CAMPOFIORITO - Inaugurato alla presenza del sindaco Giuseppe Sagona, della giunta comunale e degli onorevoli Nino Dina e Salvino Caputo, il Museo Civico, che ha sede in Via Antonio Gramsci, al secondo piano del Centro Socio-Culturale intitolato a Giovanni Paolo II. L’ampia sala espositiva detta del “Castellaccio di Campofiorito” contiene i reperti archeologici rinvenuti negli scavi effettuati tra maggio e agosto 2007 in località Monte Castellaccio, realizzati nell’ambito del progetto di riqualificazione ambientale e valorizzazione archeologica dell’area limitrofa all’ex Stazione Ferroviaria di contrada “Conte Ranieri”. Il Museo è stato finanziato dall’assessorato regionale ai Beni Culturali nel 2005 con poco più di un milione di euro. Gli scavi hanno portato alla luce un insediamento fortificato di epoca medievale, molto simile ai “donjons” normanni che si trovano in Inghilterra, in Francia nella Valle della Loira e in Normandia. È costituito da una torre quadrangolare “Masmo”, collegata visivamente con l’abbazia di S. Maria del Bosco, con l’insediamento fortificato di Calatamauro, con la rocca di Entella e con il Castello di Calatrasi, attraverso due torri fortificate, il perimetro murale e una chiesetta “Mononave ” .Numerosi i reperti in ceramica elima e greca di età arcaica. L’allestimento è stato curato dall’architetto Giuseppe Oliva, mentre la guida e il catalogo espositivo sono opera di Roberto Graditi, consulente archeologico dell’iniziativa, e di Stefano Vassallo. L’Amministrazione continuerà ad investire in progetti che prevedono la continuazione degli scavi e la sistemazione dell’area di Monte Castellaccio. «La musealizzazione – dice il sindaco Giuseppe Sagona - è la giusta e doverosa conclusione di un’opera di ricerca storica, culturale ed archeologica che abbiamo intrapreso per ricercare le origini del nostro paese». «L’ufficio tecnico comunale, guidato dall’ingegnere Francesco Quartana - afferma il vice sindaco Giuseppe Pizzo - ha seguito in questi anni tutte le fasi del progetto, lavorando in modo sinergico al suo interno e con la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Palermo». «Finalmente – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Mario Milazzo – Campofiorito riscopre la sua storia e le sue radici culturali. Al museo archeologico, abbiamo intenzione di affiancare anche un museo etno-antropologico e una biblioteca».
Cosmo Di Carlo
Nella foto (CODI) uno scorcio dell’area archeologica di Contrada Castellazzo da cui provengono i reperti esposti nel Museo Civico cittadino inaugurato ieri.
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