
mercoledì, marzo 31, 2010
Corleone. Subito dopo Pasqua il consiglio comunale si riunirà in sessione straordinaria in ospedale per approvare una mozione

Pino Lipari: "Il papello ai carabinieri"

Il vice di Provenzano parla con i pm. Il boss che faceva da "ministro dei lavori pubblici" del capo di Cosa nostra accetta di farsi interrogare dai magistrati che indagano sulla trattativa e conferma alcuni passaggi della ricostruzione di Massimo Ciancimino, che intanto ha ritrovato un documento del padre su Dell'Utri. Dopo anni di carcere, oggi dice: "Io ritengo in cuor mio di aver riscoperto i valori delle istituzioni. Perché troppi guai ho avuto, una famiglia distrutta e tutto il resto. Ecco perché rispondo". Pino Lipari, 74 anni, il ministro dei lavori pubblici di Bernardo Provenzano, resta ancora uno degli irriducibili di Cosa nostra (nonostante i buoni propositi annunciati), ma accetta di parlare con i magistrati di Palermo che indagano sulla trattativa fra pezzi dello Stato e la mafia. Il boss (ormai tornato in libertà) ha spiegato ai pm Nino Di Matteo e Antonio Ingroia di aver discusso del papello con Vito Ciancimino, durante un incontro all'hotel Plaza di Roma. LEGGI TUTTO
REGIONALI: POTENZA (PD) SCRIVE A BERSANI, "CARO SEGRETARIO, SERVE CAMBIO GENERAZIONALE"

Ecco il testo integrale della lettera:
Lumia (Pd): "Sia Corleone la sede palermitana dell’Agenzia per i beni confiscati"

IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DI LUMIA AL SENATO
martedì, marzo 30, 2010
Strada Corleone-S.Cipirello-Partinico: rinviata la gara d'appalto per la messa in sicurezza
Corleone 30 marzo 2003
Lillo Marino
Lillo Marino
Empoli. Partecipata assemblea al liceo "Virgilio" sul progetto Liberarci dalle spine

29 Marzo 2010
Corleone. Soppressa la Psichiatria, ridotta e "Punto nascite" l'Ostetricia. Le proposte della Cgil per salvare e potenziare l'ospedale

Lazio e Piemonte vanno a destra. Trionfo di Bossi, cala il Pdl

E' finita male, decisamente male. Fino alle 23 le sette regioni conquistate, con Lazio e Piemonte in bilico, consentivano al centrosinistra di sperare in un buon risultato, anche nel colpaccio del 9 a 4. Ma il doppio ko in Piemonte e Lazio ha mutato il volto di questa tornata elettorale per il Pd. Con una vittoria della Bresso o della Bonino si sarebbe anche potuto arginare il ko in Calabria e Campania. Ma così, con la vittoria (seppur risicatissima) della Polverini e quella appena poco più larga del leghista Cota queste regionali disegnano un paese ancora assai lontano dal tramonto del berlusconismo. LEGGI TUTTO
domenica, marzo 28, 2010
Sport, calcio. Il Corleone batte il Prizzi nel derby

Pol. Corleone: Caruso, Orlando Ienna, Amblà (41’ s.t. Carmelo Sciarrino J), Costanzo, Musicò. Carmelo Sciarrino Senior, Bona, Lipari (28’ s.t. D’Amico), Verardo, Cane ( 48’ s.t. Chiarello).
U.S.D. Prizzi: Dario Pomilla, Venezia, Buffa ( 12’ s.t. Romano), Di Gregorio, Tuzzolino, Giannini, Costanza (1’ s.t. Mondello), Canzoneri, Marco Pomilla, Galluzzo, Cannella.
ARBITRO: signor. Scibetta di Agrigento.
RETI: 33’ 1’t. Lipari.
NOTE: espulsi 47’ s.t. Marco Orlando - 51’ s.t. Marco Pomilla. e Buffa del Prizzi.
CORLEONE - Con una splendida rete di Lipari al 33’ del primo tempo i giallo-rossi del Corleone hanno battuto un Prizzi apparso sottotono che, pur macinando un gran mole di gioco a centrocampo, raramente si è portato sotto rete. Valida la tattica utilizzata dal mister del Corleone, Tanino Crapisi, che ha sviluppato un abile gioco di contenimento per gran parte del primo tempo. Il bomber Galluzzo ha sofferto il pressing dei difensori del Corleone, mentre il gioco prevedibile dei centrocampisti del Prizzi, che avveniva in prevalenza sulla fascia centrale, penalizzava il bomber rosso blu. In difesa i padroni di casa hanno avuto in Marco Orlando ed in Carmelo Sciarrino senior gli attori protagonisti delle ripartenze. La rete della vittoria del Corleone arrivava al 33’ con Totò Lipari, che agganciava un cross dalla destra e con un gran diagonale batteva Dario Pomilla. Nella ripresa il gioco si faceva più “maschio” con il montare della stanchezza e sul finire di gara l’ottimo signor Scibetta espelleva, nel corso dei cinque minuti di extratime, concessi prima, Marco Orlando e subito dopo Marco Pomilla e Buffa (che si trovava in panchina) per il Prizzi.
Cosmo Di Carlo
NELLA FOTO: Le due squadre a centrocampo prima dell'inizio della gara.
Corleone. Magistrale rappresentazione del "Processo a Gesù" della Compagnia tealtrale "Cepros"

