Un monento del dibattito al circolo Arci 'Nzocchè |
Si trova a Palermo, in via Ximenes 95, al Borgo Vecchio, e si chiama “Nzocchè” il circolo Arci, ideato dalla giornalista Titti De Simone, ex del giornale “L’Ora” e per due legislature deputato di Rifondazione comunista. E proprio De Simone spiega cos’è: «Uno spazio per desiderare un nuovo cielo sopra Palermo, un circolo sociale e culturale in una città desertificata, perché è così che l'ha voluta chi l'ha governata, dove i talenti e le idee innovative, non trovano cittadinanza, se non quella guadagnata sul campo». Nel “giardino segreto” del circolo, sospeso tra le case diroccate del Borgo Vecchio, la sera del 6 agosto si è svolto un dibattito intorno ai contenuti del libro di Walter Molino “Taci infame”. Un libro che è un viaggio per dare voce a giornalisti noti e meno noti, che giornalmente vengono minacciati da mafia, camorra e ‘ndrangheta perché non vogliono perdere il gusto di informare, di raccontare, di stare con la schiena dritta. Fortunatamente, si tratta di giornalisti “vivi”, che un libro come quello di Walter contribuisce ad aiutare, perché rappresenta un riflettore acceso, capace di illuminare gli angoli bui delle nostre città e dei nostri paesi. Insieme all’autore, c’erano il presidente del circolo, Titti De Simone, il presidente di Arci Sicilia, Anna Bucca, e il direttore di “Città Nuove”, Dino Paternostro. Dal confronto è venuto fuori un grido d’allarme per i forti condizionamenti dell’informazione in Italia e a Palermo. «Troppi connubi e rapporti inconfessabili tra pseudo giornalisti e centri di potere; troppi contributi, inserzioni e sponsorizzazioni a giornali cosiddetti indipendenti…», ha denunciato Dino Paternostro. E Walter Molino ha messo il dito in un’altra piaga: «attenzione alle professioni di antimafia. Non sono tutte genuine. Non dimentichiamoci che lo stesso Binnu Provenzano ha sollecitato i suoi “picciotti” a stare nelle associazioni antimafia e gridare più forte degli altri…». Anna Bucca ha valorizzato l’esperienza di antimafia sociale fatta dalle cooperative che lavorano sui terreni confiscati. «Rappresentano la speranza della nostra terra». A tirare le fila del dibattito Titti De Simone. «Il nostro circolo è uno spazio aperto, uno spazio di democrazia, che vogliamo mettere a disposizione della città di Palermo».
Nessun commento:
Posta un commento