'Amelio quali sono le persone che ti hanno 'zittito' e 'minacciato'? Quali istituzioni avevano interesse a depistare le indagini? E secondo te perché?".
29/10/2010
venerdì, ottobre 29, 2010
La CGIL: "La nuova pianta organica dell'Asp di Palermo peggiorerà la qualità dell'assisteza ospedaliera e territoriale"
L'ospedale di Corleone |
giovedì, ottobre 28, 2010
Montelepre. Riesumata la salma del bandito Giuliano. "La struttura ossea è ben conservata", dicono i magistrati della Procura di Palermo
Il corpo di Giuliano (?) nel cortile Di Maria |
mercoledì, ottobre 27, 2010
Corleone, dibattito sulla strada-trazzera Corleone-S. Cipirello- Partinico. Il presidente della Provincia e l'assessore alla viabilità disertano l'appuntamento
Ieri sera il consiglio comunale di Corleone ha discusso della strada-trazzera Corleone-S. Cipirello-Partinico, approvando all’unanimità un ordine del giorno, dove si esprime la preoccupazione che i 3 milioni dell’appalto per la messa in sicurezza molto probabilmente non saranno sufficienti. Assenti (ingiustificati) il presidente della Provincia Giovanni Avanti, l’assessore alla viabilità Gigi Tomasino e i consiglieri del Collegio di Corleone Mauro Di Vita (Pdl), Tommaso Calamia (Pd) e Luigi Vallone (Udc), tutti gli interventi hanno criticato la “passerella” che lunedì scorso hanno fatto a Corleone i vertici della Provincia. «Non si sono confrontati col consiglio comunale e con la giunta – hanno denunciato – hanno curato solamente le interviste con le televisioni». Con le prime piogge la SP 4 e la SP 2 sono tornate intransitabili, specie nel tratto Corleone-Ponte Aranci. «Aspettano che ci scappi il morto per intervenire velocemente?», hanno denunciato i consiglieri comunali. Nell’ordine del giorno conclusivo hanno chiesto che adesso i lavori comincino subito (per legge, entro 15 giorni dal 25 ottobre), che comincino da Corleone, che si concentrino prioritariamente sulle frane tra Corleone e Ponte Aranci. Hanno chiesto anche che si acceleri la progettazione della strada “veloce” Corleone-Mare, quella che – secondo Avanti – dovrebbe costare 300 milioni di euro. «Una cifra-bluff – hanno denunciato diversi interventi – che glia amministratori della Provincia non troveranno mai, che hanno buttato in pasto all’opinione pubblica per allentare le contestazioni nei loro confronti».
Spatuzza riconosce un uomo dei servizi: "Era vicino all'autobomba per Borsellino"
La strage di via D'Amelio |
Il mafioso oggi collaboratore di giustizia indica il funzionario dell'Aisi Lorenzo Narracci: "Somiglia all'estraneo presente nel garage dove fu preparato l'attentato". Ma non c'è la certezza che si tratti della stessa persona. Salvatore Borsellino: "Siamo a un passo dalla verità"
PALERMO - C'era un uomo estraneo a Cosa Nostra nel garage in cui si preparava l'autobomba che avrebbe ucciso il giudice Paolo Borsellino in via D'Amelio. Un uomo che, secondo il pentito di mafia Gaspare Spatuzza, somiglia a Lorenzo Narracci, funzionario dei servizi segreti attualmente in servizio all'Aisi. Spatuzza lo ha indicato per due volte: prima in foto, poi, oggi, in un confronto all'americana presso la Dia di Caltanissetta. La procura raccomanda prudenza, sottolineando che il pentito non ha potuto dirsi certo "al cento per cento" che Narracci e l'estraneo che vide nel garage nel '92 siano la stessa persona. Ma Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, dichiara che "forse oggi siamo a un passo dalla verità".Salvatore Borsellino: "Nessuno intralci i magistrati". "Da anni sostengo che mio fratello è stato ucciso perché si è messo di traverso alla trattativa tra la mafia e lo Stato. Forse siamo a un passo dalla verità". Così Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio. "Speriamo che nessuno intralci quei magistrati eccezionali che stanno stanno togliendo il velo per arrivare alla verità: Antonino Ingroia, Nino Di Matteo e Sergio Lari". Borsellino, in qualità di responsabile del movimento delle Agende Rosse, annuncia di aver organizzato per il 20 novembre una manifestazione in quattro città (Palermo, Roma, Firenze e Milano) "per sostenere proprio questi magistrati". "Ho grande paura che possa succedere qualcosa - avverte il fratello di Paolo Borsellino -. Il pericolo può arrivare da quelle stesse persone che hanno messo le bombe in via D'Amelio, e non mi riferisco ai mafiosi. Tutto è legato a quell'infame trattativa tra Stato e mafia".
