L'atto presentato in Consiglio comunale dall'opposizione è stato votato dal Pdl Sicilia ma non ha raggiunto i 33 voti necessari. Il primo cittadino attacca Micciché: "Con questo voto i suoi uomini stanno ufficialmente con il centrosinistra". Il Pd e Italia dei valori: "Il sindaco non ha più la maggioranza". Diego Cammarata resta il sindaco di Palermo ma al Comune è guerra fra le diverse componenti del centrodestra. La mozione di sfiducia contro il primo cittadino non è passata. Servivano almeno 33 voti a fronte dei 20 effettivamente raccolti. Tuttavia, i contrari alla mozione sono stati appena 23. A votare per la sfiducia sono stati i consiglieri del Pd, di Italia dei valori, dell'Mpa di Raffaele Lombardo, di Un'altra storia di Rita Borsellino e del Pdl-Sicilia di Gianfranco Micciché il quale, in questo modo, ha ufficialmente "divorziato" da Diego Cammarata, esponente del Pdl lealista. Erano assenti tre esponenti del centrosinistra, due dell'Mpa e uno del Pdl-Sicilia. Contro la mozione e dunque a favore del salvataggio di Cammarata si sono espressi il Pdl, l'Udc e anche i due consiglieri di Alleanza per l'Italia. Il primo cittadino parla di fine di una "farsa montata dal centrosinistra per tenere alta l'attenzione su una vicenda che, come hanno dimostrato i numeri, non ha consistenza". E punta il dito contro Micciché "che dichiara ipocritamente 'mai con il Pd', mentre con questo voto i suoi uomini sono ufficialmente nella coalizione di centrosinistra al Comune così come è alla Regione".
Il voto d'aula, insomma, "è servito a capire chi è davvero con la maggioranza di centrodestra e vota coerentemente e chi appoggia invece - a questo punto non solo con dichiarazioni ma con i propri voti - il centrosinistra diventando di fatto alleato del Pd e dell'Idv di Di Pietro che non manca occasione per attaccare e insultare il Pdl e Silvio Berlusconi". Ma l'esito della mozione a Palazzo delle Aquile, conclude Cammarata, "restituisce la verità dei fatti e conferma la fiducia al sindaco. Il Consiglio comunale non ha più alibi e deve tornare subito al lavoro votando innanzitutto il bilanci. Per Fabrizio Ferrandelli, capogruppo Idv, "è chiaro che questo è un sindaco fantasma, senza più una maggioranza. Ed è un giorno di verità per la città di Palermo. Finalmente vengono fuori i nomi di coloro che mettono la propria faccia accanto a quella di Cammarata. Proprio in queste ore, con famiglie di senzatetto accampate sotto il palazzo, c'è chi ha avuto il coraggio di rinnovare la fiducia a un sindaco nocivo come la peste". Anche per Davide Faraone del Pd "il sindaco non ha più la maggioranza in Consiglio comunale (solo 23 voti), e quindi anche l'approvazione del bilancio è profondamente in discussione. Il disagio sociale in cui Cammarata ha cacciato la città grida vendetta. Continueremo la nostra opposizione ad oltranza per cacciare questi amministratori che stanno portando Palermo al collasso".
(03 luglio 2010)
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