Atto di vandalismo sulle statue in gesso dedicate ai due magistrati assassinati da Cosa nostra. Erano state poste in pieno centro. Sul caso indagano i carabinieri Sono state danneggiate le statue in gesso di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, posizionate ieri pomeriggio nel centro di Palermo, in via Libertà, nei pressi del teatro Politeama. La scoperta è stata fatta, verso le 9.30, da una pattuglia dei carabinieri in transito in via Libertà. Le statue, realizzate dallo scultore palermitano Tommaso Domina, erano state posizionate sul marciapiede. Indagano i carabinieri della Compagnia piazza Verdi. A poche ore dal ritrovamento delle due statue danneggiate, in varie parti della città sono stati strappati manifesti e locandine che pubblicizzano la tradizionale fiaccolata organizzata da Giovane Italia in memoria di Paolo Borsellino. In particolare, i vandali sono entrati in azione in piazza Politeama, corso Vittorio Emanuele, via Notarbartolo e Mondello. La fiaccolata si svolgerà lunedì da piazza Vittorio Veneto, alle 20.30, fino in via D'Amelio dove verrà proiettato un video-documentario dal titolo "Paolo Borsellino: una vita da eroe".
Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso ed eurodeputata del Pd, ha lanciato una sottoscrizione pubblica per raccogliere i fondi necessari per la fusione in bronzo delle statue. L'opera, praticamente abbattuta, era in gesso. L'iniziativa è stata annunciata dalla Borsellino che, assieme a Martin Schulz, presidente dell'Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici al Parlamento europeo, si è recata nel luogo in cui è scattato il raid. Con loro il segretario del Partito democratico siciliano Giuseppe Lupo che ha annunciato che il Pd sosterrà la sottoscrizione. "La Regione coprirà i costi per le statue di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino". Lo promette il governatore Raffaele Lombardo. "L'amministrazione è pronta a fare la sua parte - continua - per rendere il doveroso omaggio ai due magistrati caduti nella lotta alla mafia. Ricostruire le statue è il doveroso tributo che deve accomunare tutti i siciliani per cancellare lo squallido episodio".
(17 luglio 2010)
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