Faraone (Pd): “Ecco la cricca che gestisce l’aeroporto di Palermo”
PALERMO, 27 OTT - “Se la Provincia di Palermo sui manager Gesap, come sottolinea il presidente Giovanni Avanti, risponde agli interessi generali di miglioramento dell’aeroporto Falcone-Borsellino, allora io sono un astronauta della Nasa”. Lo dice Davide Faraone, consigliere comunale del Pd. “Se Avanti ha qualche dubbio sulla ‘cricca’ - aggiunge - gli spiego meglio a cosa mi riferisco: Stefano Mangano, nominato dal Comune di Palermo nel Cda di Gesap, non era forse il segretario particolare di Diego Cammarata? E Mimmo Di Carlo non era per caso il segretario particolare di Saverio Romano? E poi, Dario Colombo non è l’ex presidente della società ‘Sicilia e Servizi’ noto per aver assunto senza concorso numerosi dirigenti-amici del Pid? E per finire, Sebastiano Bavetta, che ricopre la carica di presidente della Gesap, non è forse lo stesso assessore al Bilancio, uomo fidato di Cammarata, che ha portato al dissesto finanziario il Comune di Palermo? Lo stesso che non ha svolto una funzione di controllo sui fallimenti delle società ex municipalizzate tra cui l’Amia?”. “Tutti questi soggetti - conclude Faraone - non sono stati scelti per la comprovata ed elevata esperienza e la specifica professionalità, ma per la comprovata fedeltà a un sistema politico-amicale che nulla ha a che fare con il rilancio dell’aeroporto di Palermo. Questa è la cricca a cui mi riferisco, presidente Avanti. La stessa cricca che ha gestito in questi anni la cosa pubblica guardando ai propri interessi e non a quelli dell'intera collettività”.
Montelepre. Per la riesumazione della salma di Giuliano di domani, il sindaco ha vietato l'ingresso di giornalisti e fotografi al cimitero
La bara di Giuliano all'ingresso del cimitero |
PALERMO, 27 OTT - È stata vietata la presenza del pubblico alla riesumazione del cadavere di Salvatore Giuliano, fissata per domani nel cimitero di Montelepre, dai Pm di Palermo che hanno riaperto l'indagine sulla morte del bandito. Con una ordinanza motivata per ragioni di ordine pubblico, il sindaco ha interdetto l'accesso al cimitero ai cittadini dalle 8.30 alle 17.00, consentendolo solo ai magistrati e ai medici che parteciperanno alla riesumazione. Sarà cosi vietato, domani, l'ingresso di telecamere e giornalisti nel piccolo cimitero di Montelepre per assistere alla riesumazione del cadavere da parte del medico legale, Livio Milone, incaricato dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, dopo la riapertura dell'indagine sulla morte di Giuliano. L'ipotesi investigativa è che la salma nel cimitero di Montelepre non sia quella di Salvatore Giuliano, ucciso a Castelvetrano nel luglio di 60 anni fa. Alla riesumazione parteciperà anche lo stesso procuratore aggiunto Ingroia.
Palermo, in manette quattro boss
PALERMO - I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo e la Direzione Investigativa Antimafia hanno fermato quattro presunti capimafia dei clan palermitani di Resuttana, Tommaso Natale e Partanna Mondello accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione. Il provvedimento, disposto dalla Dda di Palermo, nasce da un'indagine che ha consentito di individuare i nuovi vertici e l'assetto dei mandamenti mafiosi della città. A riscontro dei dati emersi dall'inchiesta anche le dichiarazioni di diversi pentiti. Il fermo, che è un provvedimento d'urgenza, si è reso necessario perchè c'era il concreto pericolo, secondo l'accusa, che i quattro mafiosi fuggissero. Gran parte dei commercianti vittime del pizzo hanno ammesso le richieste degli estortori e hanno collaborato con gli investigatori fornendo ulteriori spunti di indagine. Uno dei 4 nuovi capi delle cosche palermitane fermati, nella notte, dai carabinieri è Domenico Giordano, 54 anni. A svelarne il nome agli investigatori è stato il fratello Salvatore, arrestato nei mesi scorsi, sempre con l'accusa di associazione mafiosa, dai militari dell'Arma, e da febbraio collaboratore di giustizia. Secondo gli inquirenti il neocapo mafia guiderebbe la cosca di Partanna-Mondello. Titolare di una pescheria nel quartiere Zen, avrebbe gestito il racket delle estorsioni nella zona. Gli altri tre capi mafia fermati dai carabinieri, su disposizione dei magistrati della Dda di Palermo, sono Sandro Di Fiore, 33 anni, Gioacchino Intravaia, di 57 anni e Giovanni Sammarco, 51 anni, a capo del mandamento di Resuttana e Tommaso Natale.