Equipaggi da Russia e Turchia per le 30 edizioni del Rally Conca d’Oro prima prova del Trofeo Terra

Corleone. Presentato il volume “I Fratelli. Il Venerdì Santo a Corleone tra fede e tradizione”

Palermo. Serena Potenza (Pd): chi coordina i lavori delle aziende ex municipalizzate?

Pedofilia, l'inferno italiano

Dalla Toscana a Bolzano, dai missionari ai catechisti: oltre 40 casi di molestie. Con le diocesi all'opera per fermare le indagini. La situazione nel nostro Paese prima dell'intervento del Papa. L' immagine di un Cristo in croce. Un ragazzino nudo. Un frate che l'accarezza: "Non avere paura, sono le mani di Dio". È uno dei tanti casi di preti pedofili mai trapelati. Soffocato nel pianto di un undicenne diventato adulto covando un terribile segreto. LEGGI TUTTO
Ospedali senza medici, le Regioni si ribellano

Mancano i dottori: 39mila in meno in cinque anni. Pensionati a 58 anni dalla norma Brunetta. Niente turnover. Così i pronto soccorso collassano e le liste d'attesa si allungano. Ma le regioni si ribellano
Quaranta pazienti ammassati sulle barelle, senza neppure un letto, tra il viavai di ambulanze e nuovi malati in codice rosso. I più gravi sono intubati e occupano dalla notte precedente, qualcuno da più giorni, tutte le 14 postazioni con l'ossigeno. Sono i più fortunati, perché per gli altri non ci sono più respiratori. Tutti dovrebbero essere curati in rianimazione, ma in reparto non c'è posto. Come sempre. Il pronto soccorso del San Camillo-Forlanini di Roma, uno dei più importanti ospedali italiani, sembra una bolgia dantesca. LEGGI TUTTO
giovedì, marzo 25, 2010
Corleone. Cittadinanza onoraria solo al parroco di San Leoluca, don Calogero Giovinco? E il consiglio comunale si spacca...

La sera di lunedì scorso il consiglio comunale di Corleone ha approvato a maggioranza l’ordine del giorno, presentato da me e dal consigliere Salvatore Schillaci, con cui si chiedeva al sindaco di conferire la cittadinanza onoraria al sacerdote don Calogero Giovinco, parroco di San Leoluca, per i meriti acquisiti in trent’anni di attività pastorale a Corleone. Ma che fatica! Infatti, un manipolo di consiglieri comunali, abituati a “trattare” e “contrattare” su tutto, hanno provato in maniera maldestra ad “inquinare” il dibattito. Non hanno avuto il coraggio di dire “no”, ma hanno pronunciato tanti “si” condizionati. «D’accordo per la cittadinanza onoraria a don Calogero Giovinco, ma nell’ordine del giorno dobbiamo aggiungere pure quelle il decano don Vincenzo Pizzitola e per il parroco di Maria SS. delle Grazie fra Giuseppe Gentile…», hanno sostenuto i consiglieri Lea Savona, Maurizio La Barba e Fausto Iaria. «Che senso ha – ho replicato – in un ordine del giorno elaborato per don Calogero Giovinco, aggiungere altri nomi, senza un’adeguata motivazione?». «Preparate un altro ordine del giorno – ho proposto - e lo discuteremo nella prossima seduta del consiglio comunale…». Impossibile, hanno sostenuto. O tutti e tre, oppure ci asteniamo dalla votazione. (Perché non sia mai detto che passi la proposta di cittadinanza ad un prete, avanzata da un (ex?) comunista). Un modo “elegante” – secondo loro – per bocciare l’ordine del giorno. Che fare? Contrattare pure sulle cittadinanze onorarie? Mi è sembrato troppo. Ho chiesto di mettere ai voti l’ordine del giorno così come l’avevo presentato. Addirittura, il capogruppo dell’Udc Vincenzo Macaluso ha abbandonato l’aula. Ma ad astenersi sono stati solo i consiglieri Lea Savona, Maurizio La Barba, Fausto Iaria, Nicola Bentivegna, Salvatore Sorisi ed Angelo Cangemi (sei), mentre abbiamo votato a favore, io, Salvatore Schillaci, Liborio Marino, Mario Lanza, Calogero Di Miceli, Vincenzo Iannazzo, Maurizio Bruno e Leo Colletto (otto). E l’ordine del giorno (leggi il testo integrale) è stato approvato a maggioranza. Commento rabbioso (e acido) di uno degli astenuti: «Adesso i voti per approvare il bilancio il sindaco se li vada a cercare da Dino Paternostro». (d.p.)
NELLA FOTO: Don Calogero Giovinco (il terzo da sinistra) con l'arcivescovo Cataldo Naro e il dott. Giuseppe Marchese.
Finalmente a Corleone abbiamo spezzato il cerchio della paura e della vergogna

