I tre operai licenziati davanti ai cancelli di Melfi |
MELFI - I tre operai che la Fiat di Melfi non intende far lavorare nonostante una sentenza ne disponga il reintegro annunciano che continueranno a presentarsi tutti i giorni ai cancelli della fabbrica, anche se l'azienda dovesse mantenere ferma la propria posizione fino a quando si concluderà il processo d'appello. "Non entreremo neanche oggi in fabbrica ma saremo qui ogni giorno, al turno delle ore 14: ci aspettiamo novità positive per domani", hanno detto Giovanni Barozzino e Antonio Lamorte. Lamorte, parlando con i giornalisti, ha sottolineato "l'importanza delle dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, sulla necessità che le sentenze dei giudici siano rispettate, anche se non piacciono". Ma ancora maggiore, ha affermato Barozzino, è la soddisfazione per la lettera che il presidente della Repubblica Napolitano ha loro inviato ieri, rispondendo dopo poche ore al loro appello: "Provo ancora una sensazione bellissima al pensiero che il presidente della Repubblica ha risposto alla nostra lettera. Lo ringraziamo profondamente e speriamo che il suo intervento serva a sbloccare questa vicenda". "L'intervento del presidente Napolitano è stato nobilissimo, rapido, incisivo e lucido". E' quanto ha detto mons. Giancarlo Maria Bregantini, Presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. "L'azienda - ha aggiunto - ha dei compiti e degli obblighi non solo di natura economica ma anche di natura personale. Poi c'è la funzione sociale, cioè la responsabilità verso la persona e l'ambiente, quindi la dignità di fronte a Dio". Alla luce dunque della dottrina sociale della Chiesa, conclude il prelato, si può dire "che l'azienda stia compiendo un errore etico".
(La Repubblica, 25 agosto 2010)
1 commento:
la fiat ha fatto bene a mettere i puntini sulle "i"
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