Trattative Stato-Mafia, indagato Mori
La Repubblica, 27.10.2010
Mario Mori |
di SALVO PALAZZOLO
L'ex comandante del Ros accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. E' già sotto processo a Palermo con l'accusa di aver favorito la latitanza del boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano La Procura di Palermo ha iscritto un nuovo indagato nell'inchiesta sulla trattativa fra Stato e mafia, durante le stragi del 1992. E' l'ex comandante del Ros Mario Mori, già sotto processo a Palermo con l'accusa di aver favorito la latitanza del capo di Cosa nostra Bernardo Provenzano. Adesso, Mori è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il suo nome compare nell'avviso di garanzia consegnato lunedì a Massimo Ciancimino, anche lui indagato per concorso esterno. Nell'inchiesta sulla trattativa figurano pure i nomi dei boss Bernardo Provenzano e Antonino Cinà, che rispondono del reato di attentato a un corpo politico, lo stesso contestato all'ex ufficiale del Ros Giuseppe De Donno. La Repubblica, 27.10.2010
Massimo Ciancimino indagato per concorso esterno
Massimo Ciancimino |
Campofelice, lettera di minacce al sindaco Vasta
Il sindaco Franco Vasta |
Saviano sfugge al confronto con il presidente del Centro Umberto Santino su Peppino Impastato
Roberto Saviano |
martedì, ottobre 26, 2010
Corleone. Lungo dibattito in consiglio comunale: saremo capaci di salvare l'Ospedale?
La nuova ala dell'ospedale di Corleone |
Se davvero l’ASP di Palermo e l’Assessorato regionale alla sanità hanno l’obiettivo di chiudere l’ospedale di Corleone (e, purtroppo, tutti gli indicatori sembrano confermarcelo), si tratterebbe di una scelta di politica sanitaria davvero folle. Infatti, “desertificare” dal punto di vista sanitario le aree interne della provincia di Palermo (anche l’ospedale di Petralia Sottana sembra che possa seguire le stesse sorti di Corleone), non solo priverebbero del diritto costituzionale alla salute le popolazioni del Corleonese e delle Madonie, ma andrebbe a congestionare in maniera drammatica gli ospedali della città di Palermo. Se proprio i numeri, i parametri e gli obiettivi di rientro dalla spesa sanitaria sono dei “moloch” intoccabili (come io non credo), allora meglio ridimensionare l’Ospedale “Ingrassia”. I servizi che non potrebbe più erogare il nosocomio di corso Calatafimi, potrebbero tranquillamente essere erogati dai (tanti) altri ospedali cittadini, distanti gli uni dagli altri qualche chilometro e tutti raggiungibili in pochi minuti. Invece, se chiude Corleone, 40-50 mila cittadini della zona non potrebbero più trovare un ospedale a meno di 60-80 chilometri di distanza. E lo stesso ragionamento varrebbe per Petralia Sottana e le Madonie.
Questo ho detto ieri sera nella seduta del consiglio comunale di Corleone, dedicata al drammatico problema dell’ospedale, la cui pianta organica è stata falcidiata dalla direzione aziendale dell’ASP di Palermo. Ed ho proposto di ripercorrere la strada della massima unità tra le forze politiche, le organizzazioni sindacali , le associazioni sociali e culturali, per mobilitare i cittadini e far sentire la nostra forte opposizione a questa scelta, rivendicando una pianta organica adeguata a garantire livelli adeguati di assistenza. E, dopo un lunghissimo (a volte noioso e ridondante) dibattito, il consiglio comunale ha approvato due ordini del giorno di protesta contro i tagli e di proposta per una pianta organica adeguata ai bisogni di assistenza del nostro ospedale. L’obiettivo indicato dal dibattito consiliare è stato quello di creare le condizioni affinché si possa arrivare ad uno sciopero generale di tutti i comuni della zona. Obiettivo non semplice, ma indispensabile per invertire la rotta, per sperare di ottenere le indispensabili modifiche alla pianta organica da parte della direzione generale dell’ASP di Palermo e dell’assessorato regionale alla sanità.
