di Massimo Ciancimino
Ho appena finito di leggere l’articolo di Felice Cavallaro su ‘I love Sicilia’ e credo sia giusto “riportare la barra dritta”, come dice lo stesso inviato di punta del Corriere della Sera nella sua rubrica ‘L’Infelice’. Mi verrebbe subito da controbattere alla descrizione,totalmente fuorviante, che viene fornita sulla mia persona. Mi viene detto che sono “sbruffone”, “beffardo e canzonatorio”. Ho la netta sensazione che stavolta, il vostro editorialista di punta abbia toppato. E vi spiego perché.
Lungi da me l’idea di volermi giustificare o dare spiegazioni, anche se certamente avrei preferito potere replicare, punto su punto, ad alcune imprecisioni o cattiverie che sono state dette sul mio conto. Evidentemente, siamo alle solite: tutti pronti a puntare il dito su chi parla su, chi racconta le reali collusioni del proprio padre con Cosa nostra – cosa non facile vi assicuro – e non solo.
Vengo criticato come sempre sul mio comportamento progressivo al limite della “paraculaggine” con noti ed illustri esponenti della Procura di Palermo e di Caltanissetta. Niente e nulla su tanti che ancora oggi, pur sapendo tante cose utili alle inchieste dei giudici, tacciono in un confortante e sempre rassicurante silenzio. Io ho il torto di parlare, di raccontare scomode verità. Ma per questo sono uno “sbruffone”, io. LEGGI TUTTO
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