domenica, luglio 18, 2010
Palermo, in cento alla marcia per Borsellino. "A via D'Amelio è stata una strage di Stato"
Poca gente alla manifestazione voluta da Salvatore Borsellino, il fratello del giudice ucciso dalla mafia. la conclusione davanti ad una presunta sede dei servizi segreti. Le agende rosse e il coro "Bella Ciao" ROMA - Sono arrivati cantando Bella ciao e stringendo in mano l'ormai famosa agenda rossa. Non molti, per la verità. Un centinaio circa. La maggior parte dalle città del Nord. Per partecipare alla marcia voluta da Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo Borsellino ucciso 18 anni fa - domani la data esatta dell'anniversario - nella strage di via D'Amelio dove persero la vita anche cinque agenti della scorta. Il corteo, partito in mattinata da via D'Amelio, è arrivato al Castel Utveggio che, secondo alcune tesi investigative, avrebbe ospitato una sede riservata del Sisde. Un luogo simbolico dopo le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza che ha rivelato il coinvolgimento di alcuni uomini dei servizi segreti nell'eccidio in cui perse la vita Borsellino. Provati dal caldo, i manifestanti tenevano in mano l'agenda rossa, per ricordare quella, simile, da cui Borsellino non si separava mai e di cui si sono perse le tracce subito dopo l'eccidio. Poca la gente che è scesa in strada, però. "Colpa del caldo - spiega Rita Borsellino, eurodeputato e sorella del magistrato - ma prima di dire che Palermo volta le spalle a Paolo Borsellino bisogna aspettare che si concludano tutte le numerose manifestazioni organizzate da un cartello di associazioni e farne un bilancio". "Effetto di un ritorno all"indifferenza del passato" commenta, scoraggiato, uno dei pm di punta della Procura antimafia di Palermo, Nino Di Matteo"; "quella di via D'Amelio fu una strage di Stato, alcuni esponenti delle istituzioni hanno ritenuto di potere trattare con la criminalità organizzata" scandisce Salvatore Borsellino.
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