Io l’ho vissuto il tempo in cui a Corleone non c’era mafia e chi ne parlava lo faceva solo per infangare il buon nome della città. Poi ho vissuto anche il tempo in cui, sì, a Corleone forse la mafia c’era, ma come ci poteva essere ovunque: da Roma a Milano, da Parigi a Londra e persino a Stoccolma. Quello era il tempo in cui il "corleonese" don Vito Ciancimino faceva il bello e cattivo tempo in municipio e all’ospedale (compresi, ovviamente, i sindaci e i presidenti). Era il tempo in cui "pezzi" della Chiesa "brigavano" nelle sacrestie con i boss mafiosi e con i politici-boss. LEGGI TUTTO
martedì, marzo 23, 2010
Un libro sul “Cinema di mafia“

Leggendo questa antologia del cinema di mafia, della mafia nazionale ed internazionale, si ha come la sensazione di completare con l’ultima tessera un puzzle. Tutte le tessere le conosciamo, le riconosciamo per averle già viste “singolarmente” e, dopo averle girate e rigirate (viste e riviste), le abbiamo adattate e collocate nello spazio e nel tempo, ad ogni tessera abbiamo associato un tempo un’emozione, un film. Il buio della sala i numeri in reverse (8.....7.....6 ...). Nella lettura abbiamo riletto alcune tappe della nostra vita. Da “Il Padrino” (1972), visto in prima visione al Golden con gli amici, a “Corleone“ (1978) splendide le immagini di rocca Busambra, a Scarface” (1983) con un Al Pacino (di origini corleonesi ) trasfigurato dalla cocaina. LEGGI TUTTO
L'architetto amico dei politici a capo del clan dei Lo Piccolo

In cella Liga, leader del Movimento cristiano lavoratori. Lo accusano quattro pentiti, fra i quali il suo ex avvocato. Altri tre arresti. Un riferimento a lui nei "pizzini" trovati ai superlatitanti. Microspie in azione per migliaia di ore. Divideva le sue intense giornate di lavoro fra lo studio di architetto (a Cardillo), i convegni cattolici (per il Movimento cristiano lavoratori, in via Cerda) e i summit di mafia (a Tommaso Natale). Giuseppe Liga, 59 anni, è stato arrestato ieri mattina dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria con l'accusa di essere il successore del boss Salvatore Lo Piccolo. Quattro pentiti lo accusano: Isidoro Cracolici, Francesco Franzese, Gaspare Pulizzi e Marcello Trapani. I primi tre, ex fidati della cosca Lo Piccolo. L'ultimo era addirittura il suo avvocato, e da mesi sta collaborando con la giustizia dopo essere finito in manette. E dopo i pentiti, sono arrivate migliaia di ore di intercettazioni, effettuate dalla sezione investigativa antiriciclaggio della polizia valutaria di Palermo. LEGGI TUTTO
Il partito del sud e la legione straniera

Che la Sicilia e il Sud stiano affondando nel vortice della crisi è cosa evidente e accettata. Che ai siciliani siano rimasti soltanto “gli occhi per piangere” sulle loro sventure e tradimenti, nel vedere i loro paesi allagati, franati, crollati, le poche fabbriche chiuse, i contadini esasperati per i loro prodotti rubati, i loro figli emigrare é cosa arcinota e inoppugnabile. Che la Regione sia vicina al collasso amministrativo e finanziario, al limite estremo della sopravvivenza, è cosa certa e lampante. Che ci sia la necessità, e l’urgenza, di fare qualcosa di straordinario per bloccare la caduta e invertire la pericolosa tendenza è cosa altrettanto certa, ma non da tutti accettata. Poiché la crisi non è uguale per tutti. Anzi, taluni gruppi, soprattutto quelli più legati al malaffare, nella crisi ci guazzano e stanno realizzando fortune colossali. A partire dalla spesa regionale e dal sistema di contributi statali e europei. LEGGI TUTTO
lunedì, marzo 22, 2010
Architetto e insospettabile: preso il nuovo capomafia palermitano

Arrestato dalla Gdf, Giuseppe Liga. Da anni gestiva il tesoro dei Lo Piccolo. Era anche reggente regionale del Movimento cristiano dei lavoratori. In manette anche un cognato di Salvatore Inzerillo e due imprenditori
PALERMO - Un insospettabile architetto è stato arrestato a Palermo con l'accusa di essere l'erede dell'ultimo grande padrino latitante finito in manette, Salvatore Lo Piccolo. Giuseppe Liga, 59 anni, reggente regionale del Movimento cristiano lavoratori, è stato fermato all'alba dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria del capoluogo siciliano su ordine della Procura e del gip Silvana Saguto. LEGGI TUTTO
Ecco perché siamo stati a Milano

