Massimo Russo |
di Agostino Spataro
Fin dal primo momento, l’assessore alla Salute, Massimo Russo, ha sostenuto che l’episodio di Messina “non è un caso di malasanità”. Oggi, forse, ci spiegherà perché. Nessuno, infatti, ha capito i motivi per i quali egli, di fronte all’indignazione generale e accanto al ministro Fazio precipitatosi a Messina, non abbia voluto qualificarli come casi di malasanità. I fatti sono arcinoti: una partoriente, già in sala parto, assiste, sgomenta, alla rissa furente fra i due medici che dovevano aiutarla a partorire; un’altra donna, giorni prima, aveva abortito, da sola, nel WC dello stesso reparto; mentre una sessantenne è morta in circostanze tutte da chiarire. A ciò bisogna aggiungere le “scoperte” fatte, ieri, dall’inchiesta del Nas: medicinali scaduti, rifiuti speciali abbandonati e non smaltiti; persino la carogna impolverata di un pipistrello in terapia intensiva. LEGGI TUTTO
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