Questo ho detto ieri sera nella seduta del consiglio comunale di Corleone, dedicata al drammatico problema dell’ospedale, la cui pianta organica è stata falcidiata dalla direzione aziendale dell’ASP di Palermo. Ed ho proposto di ripercorrere la strada della massima unità tra le forze politiche, le organizzazioni sindacali , le associazioni sociali e culturali, per mobilitare i cittadini e far sentire la nostra forte opposizione a questa scelta, rivendicando una pianta organica adeguata a garantire livelli adeguati di assistenza. E, dopo un lunghissimo (a volte noioso e ridondante) dibattito, il consiglio comunale ha approvato due ordini del giorno di protesta contro i tagli e di proposta per una pianta organica adeguata ai bisogni di assistenza del nostro ospedale. L’obiettivo indicato dal dibattito consiliare è stato quello di creare le condizioni affinché si possa arrivare ad uno sciopero generale di tutti i comuni della zona. Obiettivo non semplice, ma indispensabile per invertire la rotta, per sperare di ottenere le indispensabili modifiche alla pianta organica da parte della direzione generale dell’ASP di Palermo e dell’assessorato regionale alla sanità.
Corleone e i comuni del circondario saranno capaci di dare una prova di maturità politica e civile? Oppure prevarranno, ancora una volta, gli infantilismi di coloro i quali negli anni passati hanno “banchettato” allegramente sulla sanità, sprecando risorse, “clientelando” e “passerellando” a più non posso, mentre oggi si sforzano di recitare la parte dei “censori”, dei “bravi” in polemica, nelle allusioni e nelle critiche, senza mai provare ad indicare obiettivi unificanti alla città di Corleone e all’intera zona? Sarebbe davvero triste e colpevole se l’attuale classe dirigente di Corleone e della zona dovesse passare alla storia come quella che non ha saputo salvare l’ospedale. E sarebbe altrettanto triste e colpevole se l’assessore alla sanità Massimo Russo “regalasse” nei prossimi mesi alla nostra città e ai comuni della zona la “morte” del nostro ospedale. (d.p.)
Corleone. Tra lo scetticismo generale, consegnati i lavori della messa in sicurezza della SP4 ed SP2 Corleone-S.Cipirello-Partinico
La foto di gruppo per la consegna dei lavori |
Cosmo Di Carlo
domenica, ottobre 24, 2010
Domani, 25 ottobre, la Provincia consegnerà i lavori di messa in sicurezza della strada Corleone-S. Cipirello-Partinico
di Cosmo Di Carlo
CORLEONE - Saranno consegnati domani alle ore 09,00 a Corleone, presso il municipio, i lavori di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza del tronco stradale sulla SP 2 (Partinico-San Cipirello) e sulla SP4 (Corleone – San Cipirello). L’importo complessivo è di 3 milioni di euro ed è stato aggiudicato alla ditta “Falco Costruzioni s.r.l di Vallelunga Pratameno (Cl), che dovrà completare le opere entro 540 “giornate lavorative”. Per l’occasione saranno presenti domani in città il presidente della Provincia Regionale di Palermo Giovanni Avanti e l’assessore alla viabilità e trasporti Gigi Tomasino. “Abbiamo mantenuto l’impegno – sottolinea in un comunicato il presidente Avanti – che avevamo preso con la popolazione del corleonese nel corso di un apposito consiglio straordinario (20 gennaio 2010 ndr). Ciò conferma l’attenzione della provincia per questa arteria stradale…su cui sono stati realizzati tre progetti da 100 mila euro ciascuno per le emergenze…Il nostro interesse – continua Avanti - è rivolto al progetto per un nuovo tracciato “veloce”, che collegherà Corleone con Partinico in trenta minuti; progetto già inserito nel piano triennale 2009-2011”. “Un gruppo interdisciplinare dei tecnici della Provincia – aggiunge l’assessore alla Viabilità Tomasino - è al lavoro per arrivare presto al progetto esecutivo dell’opera. Siamo consapevoli delle difficoltà di un’area interna del territorio che cerca nella viabilità e nei trasporti le possibilità