“Legami di legalità, legami di responsabilità” sono quelli che uniscono i tanti studenti, amministratori, rappresentanti del mondo della scuola, della politica, del sindacato, giovani e adulti che anche quest’anno si sono dati appuntamento per la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Legami che saldano il fondamentale lavoro dei magistrati e delle forze di polizia all’impegno culturale e sociale, altrettanto necessario: i progetti sui beni confiscati, i percorsi nelle scuole, l’informazione approfondita, la testimonianza dei famigliari delle vittime. Legami che avvicinano il Nord al Sud in una dimensione sempre più ampia di consapevolezza e corresponsabilità. LEGGI TUTTO
A MILANO C'ERAVAMO ANCHE NOI... (guarda le foto)
XV Giornata della Memoria e dell'Impegno: Nessuno tocchi il 21 marzo!

21 marzo, politica ascolti voce dei familiari delle vittime. Primo giorno di primvera: una data riconfermata per 15 anni nel Paese
"Nessuno tocchi il 21 marzo". Così Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, nella XV Giornata della Memoria e dell'impegno. L'aveva dichiarato il giorno prima durante il "grande abbraccio" con i familiari a San Fedele, a pochi passi dal Duomo. "Questa data è stata scelta negli anni dagli stessi familiari di vittime delle mafie, che con il loro dolore ma anche il loro impegno, hanno voluto che il 21 marzo, primo giorno di primavera, fosse la giornata nazionale in cui si ricordano tutte ma proprio tutte le vittime delle mafie". Quella in cui, i nomi più noti, vengono letti accanto a quelli meno noti, a quelli dimenticati e persino a quelli che ancora non possiamo pronunciare, perché non li conosciamo. "Questa data - commenta Ciotti - ha uno spessore etico, culturale, politico, ed è la giornata in cui ciascuno dei familiari è uscito allo scoperto, ha ritrovato il coraggio di partecipare, di condividere con gli altri e di raccontare". LEGGI TUTTO
Da quindici anni Libera commemora i morti innocenti di mafia...

Ieri a Milano camminare nel corteo di Libera, in mezzo a un mare di ragazzi, e ritrovarsi in piazza Duomo con i parenti dei caduti di mafia, dava la sensazione consolante di vivere in un Paese ancora in piedi. Ma pur sempre un Paese dove un prete, don Luigi Ciotti, gira scortato da vent'anni per avere osato mettere in piedi una rete antimafia solida e soprattutto efficace: gente che crea lavoro e libertà amministrando i beni sequestrati ai boss, ai clan di assassini e di scrocconi che vivono alle spalle del Meridione. Lavoro contro furto, coraggio contro paura, società contro tribalismo, libertà contro servitù. In un Paese massacrato dall'illegalità e dal basso cabotaggio politico, quello di don Luigi è un esempio lampante di opposizione: perché nonostante sia, in democrazia, un vero e proprio paradosso, legalità e opposizione in Italia sono concetti spesso coincidenti. Da quindici anni Libera commemora ogni anno i caduti di mafia. Ora chiede di istituire ufficialmente, ogni 21 di marzo, primo giorno di primavera, una giornata nazionale in memoria di quei morti. La politica è d'accordo solo in parte: c'è una destra (per fortuna non tutta) che detesta Libera e don Luigi perché, quasi pavlovianamente, quando sente parlare di legalità pensa subito all'opposizione e ai "rossi".
Michele Serra su Republica - 21 marzo 2010
L'intervento di don Luigi Ciotti alla XV Giornata della Memoria e dell'Impegno di Milano (20.03.2010)
L’INTERVENTO DI DON CIOTTI/1
L’INTERVENTO DI DON CIOTTI/2
L’INTERVENTO DI DON CIOTTI/2
giovedì, marzo 18, 2010
Corleone. Preoccupa il roccione del "Poggio", che può scivolare a valle sulle case popolari
Cosmo Di Carlo
Corleone. La frana in contrada Caputo. Marcus Salemi, uno degli sfrattati: "Aiutatemi!"
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Mi chiamo Marcus Salemi, abito a Corleone, ho 40 anni, una splendida moglie e due figli eccezionali, Simone e Gabriele. Da un mese circa vivo la stessa situazione dei terremotati dell’Aquila o dei conterranei della frazione di Messina. La mia casa giorno dopo giorno sta venendo giù a causa di una frana e di un compluvio di acque fuori controllo. Dal 3 marzo ci è stata notificata l’ordinanza sindacale di sgombero, che in un primo momento ho ignorato, ma dopo l’ennesima pioggia torrenziale (che sta di fatto piegando l’edificio su un lato) ho dovuto accettare alzando mestamente bandiera bianca. Anche se con un grosso nodo in gola, riconosco che lo sgombero, piaccia o meno, e un atto di tutela della nostra incolumità, e devo pur riconoscere che l’amministrazione comunale non è rimasta insensibile alla nostra vicenda, anzi. LEGGI TUTTO
Giovani siciliani bloccati al Parlamento Europeo: "Con la maglietta no-mafia non possono entrare"

