REGGIO CALABRIA - Una maxi operazione è stata condotta all'alba contro la 'ndrangheta tra la Calabria e la Lombardia. Si tratta, si apprende in ambienti investigativi, della più imponente indagine di questo tipo degli ultimi anni: 304 ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Dda di Reggio Calabria, rivolte a presunti affiliati alla malavita organizzata calabrese anche in Piemonte e Liguria. Tutto sarebbe partito dall'omicidio del boss Carmelo Novella, ucciso il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona. Associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di armi e stupefacenti, omicidio, estorsione e usura sono i reati contestati a vario titolo agli indagati. Secondo i risultati dell'operazione, denominata "Il crimine", la 'ndrangheta ha ormai una struttura verticistica e tutti gli affiliati, sia che operino in altre regioni, sia che si trovino all'estero, dipendono gerarchicamente dalle cosche della provincia di Reggio Calabria. Nella lunghissima lista degli arrestati figura il direttore dell'Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco. Nell'inchiesta, che ha accertato infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord Italia, sono indagati anche l'assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (per corruzione elettorale) e l'ex assessore provinciale milanese Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta). Tra gli indagati anche quattro carabinieri di Rho, uno dei quali per concorso esterno in associazione mafiosa. Le indagini, condotte dalla Dia di Milano, hanno anche portato all'arresto di Francesco Bertucca, 57 anni, imprenditore edile di Pavia e di Rocco Coluccio, biologo e imprenditore; assieme al direttore dell'Asl di Pavia sono accusati di essere stati organici alla 'ndrangheta e di essere il punto di congiunzione con l'organizzazione agli ordini del boss Pino Neri. L'organizzazione criminale non ha più quindi una struttura familistica, ma si è organizzata sul modello di Cosa nostra siciliana. L'indagine sull'asse Milano-Reggio Calabria sembra tracciare la nuova geografia delle cosche, "tra feudi di origine e costole settentrionali", strutturati in modo piramidale. Le indagini "hanno consentito di documentare la gestione delle attività illecite in Calabria e le infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord Italia, dove stava estendendo i propri interessi illeciti in diversi settori economici". Al blitz hanno partecipato oltre 3mila uomini. L'imponente operazione ha colpito le più importanti e potenti famiglie delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, oltre alle loro proiezioni extraregionali ed estere. Di fatto sono state destrutturate, dicono gli inquirenti, le cosche egemoni nel capoluogo reggino, nella fascia ionica e in quella tirrenica, tra cui i Pelle di San Luca, i Commisso di Siderno, gli Acquino-Coluccio ed i Mazzaferro di Gioiosa Ionica, i Pesce-Bellocco e gli Oppedisano di Rosarno, gli Alvaro di Sinopoli, i Longo di Polistena, gli Iamonte di Melito Porto Salvo. Nella sola provincia di Reggio Calabria sono stati arrestati 120 persone (53 dalla polizia di stato e 68 dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria). Questa operazione prende spunto da numerose inchieste giudiziarie condotte dalle forze dell'ordine in provincia di Reggio Calabria. Tra gli appalti, oggetto di spartizione tra clan, ci sarebbe anche un lotto della Statale 106 Jonica. Inoltre sono stati sequestrati beni mobili e immobili per decine di milioni di euro. Le Direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria e Milano sono guidate rispettivamente da Giuseppe Pignatone e da Ilda Boccassini.
La Sicilia, 13.07.2010
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