A redigere l'atto è il consigliere Davide Faraone. Per presentare la mozione sono necessarie 20 firme, per essere approvata è necessario il sostegno di 33 consiglieri. "Gli operatori economici denunziano a viva voce lo stato di degrado in cui versa Palermo che costringe i turisti a fuggire", dice il Pd
Mozione di sfiducia contro il sindaco di Palermo Diego Cammarata. A presentarla è il consigliere comunale del Pd Davide Faraone che sull'argomento ha inviato una lettera ai cinquanta consiglieri di Sala delle Lapidi chiedendo loro di firmare l'atto. Per presentare la mozione sono necessarie 20 firme, per la sua approvazione ne occorrono 33. "I cittadini palermitani - scrive Faraone a ciascuno dei consiglieri di Sala delle Lapidi - si aspettano dal Consiglio comunale un atto risolutivo che ponga fine all'attuale fallimentare stagione Cammarata. Ti comunico che ho predisposto e firmato la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, ritenendo questo il gesto più giusto, più nobile e più richiesto dalla città che il Consiglio possa fare come suo ultimo atto. Per questo chiedo anche a te di firmare la mozione. Lo dobbiamo a Palermo". "Le drammatiche condizioni in cui versa la città - sottolinea Faraone - sono sotto i nostri occhi: ingovernabilità, mancanza di progettualità, assenza di qualsiasi atto che possa prefigurare un'inversione di tendenza. Gli operatori economici denunziano a viva voce lo stato di degrado in cui versa Palermo che costringe i turisti a fuggire o addirittura a revocare importanti manifestazioni. La città chiede risposte che quest'amministrazione, lo sappiamo da tempo, non è capace di dare". Conclude il consigliere del Pd: "Non mi tiro certo indietro di fronte alle responsabilità, come penso e spero anche tu. Ma è proprio questo senso di responsabilità che impone di fare un passo ulteriore per andare incontro a tutti i palermitani che aspettano dal Consiglio comunale un atto risolutivo che ponga fine all'attuale fallimentare stagione Cammarata e che getti le basi per un nuovo progetto di governo".
(La Repubblica, 06 maggio 2010)
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