BRUXELLES - Ottanta studenti dell'università degli studi di Palermo sono stati bloccati all'ingresso dell'Europarlamento. I giovani erano stati chiamati a partecipare a un confronto sulle mafie e la criminalità transnazionale ma non sono stati fatti entrare perché indossavano una maglietta con una scritta: "No mafia: siciliani contro tutte le mafie". Ma alla fine, dopo ore di attesa, i giovani hanno trovato un escamotage per aggirare il divieto. Dopo essere entrati nel Parlamento, senza t-shirt, gli studenti hanno superato i controlli di sicurezza e appena arrivati alla sala dell'incontro su "mafia e criminalita" se la sono rimessa. "Bisogna riconoscere il coraggio di questi 80 ragazzi che dalla Sicilia sono arrivati fino a Bruxelles per portare un messaggio forte contro la mafia", ha dichiarato David Sassoli, capo delegazione del Pd al Parlamento Europeo, dopo avere inviato la presidenza a fare entrare i ragazzi nel palazzo. Tutto è bene quel che finisce bene. Il divieto di entrare di indossare la maglietta è stato però accolto da Rosario Crocetta, eurodeputato del Partito democratico, e partecipante all'incontro insieme a Giuseppe Lumia, della commissione antimafia italiana con delusione. "Per la sicurezza del Parlamento il fatto che i ragazzi indossino una maglietta con la scritta 'no mafia' è una manifestazione non autorizzata", ha spiegato Crocetta. In questo caso però - conclude - "non c'è alcun riferimento a uno slogan politico. Questi ragazzi stanno manifestando il loro pensiero". Della stessa opinione anche Lumia che racconta di essere arrivato a Bruxelles "per spiegare come le mafie si sono diffuse in tutto il territorio europeo e come riescono a condizionare la vita economica e sociale dei Paesi. Invece - ha aggiunto - ho trovato un clima di chiusura e ottusita. Mi aspettavo - ha concluso Lumia - tutt'altra accoglienza al Parlamento europeo. Sembra che l'antimafia crei imbarazzo".
Regione Sicilia. Lupo(PD): “Mai chiesto di entrare in Giunta”

mercoledì, marzo 17, 2010
Il sindaco scrive al ministro Maroni: «A Corleone una sede dell’Agenzia per i beni confiscati»
martedì, marzo 16, 2010
Il cammino della Passione: il Venerdì Santo a Corleone. Mostra fotografica di Antonio Ria

dal 20 marzo all'11 aprile 2010. Inaugurazione: Sabato 20 marzo 2010 – ore 18.00
Sabato 20 marzo 2010 alle ore 18 presso il Museo «Pippo Rizzo»/Palazzo Provenzano di Corleone (Palermo) verrà inaugurata la mostra fotografica di Antonio Ria «Il cammino della Passione. Il Venerdì Santo a Corleone». Intervengono il Sindaco di Corleone Antonino Iannazzo, l’Assessore alla Cultura Carlo Vintaloro, il Condirettore del «Giornale di Sicilia» Giovanni Pepi; introduce Don Vincenzo Pizzitola, Presidente del Comitato «Venerdì Santo a Corleone»; sarà presente l’Autore. L’esposizione nasce da una ricerca effettuata dall’etnofotografo Antonio Ria nel 1991 a Corleone per documentare – con un approccio antropologico – l’intera giornata del Venerdì Santo: riti che hanno una storia di oltre mezzo millennio. Scrive Ria nel volume pubblicato in occasione della mostra: «Nel 1991 ho inteso “calarmi” in questo “spaccato” di vita corleonese per riportare le immagini diurne e notturne delle due processioni del Venerdì Santo, il “giorno più lungo” a Corleone. Sono fotografie in bianco e nero e a colori che – attraverso la documentazione dei vari momenti dell’antico rito – volevano soprattutto far emergere e raccontare il volto della città. Perché presentarle oggi a Corleone, a distanza di quasi vent’anni? Perché – nella luce accecante dell’”ora terza” o nei riflessi flebili e misteriosi della notte, sui visi dei suoi abitanti, nell’ammirazione dei bambini, nella partecipazione dei giovani, nello sguardo dolorante di molte donne, negli occhi tristi e pensosi dei vecchi – si può ancora continuare a leggere tra le righe la storia di Corleone».
La mostra è promossa dal Comitato «Venerdì Santo a Corleone» in collaborazione e con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Corleone. Il catalogo "Il cammino della Passione. Il Venerdì Santo a Corleone" è pubblicato da Palladium editore, con testi dell’antropologo Franco La Cecla, del critico fotografico Roberto Mutti e del fotografo Ferdinando Scianna. La mostra resterà aperta fino all’11 aprile 2010 con i seguenti orari: tutti i giorni 9-13 / 16-19; domenica 9-13. Ingresso libero.
(Foto: Venerdì Santo a Corleone di Antonio Ria)
lunedì, marzo 15, 2010
Gli affari, i politici, la legalità negata. Report alza il velo sui Fondi Fas