di uno sviluppo economico. Ci siamo pertanto attivati per trovare le risorse necessarie partecipando a diverse riunioni alla Regione, al Ministero delle Infrastrutture e all’Anas per cercare di avere un quadro più completo sulle fonti di finanziamento. L’obiettivo è quello di consegnare il primo lotto di lavori entro la fine della consiliatura”. Il sindaco Nino Iannazzo limita il suo commento ad un laconico:” Finalmente!” Così, mentre resta difficile il transito sulla SP4 e alle proteste dei cittadini del comitato “La strada promessa” si aggiunge una clamorosa iniziativa istituzionale. Il consiglio comunale, infatti, è stato convocato dal presidente Mario Lanza per martedì alle ore 20,00 con all’oggetto :”Stato di abbandono delle SP Corleone- San Cipirello- Partinico. I manifesti hanno con l’annincio, hanno tapezzato i muri del paese. “ La problematica con l’inverno alle porte non si risolverà in tempi brevi – spiega Mario Lanza – E’ necessario un intervento immediato per consentire ai nostri cittadini di poter raggiungere in sicurezza l’Ospedale di Partinico . “Invece dei proclami – dice Dino Paternostro, segretario della CGIL di Corleone – Avanti e Tomasino chiedano scusa ai nostri lavoratori pendolari, agli ammalati ed agli agricoltori per la strada oramai ridotta ad una pessima “trazzera”. Comincino almeno subito i lavori e si concludano senza interruzioni”.
Uno dei tanti tratti dissestati della SP4 |
sabato, ottobre 23, 2010
Dobbiamo ringraziare la Provincia? Sono gli amministratori provinciali che devono chiederci scusa per questa strada-trazzera!
L'assessore prov.le alla viabilità Gigi Tomasino |
Dino Paternostro
Caso Giuliano. Si avvicina l'ora della verità
Giuseppe Casarrubea |
Dino Paternostro
Preso il numero uno della mafia agrigentina
Gerlandino Messina |
Palermo. Focus sulla «società dell'eccesso»
Il Foro italico nel 1920 |
Lo storico Prestigiacomo racconta con documenti inediti gli sfarzi della nobiltà di inizio '900. Domina la cronaca il mito di Donna Franca Florio, sempre in prima fila ad accogliere regnanti e magnati della finanza. La storia di Oscar Wilde che fu respinto da tutte le famiglie aristocratiche
L'ultimo libro di Vincenzo Prestigiacomo, «Vita mondana e Mano Nera nella Palermo della Belle Epoque» (Nuova Ipsa Editore), è storicamente collocato a cavallo tra '800 e '900 ed ha sullo sfondo la follia dilapidatrice di una aristocrazia che consuma l'ultimo lembo di patrimonio ereditato dagli antenati. In luce tanti aspetti di una città che segna uno dei momenti economicamente più floridi e politicamente più travagliati della storia siciliana. Nella cronaca mondana il mito dei Florio è lei, Donna Franca. Alta, snella, flessuosa, ondeggiante, con quel passo che gli antichi veneziani chiamavano alla «levriera». Dinanzi al suo fascino si inchinano re e imperatori, poeti e pittori. «L'Unica» la definisce Gabriele D'Annunzio. LEGGI TUTTO
Javier Pastore si racconta: "Voglio restare a Palermo"
Javier Pastore |
Javier Pastore a tutto campo. Il campione argentino si racconta e parla dell´espulsione nella partita con il Cska, del suo futuro in rosanero, della sua famiglia, della sua vita a Palermo, del matrimonio, del suo rapporto con Maradona e Zamparini. Una intervista nella quale il Flaco giura fedeltà alla maglia rosanero e auspica di poter firmare presto il nuovo contratto con il Palermo
Javier Pastore partiamo dall´espulsione contro il Cska Mosca...
«Lo so, ho sbagliato».
L´ha capito subito?
«Sì. Tanto è vero che uscendo ho chiesto immediatamente scusa ai miei compagni e ai tifosi. È stato un gesto che non avrei dovuto fare, ma ».
Rossi dice che si cresce anche grazie a queste cose.
«È la prima volta che mi capita, ma ero piuttosto nervoso. Ero molto dispiaciuto, credevo fossimo vittime di una ingiustizia e ho chiesto spiegazione all´arbitro. Volevo farmi sentire in prima persona. Volevo dire qualcosa io».
