Il governatore parla dell'indagine che lo vede coinvolto. Risponde a Cuffaro che lo esortava a dimettersi e ribadisce la necessità della collaborazione politica con Berlusconi. Il ministro della Giustizia Alfano intanto potrebbe mandare gli ispettori alla procura di Catania. I magistrati: "Tra di noi nessuna spaccatura"
"Se sarà trovato e soprattutto provato con certezza che io abbia consapevolmente sostenuto e supportato la mafia me ne andrò un minuto prima". Lo ha affermato il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, in una conferenza stampa organizzata nel pomeriggio a Catania aggiungendo però di essere certo che ciò non accadrà perché, ha aggiunto, "sono sicuro di non averlo fatto". Lombardo parla dell'inchiesta su mafia e politica che lo vede indagato a Catania, replica a Cuffaro che lo ha invitato a dimettersi e affronta il tema dei rapporti con i partiti all'Ars.
L'inchiesta. "Se non ci fosse stata la smentita ufficiale della procura di Catania - ha detto Lombardo - l'indiscrezione di stampa su una presunta azione giudiziaria nei miei confronti, avrebbe fatto rischiare di cadere il mio governo".
Cuffaro. "Totò Cuffaro farebbe bene a rivedersi le carte dei conti della Sicilia, per come li ha lasciati. Io per amore di pregressa amicizia preferisco tacere". Così Lombardo ha commentato l'invito a dimettersi rivoltogli dall'ex governatore "non per i problemi giudiziari che ha - aveva detto Cuffaro in mattinata - ma per la situazione in cui ha trascinato la Sicilia".
Berlusconi. "Il premier è una persona con la quale collaborare è indispensabile e utile" ma occorre che "smentisca l'ala estremista del suo partito e si riprenda la via del confronto", ha affermato il governatore parlando del rapporto con il Pdl lealista che nell'Isola è all'opposizione e il Pdl-Sicilia che fa parte del suo governo. "La differenza tra le due anime del Pdl al momento non è marginale - ha aggiunto Lombardo - perché Micciché pretende che si sostenga il governo regionale in Sicilia mentre dall'altra parte si pretende che si dia addosso al governo stesso".
Il Pd. "Il rapporto con il Partito democratico è limpidissimo, fondato né sullo scambio di voti, né sulle poltrone, ma sulle riforme", ha sottolineato Lombardo.
L'ispezione. "Ho dato mandato ai miei uffici, cioè all'ispettorato del ministero della Giustizia, di valutare l'esistenza dei presupposti tecnici per l'eventuale avvio di un'ispezione". Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano a Marsala commentando la possibilità di inviare gli ispettori alla procura di Catania.
I magistrati. All'interno della procura di Catania, contrariamente a "insistite notizie di stampa", non vi è "nessuna spaccatura" sull'inchiesta su mafia e politica. Lo affermano in una nota congiunta il procuratore capo Vincenzo D'Agata e i magistrati della Direzione distrettuale antimafia etnea Giuseppe Gennaro, Agata Santonocito, Antonino Fanara e Iole Boscarino.
La Repubblica, 13.5.10
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