Tutti gli amici di Matteo (Messina Denaro). C’è anche suo fratello Salvatore

domenica, marzo 14, 2010
Sport / Rally. Primo successo di Vintaloro jr (Mitsubishi) nella nuova "Ronde dello Jato"

Nella foto: la coppia Vintaloro-Riggio
Corleone. Venerdì scorso è stata conferita la cittadinanza onoraria al dott. Marcello Barbaro
FOTO: il dott. Barbaro (a sx) col sindaco Iannazzo
L'EDITORIALE. Peggio del McCarthy di sessanta anni fa

Tralascio per ora le consuete e querule lamentazioni del nostro pseudo san Sebastiano nazionale trafitto dalle frecce dei magistrati comunisti. Mi sembra più interessante cominciare questo articolo con un'osservazione sul comune sentire dei centristi. I centristi, quelli che non amano prender posizione neppure nei momenti in cui schierarsi sarebbe inevitabile, si rifugiano nella tecnica di mandare la palla in tribuna anziché tenerla in campo. Gli argomenti usati e ormai consueti sono: descrivere le manifestazioni di popolo come stanchi riti vissuti con annoiata indifferenza perfino da chi vi partecipa; sottolineare che "i veri problemi" non sono quelli di schieramento ma i programmi delle Regioni nelle quali si voterà il 28 marzo; infine sottolineare l'importanza di un'astensione di massa dal voto come segnale idoneo a ricondurre la casta politica sulla retta via dell'amministrazione. LEGGI TUTTO
Palermo. La politica che guarda al futuro della città: Faraone (Pd) candidato a sindaco?

Ninni Terminelli, coordinatore cittadino del Pd, rimane il più lungimirante esponente del suo partito. Continua infatti a guardare in prospettiva, sul filo dell'oltransismo anti Cammarata che le sue radici orlandiane, gli impongono. Così l'altro ieri è tornato a lanciare un categorico e anticipatore messaggio: "Il nostro impegno deve essere rivolto a costruire, nel tempo che ci separa dalle nuove elezioni, una piena alternativa al centrodestra per tornare a vincere a Palermo". LEGGI TUTTO
Intimidazione ad un giornalista siracusano: minacce e vetri dell'auto in frantumi

14 marzo 2010
Così la mafia regnava tra Palermo e gli Usa. Ai picciotti spettava la settimana corta

(La Repubblica-Pa, 12 marzo 2010)
NELLA FOTO: Roberto Settineri
sabato, marzo 13, 2010
Grande manifestazione a Roma di tutte le opposizioni. I leader compattano il centrosinistra

ROMA - Berlusconi la chiama "ammucchiata". Ma gli interventi dal palco di piazza del Popolo, dal quale non si è attaccato Napolitano, nè si è abusato di "radicalismo" o "giustizialismo", ricompattano il centrosinistra. A metà giornata i timori della vigilia erano già svaniti. Nell'opposizione nessuna nuova divisione. L'obiettivo è e sarà sconfiggere Berlusconi. Non sé stessi. Così, in vista del voto, la manifestazione è un successo, numerico e politico. A partire dall'esordio, delicato, con la Bonino. Emma parla a una piazza non sua. Non tradizionalmente almeno. LEGGI TUTTO
L'antifascismo e la lotta alla mafia per la prima volta insieme il 1° Maggio a Portella

