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Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi (9.5.1993) |
Un gruppo di bambini palermitani ha inviato una lettera al Papa, che, il 3 ottobre, sarà in visita nel capoluogo siciliano, chiedendogli di prendere posizione contro la mafia. "Il motivo per cui vi scriviamo - si legge nella missiva scritta dai ragazzini che, sulla scia del comitato Addiopizzo, hanno costituito il movimento Addiopizzo Junior - è chiedervi, in occasione della vostra venuta a Palermo, se possibile, di lanciare un forte messaggio contro la mafia, certi che dalle vostre parole molti potrebbero trarre spirito di rivalsa e coraggio di ribellione di fronte a un fenomeno tanto grave e deleterio". Il primo Pontefice a lanciare l'anatema della Chiesa contro le cosche mafiose fu, il 9 maggio del 1993, dalla Valle dei Templi, Giovanni Paolo II. "Dio ha detto una volta: non uccidere. - disse - Non può l'uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio". "Nel nome di Cristo - gridò alla folla - mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!". I bambini palermitani, ora, sollecitano un nuovo esplicito messaggio della Chiesa. "Siamo i ragazzi del comitato Addiopizzo Junior di Palermo, un gruppo che - aggiungono - si impegna nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare al fenomeno del pizzo". "Specificatamente - dicono - da ben cinque anni cerchiamo di coinvolgere i commercianti a denunciare eventuali estorsori e a richiamare i cittadini perché facciano economia etica, acquistando presso gli esercenti che pubblicamente hanno dichiarato di non pagare il pizzo, in quanto facenti parte di una lista, detta per l'appunto pizzo-free". "Infine - spiega la lettera - un'altra delle tante attività che svolgiamo consiste nel diffondere gli ideali in cui crediamo, tramite canzoni composte per noi dalla nostra ex insegnante, consapevoli che la musica è spesso il mezzo più efficace per raggiungere i giovani e non". Mercoledì scorso, un gruppo di bambini del Comitato, insieme a coetanei di Torino e Napoli, hanno cantato quello che ormai è diventato il loro inno - "Contro pizzo rap" - davanti al presidente della Repubblica Napolitano.
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