LEGGI TUTTO
"De Mauro ucciso su input istituzionali"
Mauro De Mauro |
venerdì, ottobre 22, 2010
Il "pizzo"? E' vecchio quanto l'Unità d'Italia. A Palermo lo esigevano già nel 1897
Una veduta del Foro italico di Palermo nei primi del '900 |
Trovata a Palermo una lettera con richiesta di denaro in cambio di protezione di fine '800
Palermo, 21 ott. - (Adnkronos) - Il ''pizzo'' è vecchio almeno quanto l'Unità d'Italia e se ne hanno notizie, finora non documentate, sin da quando la mafia operava nelle sue forme primordiali. Una recente scoperta dello storico Vincenzo Prestigiacomo, che ha trovato a Palermo la prima ''lettera di scrocco'' datata 1897, prova che a cavallo fra Ottocento e Novecento le famiglie mafiose, anche sulla spinta del boss Vito Cascio Ferro rientrato dagli Usa, per rimpinguare le proprie casse, decisero di taglieggiare a tappeto tutte le famiglie aristocratiche e facoltose della città, i cui beni fino al allora erano stati ''protetti'' dai campieri e dagli stessi mafiosi. Famiglie che a quell'epoca dilapidavano enormi ricchezze per sfoggiare un lusso sfrenato. Prestigiacomo, nel volume ''Vita mondana e Mano Nera nella Palermo della Belle Epoque'', pubblica numerosi documenti inediti e ricostruisce tredici anni di gesta della ''Mano Nera'', dai nobili imbarazzati che cedevano ai ricatti, ai tentativi di ''aggiustamento'' presso i capi della ''famiglia'' di San Lorenzo, anche allora la più potente; dagli atti intimidatori contro chi non pagava al primo sequestro di persona a danno di una bambina; dalle omertà su questa ''pestilenza'' che si cercava di celare mantenendo etichetta e vita mondana ai primi omicidi ''eccellenti'', frutto di una già allora consolidata collusione tra boss e istituzioni.
giovedì, ottobre 21, 2010
La SP 4 Corleone-S. Cipirello: frane, strettoie e torrenti di fango. I cittadini dicono "Basta!"
di Cosmo Di Carlo
CORLEONE - L’hanno ribattezzata “la strada che non c’è” e, di fatto, poco è rimasto di quella che era la Strada Provinciale 4, che collega Corleone con San Cipirello e l’Ospedale di Partinico, ma anche con la SS 626 Palermo Sciacca. “Dopo le piogge dello scorso inverno, che avevano provocato decine di frane, mal riparate – spiega l’avvocato Mario Midulla, presidente del comitato “La strada Promessa”, il colpo di grazia lo hanno dato le piogge dei giorni scorsi”. Oggi, all’altezza del km.21 la carreggiata, in prossimità di una delle 20 devastanti frane, è ridotta a meno di 3 metri, vi si transita a senso alternato, grazie ad un cantoniere che dirige il traffico. Nella strettoia è parcheggiata una pala meccanica. Le cunette sono invase dalla terra franata e così le acque piovane invadono quel che resta del tratto asfaltato. Devastante è stata, secondo numerosi automobilisti, la costruzione a monte della “pista ciclabile” realizzata dalla Provincia Regionale di Palermo, che ha convogliato a valle sulla SP4, che scorre parallela, le acque piovane. Nei giorni scorsi, la circolazione è stata interrotta dopo un violento temporale ed il traffico veicolare è stato deviato da Corleone sulla SS.118. La Protezione Civile comunale ed il Gruppo Arci-Grifone hanno operato per liberare decine di automobilisti rimasti bloccati. Un calvario per le centinaia di automobilisti che ogni giorno la percorrono per recarsi al lavoro e per gli operai delle aziende agricole e vitivinicole della zona. “Stiamo subendo gravi danni – spiega Vincenzo Pollara co-titolare della cantine Pollara che producono il vino Principe di Corleone-. Abbiamo dovuto, nei giorni scorsi, sospendere la produzione e le consegne”. “ Dalle parole bisogna passare subito ai fatti – dice il sindaco di Corleone Nino Iannazzo – sappiamo dell’aggiudicazione definitiva dei lavori fatta dall’Ufficio Tecnico della Provincia e ci attendiamo che entro il mese corrente diano corso ai lavori, perché è ormai ovvio che l’attuale condizione della strada, oltre a mortificare la dignità dei corleonesi, non supererà la stagione invernale”.