Portella della Ginestra ha ancor oggi il volto e il sangue di una generazione disperata, privata di diritti, lavoro e democrazia. Ha il profilo inquietante di un emblematico buco nero della giustizia, della responsabilità collettiva, istituzionale, politica. La prima strage nell´era repubblicana. Tra i monti di Portella si intrecciano storie diverse: da un lato ambienti deviati dello Stato che si coniugano agli interessi degli agrari, della mafia e del banditismo in un unico progetto reazionario e criminale. Dall´altro i lavoratori della terra, in festa per il 1° maggio, con il cuore pieno di ansia di progresso e la voglia di cambiare il loro mondo. Il fuoco assassino spegne la vita di 12 di loro e tenta di cancellarne le speranze. Portella della Ginestra ha passato, e reclama futuro. Il 1° maggio 2010, 63 anni dopo, per la prima volta nella tradizione delle iniziative commemorative, la lotta alla mafia s´incontrerà con l´antifascismo e la Resistenza: nel corteo e sul palco degli interventi, accanto alla CGIL, ci sarà l´ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d´Italia. Il segno, il simbolo di un impegno comune: la memoria diffusa del sacrificio più alto, la libertà, il lavoro, la dignità. E il loro domani. Per un´Italia migliore. Delle radici: Resistenza, Costituzione, Democrazia.
PRIMI FIRMATARI: Bice Biagi, Giorgio Bocca, Andrea Camilleri, Ascanio Celestini, Libera, Stefano Benni, Margherita Hack, On. Giuseppe Giulietti (Articolo 21), Massimo Ranieri, Teresa De Sio, Paolo Franchi, Pasquale Scimeca, Goffredo Fofi, Giovanna Marini, Lidia Menapace, Rete degli Studenti Medi, Giuseppe Tamburrano, Silvia Salemi, Francesco Lo Forte (Libertà e Giustizia Palermo), Anna Colombo, Sandra Bonsanti (Presidente Nazionale Libertà e Giustizia), Centro Studi Pio La Torre, On. Salvatore Caronna, Riccardo Nencini (Segretario Nazionale PSI), Giuseppe Palilla (Pres. Ass. Amici di Rosario Livatino), Vauro, Vittorio Cogliati Dezza (Presidente Nazionale di Legambiente), Rossella Chiari, (Comitato Addiopizzo), Giuseppe Carlo Marino (Ordinario di Storia Contemporanea, Università di Palermo).
I testi integrali delle adesioni su http://www.anpi.it/comunicati/portella_adesioni.pdf
Per informazioni: Enza Renna (CGIL Palermo) tel. 0916111166 - Andrea Liparoto (Anpi Nazionale) tel. 063211309 - Ottavio Terranova (Anpi Palermo) tel. 3476446077
Gianfranco Miccichè lancia il Partito del Sud: "Sono disposto a dire addio al Pdl"

Palermo, trasporti. Salvatore Orlando (PD): "Disagi ai pendolari per la soppressione del capolinea Ast di viale delle Scienze"
“Da qualche giorno i pullman dell’Ast che collegano Palermo a numerosi centri della provincia non fanno più capolinea in via Brasa, nei pressi di viale delle Scienze, dove sono stati istallati cartelli di divieto di sosta. Questa decisione sta procurando notevoli disagi ai cittadini, ai quali non è stata data alcuna comunicazione sulla soppressione del servizio”. Lo dice Salvatore Orlando, consigliere comunale del PD a Palermo. “Ancora una volta l’amministrazione comunale adotta provvedimenti sul traffico e sulla mobilità scollegati fra loro, che procurano disagi ai cittadini. Il capolinea di via Brasa serve studenti, pendolari, utenti ed operatori degli ospedali della zona: chiedo pertanto all’assessore al Traffico Francesco Scoma di ripristinare il servizio, dal momento che oggi gli utenti non sanno neppure dove è stato spostato il capolinea Ast”.
venerdì, marzo 12, 2010
Grande evento via col vento

L'esordio del metodo Bertolaso: 100 milioni per l'America's Cup 2005. Con la supervisione di D'Alì: il padre di Protezione civile spa ora indagato per mafia
Sembrano legati da un filo invisibile, ma anche da amicizie e passioni comuni. Come i 'grandi eventi'. Sono Guido Bertolaso e il senatore del Pdl Antonio D'Alì entrambi coinvolti adesso in inchieste giudiziarie. Le loro strade si sono incrociate per la prima volta sei anni fa, quando il parlamentare era sottosegretario all'Interno e all'epoca fu attivissimo nel convincere Ernesto Bertarelli patron di Alinghi, a portare nel 2005 la Louis Vuitton Acts, la fase preparatoria della Coppa America, nella sua Trapani. Per questo evento vennero messi a disposizione da enti pubblici 100 milioni di euro per realizzare le nuove opere portuali. Si doveva fare tutto in fretta, in deroga a normative ambientali, prima dello sparo di cannone che dava il via alle regate. E così venne inventato il metodo Bertolaso: su proposta di D'Alì, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi colse al volo l'occasione per decretare la manifestazione come 'grande evento', nominando il capo della Protezione civile quale commissario delegato. LEGGI TUTTO
Oggi la Cgil in piazza contro tasse e licenziamenti
La Giornata Mondiale del Rene a Corleone

