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Domenico Giannopolo |
CALTAVUTURO. «La decisione di porre in liquidazione la società Aps, ente gestore del servizio idrico integrato nella provincia di Palermo, pone all'attenzione della Conferenza dei Sindaci dell'Ato idrico palermitano la necessità, non più eludibile, di revocare l'affidamento al raggruppamento d'imprese che in modo improprio e per alcuni aspetti illegittimamente si è aggiudicato l'appalto nel 2007». La pensa così Domenico Giannopolo, vicesindaco di Caltavuturo e delegato alla Conferenza dei sindaci dell'Ato idrico di Palermo, intervenendo sull'attuale rovente disputa fra Ato e Aps. «La direzione dell'Ato Idrico ha fatto bene a contestare il mancato deposito cauzionale previsto dall'articolo 37 della convenzione di gestione – precisa Giannopolo - sul quale rivalersi in caso di inadempienze contrattuali, quali quelle rilevate per il mancato versamento del canone dovuto da Aps in misura di 7 milioni di euro annui». «Siamo altresì convinti – aggiunge Giannopolo - che occorre allargare lo spettro delle contestazioni ad Aps con particolare riferimento ai disservizi, alla mancata attivazione degli sportelli decentrati secondo quanto previsto dalla convenzione e alla mancata attivazione degli investimenti, fino a prefigurare una risoluzione del contratto in danno». Secondo il delegato dei sindaci, «appare del tutto evidente che le lamentazioni di Aps mirano a ricostituire profitti immediati, recuperando le poche risorse finanziarie investite nella gestione corrente». Lamentazioni che prefigurano un consistente ritocco nell'immediato delle tariffe. «In buona sostanza – conclude Giannopolo - esistono tutte le condizioni per far tornare la gestione dell'acqua a Palermo e provincia in mano pubblica».
Antonello Zimbardo
Da “Il Giornale di Sicilia”
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