Un tratto della SP 4 franato. Sullo sfondo Corleone |
Corleone. Ritrovato in un'antica cappella un affresco che Giuseppe Vasi dipinse nel 1734
di Cosmo Di Carlo
L'affresco del Vasi nella cappella |
CORLEONE - Ritrovata l’antica cappella affrescata da Giuseppe Vasi (Corleone 1710-Roma 1782). I dipinti sono stati rinvenuti all’interno di una piccola navata laterale nella chiesa di un ex convento del 1600 che sorge in pieno centro storico. Dell’esistenza dell’opera del grande artista corleonese, che operò nella Roma papalina, se ne tramandava la memoria ma nulla di più sino a ieri. La chiesa, infatti, era stata gravemente danneggiata dal sisma del 1968 e successivamente in parte demolita. Del prezioso edificio si è salvato il prospetto e le due piccole navate laterali che, sono state murate 40 anni fa. All’interno di una di queste i preziosi affreschi che si sono salvati grazie all’accortezza dei mastri muratori che, nel 1970 collocarono un telaio in legno, coprirono i dipinti con della stoffa di lino e sistemarono il tetto. La scoperta è avvenuta casualmente mentre alcune maestranze comunali stavano riparando uno dei tetti. E’ bastato accendere un faro all’interno di una intercapedine per vedere le splendide prospettive disegnate dal giovane Giuseppe Vasi ed i dipinti raffiguranti soggetti sacri, tra cui una maternità ed una rara immagine di San Vincenzo Ferreri. Gli affreschi sono in ottime condizioni. A confermare l’attribuzione senza ombra di dubbi è stata la firma in calce agli affreschi : “ studens Joseph Vasi corleonis pinxit 1734” . All’epoca il giovane artista aveva solo 24 anni. Proprio quest’anno infatti la città sta varando una serie di iniziative per festeggiare i 300 anni dalla nascita dell’incisore che avvenne a Corleone il 28 agosto del 1710.
La firma di Vasi sull'affresco |
“Giuseppe Vasi studiò disegno a Palermo quindi raggiunse Roma - così scrive Salvatore Mangano in un suo saggio storico - Nella capitale, sotto la guida di Filippo Juvara e dell’incisore Ghezzi si perfezionò. La sua maestria nelle incisioni fu apprezzata da papa Benedetto XIV° dal quale ebbe incarichi ed onori. Fu maestro di Giovanni Battista Piranesi, che pur nella sua maggiore fama mai dimenticò il maestro”. Tra le maggiori opere di Giuseppe Vasi :” Il panorama di Roma vista dal Gianicolo” e “ Le magnificenze di Roma antica e moderna”, 200 incisioni a cui l’artista lavorò dal 1741 al 1747. Morì a Roma il 16 aprile del 1782. Nell’aula consiliare di Corleone sono esposte cinque preziose stampe ricavate dai calchi originali delle incisioni, che venivano realizzate su lastre di rame. Corleone gli ha dedicato una piazza nella parte alta della città proprio dove si affacciava l’antica casa dei Vasi.
mercoledì, ottobre 20, 2010
Casarrubea e Cereghino: "Mai detto che il cadavere non è quello di Giuliano ma di un sosia"
Giuliano morto (ma era lui?) |
di GIUSEPPE CASARRUBEA
e MARIO CEREGHINO
Vi segnaliamo un grave errore che si trascina da vari giorni per colpa di varie agenzie di stampa, a cominciare dall'Ansa. Noi non abbiamo mai affermato che nella tomba della famiglia Giuliano a Montelepre "il cadavere non sarebbe quello di Giuliano ma di un sosia". L'Ansa, addirittura, ha scritto negli ultimi giorni che "secondo Casarrubea, il bandito in realtà sarebbe stato fatto fuggire all'estero e il cadavere esposto sarebbe di un sosia". Ieri sera, abbiamo avuto una lunga conversazione con il dott. Pecoraro, giornalista dell'Ansa di Palermo, il quale ha subito rettificato la notizia errata, diramata nel tardo pomeriggio del 19 ottobre. LEGGI TUTTO Fallito attentato dell'Addaura, Gianmarco Piazza: "Mio fratello mi disse che era coinvolta la polizia"
Giovanni Falcone |
20 ottobre 2010
Palermo, lettera con minacce a Pino Maniaci, direttore dell'emittente televisiva "Telejato"
Pino Maniaci |
Per le sue inchieste antimafia, già in passato il giornalista partinicese ha subito altre pesanti intimidazioni, che non hanno fiaccato il suo impegno
Palermo - (Adnkronos) - Nuova intimidazione per Pino Maniaci, direttore di Telejato, emittende del palermitano. Una lettera con minacce di morte, spedita da Palermo, e' stata recapitata al giornalista, gia' in passato nel mirino per le sue inchieste antimafia. Maniaci ha denunciato l'episodio alla Polizia. Solidarieta' arriva dal gruppo siciliano dell'Unci-Unione nazionale cronisti italiani. "Chiediamo alle forze di polizia - ha detto il presidente dell'Unci Sicilia, Leone Zingales - di fare luce in tempi brevi sull'episodio e di adottare tutte le iniziative per garantire a Pino Maniaci e alla redazione di Telejato la serenita' necessaria per potere svolgere il lavoro giornalistico con serenita'". Per il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia ''il lavoro giornalistico svolto da Pino Maniaci e' una risorsa importante al servizio della verita' e della coscienza antimafia. In un territorio fortemente condizionato dalla presenza di boss e cosche di Cosa nostra, Telejato rappresenta un baluardo informativo prezioso per l'opinione pubblica".
