(AGI) - Palermo, 17 mag. - "Non ho voglia di fare il martire, di finire ammazzato come molti sindacalisti, ma il feudo Verbumcaudo e' un'occasione di riscatto per i giovani che possono trovare lavoro qui, senza essere costretti ad emigrare". Vincenzo Liarda, responsabile zonale Cgil della Alte Madonie minacciato dai boss, lancia un appello dalle pagine di Asud'Europa, il settimanale del Centro Pio La Torre: "La societa' civile e la politica devono riaffermare con forza lo spirito della legalita'". In pochi giorni sono arrivati due messaggi di morte volti a fermare l'azione del sindacalista che dal 2007 si batte per l'affidamento del feudo Verbumcaudo - 150 ettari di terra appartenuti allo storico boss mafioso Michele Greco, detto il papa, - alla cooperativa "Placido Rizzotto" di Libera. Il fondo, dopo la confisca da parte dello Stato, e' stato assegnato al Comune di Polizzi Generosa, ma a causa di un contenzioso tra il Comune e un'agenzia di recupero crediti non e' ancora entrato in possesso di nessuno. "Da allora - spiega Liarda - ci battiamo per evitare che il bene messo all'asta possa rientrare nelle mani della famiglia Greco o dei suoi prestanome. Questa terra, invece, puo' avviare al lavoro giovani e creare sviluppo economico per l'intera zona, divenendo un modello di crescita nella legalita'". Malgrado i numerosi atti di solidarieta' arrivati dai sindacati e da tutta la classe politica, Liarda non nasconde la propria preoccupazione: "Mi sembra di vivere un sogno, o forse sarebbe meglio dire un incubo, non siamo lontani dal tempo in cui i sindacalisti che occupavano la terra venivano assassinati dalla mafia. Io non ho nessuna voglia di essere un eroe o un martire.
I valori che ho vissuto all'interno della Cgil ho semplicemente cercato di esternarli durante il mio lavoro. La mia speranza - continua il dirigente sindacale - e' che la politica possa determinare, senza nessun tipo di tentennamenti, manifestazioni di legalita'". A sessant'anni dalla riforma agraria e dalle storiche lotte per l'occupazione delle terre, "ancora una volta il feudo continua ad essere crocevia d'interessi tra chi lo vorrebbe latifondo e chi risorsa per i giovani e per il territorio", conclude il presidente del Centro Pio la Torre, Vito lo Monaco, che lancia un appello "al popolo delle Madonie, alla sua storia di lotte democratiche, all'opinione pubblica siciliana e nazionale per una mobilitazione democratica con l'obbiettivo di ottenere il rispetto dello spirito della legge Rognoni-La Torre e della 109 per la gestione dei beni confiscati".
(AGI) Mrg
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