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A Pino Maniaci e alla redazione di "Telejato" la solidarietà di "Città Nuove". Pino, non mollare! (d.p.)
LE MINACCE A MANIACI NON SONO UN FATTO ISOLATO
di Alberto Spampinato
LE MINACCE A MANIACI NON SONO UN FATTO ISOLATO
di Alberto Spampinato
Palermo. Processo contro l'on. Antonello Antinoro, Addiopizzo ammesso parte civile
Antonello Antinoro |
L'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, "promosso" cardinale. Ad Acireale campane in festa
Paolo Romeo |
(20 ottobre 2010)
IL CASO. La salma del bandito Salvatore Giuliano verrà riesumata il prossimo 28 ottobre
Il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia |
PALERMO - Sarà riesumata il 28 ottobre la salma del bandito Salvatore Giuliano. Lo ha disposto la Procura di Palermo che ha dato l'incarico all'anatomopatologo Livio Milone. Lo scopo è verificare se quelli sepolti siano effettivamente i resti del "re di Montelepre". Milone eseguirà sulle spoglie l'esame del dna confrontando quello del cadavere con quello di alcuni familiari in vita di Giuliano. La Procura ha aperto un'indagine a carico di ignoti per omicidio e sostituzione di cadavere per verificare la fondatezza dei dubbi avanzati dallo storico Giuseppe Casarubea, secondo il quale il bandito in realtà sarebbe stato fatto fuggire all'estero e il cadavere esposto sarebbe di un sosia. Secondo Casarubea, che ha presentato un esposto, il corpo apparterrebbe a un uomo ucciso proprio per nascondere la fuga di Giuliano. Nei mesi scorsi i pm Francesco Del Bene e Marcello Viola hanno interrogato, oltre allo storico, alcuni giornalisti che si sono occupati nel tempo della vicenda.
19/10/2010
martedì, ottobre 19, 2010
Corleone. Un ordine del giorno per intitolare a Nino Gennaro il centro sociale S. Lucia
Nino Gennaro (Ph. Riccardo Liberati) |
MAFIA. Non sono di Placido Rizzotto i resti recuperati due anni fa dai Carabinieri in una foiba di Roccabusambra
Carmelo Rizzotto con la foto del figlio Placido |
Non sono del sindacalista Placido Rizzotto i resti recuperati due anni fa dai carabinieri in una foiba di Rocca Busambra, a Corleone. Gli investigatori delò Ris di Messina hanno fatto l’esame del Dna (comparandolo con quello di un parente della vittima) su disposizione del pm Marzia Sabella. “Continuiamo a sperare”, dice il nipote del sindacalista ucciso nel ’48, che porta il suo stesso nome. La polizia scientifica sta adesso esaminando i resti ritrovati a marzo in un’altra foiba di Rocca Busambra. Dice Rizzotto: “Chiediamo che si faccia luce sulla scomparsa dei resti che erano stati recuperati nel 1949 durante le indagini del generale Dalla Chiesa”. Sono andati probabilmente dispersi in qualche archivio giudiziario. “A Corleone – dice il nipote – i mafiosi hanno tutti una tomba nel cimitero. Placido Rizzotto ancora no”.
(salvo palazzolo, la Repubblica-Palermo, 19.10.10)
(salvo palazzolo, la Repubblica-Palermo, 19.10.10)
Dino Paternostro e Maurizio Calà (Cgil):: "Bisogna continuare le ricerche per ritrovare il corpo di Placido Rizzotto"
Una delle foibe di Roccabusambra |
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