Nella foto (Co.Di) da sinistra: Irene Melfa, Epifanio Di Natale, Daniela Chianetta, Fabrizio La Bella, Francesco Addamo, Michela Mascali, Sergio Paternostro, Maria Zito, Placido Paternostro, Maria Melodia, Pietro Addamo, Amelia Bargione.
mercoledì, marzo 10, 2010
Corleone democratica ha ricordato Rizzotto partigiano e dirigente del movimento contadino
Corleone - La CGIL con Maurizio Calà e Dino Paternostro ed i familiari, tornano a chiedere con forza che si faccia ogni sforzo per ritrovare i resti del sindacalista partigiano Placido Rizzotto, nel 62° anniversario della sua morte. Ad organizzare le celebrazioni la CGIL, l’ANPI, il comune di Corleone, Libera ed i circoli di giovani corleonesi aderenti all’Arci. Dell’omicidio di Placido Rizzotto furono accusati Luciano Leggio detto Liggio, Pasquale Criscione e Vincenzo Collura, tutti assolti con la formula dell’insufficienza di prove nei tre gradi di giudizio. Le indagini furono svolte dall’allora capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. LEGGI TUTTO
Il via domenica 14 marzo da San Cipirello al Rally Ronde dello Jato

San Cipirello (PA), 10 marzo 2010 – Saranno 50 gli equipaggi che domenica terranno a battesimo la Ronde dello Jato e di conseguenza la stagione automobilistica siciliana 2010. La gara organizzata dall’Associazione Sportiva Aquila Onlus di Alcamo servirà soprattutto come utile test in vista delle gare più importanti della stagione e per questo motivo ha attirato molti degli abituali protagonisti delle gare dell’ottava zona. LEGGI TUTTO
Blitz fra Palermo, New York e Miami. Catturati i nuovi boss di Cosa nostra

Un blitz antimafia è scattato in contemporanea a Palermo, New York e Miami (guarda il video). Venti persone sono state arrestate in Sicilia, sette negli Stati Uniti. La polizia italiana e l'Fbi ritengono di avere bloccato alcuni dei nuovi vertici di Cosa nostra palermitana e delle famiglie americane dei Gambino e dei Colombo. Le indagini coordinate dalla Procura del capoluogo siciliano hanno svelato che da mesi, ormai, è intervenuto un profondo cambiamento negli equilibri dell'organizzazione mafiosa: nei posti chiave di Cosa nostra sarebbero tornati vecchi cognomi legati allo schieramento dei cosiddetti "perdenti" della guerra di mafia di inizio anni Ottanta. A tessere il nuovo asse criminale Palermo-New York c'era un fidato ambasciatore delle cosche siciliane: Roberto Settineri, 41 anni, ufficialmente solo un imprenditore siciliano del settore vinicolo che dal 1998 si è ormai trasferito fra New York e Miami. Tornava spesso nella sua Palermo, soprattutto per presiedere riunioni d'affari. Gli investigatori della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile, guidati da Nino De Santis, e i colleghi del Sco di Roma hanno pedinato e intercettato a lungo Settineri. Così sono emersi i progetti imprenditoriali dei nuovi mafiosi, fra Palermo e New York. In Sicilia, i boss e i loro prestanome erano tornati ad investire nel cemento. Negli Stati Uniti, puntavano sulla grande distribuzione. LEGGI TUTTO
martedì, marzo 09, 2010
Acqua: ‘no’ alla privatizzazione. Domani presentazione del primo disegno di legge di iniziativa popolare all’Ars

domenica, marzo 07, 2010
Patria, terra, città: nostre o di chi ?

Più la crisi incalza e divora speranze e certezze, più cresce la tentazione di certi governanti, anche locali, di deviare i veri problemi della gente nella palude della demagogia e del populismo a buon mercato. Succede in Sicilia, in provincia di Agrigento, altrove. Perciò diffidate da coloro i quali, ad ogni piè sospinto, si riempiono la bocca di “nostra patria”, di “nostra autonomia” di “nostra terra”, di “nostra città”. L’esperienza storica, e recente, ci dice che usano la bocca non per difendere tutte queste belle cose, ma per “mangiarsele”. Se ci fate caso, specie in Sicilia, di queste implorate “entità” non restano che pingui brandelli riservati a pochi. Comunque sia, prima di abboccare, bisognerebbe accertarsi se l’abusato pronome (al plurale) include tutti oppure i soliti noti. Ossia se queste “patria” “autonomia” “città” sono di tutti e per tutti o per pochi, per i soliti furbetti del piano nobile che ricorrono al plurale maiestatis per dissimulare il loro ingordo egoismo. In questo esercizio di demagogia dozzinale si distinguono soprattutto i governanti e gli amministratori inconcludenti (di tutti i colori e le risme) i quali enfatizzano tali concetti in chiave vittimistica, allarmistica per denunciare la presenza di un nemico invisibile che preme alle porte e così occultare quella del vero “nemico” che opera dentro le mura. Un espediente comodo per rimuovere i problemi, le urgenze reali e allontanare il tempo delle verifiche, dei rendiconti. I governanti seri non ricorrono a tali mezzucci e usano la bocca (sarebbero preferibili le relazioni scritte) per parlare di azioni concrete e trasparenti, di risultati certi e verificabili, di progetti fattibili e socialmente utili.
Attenti, dunque, ai neo-demagoghi. Anche perché se dall’enfasi si dovesse passare all’esaltazione sciovinistica di tali concetti, facilmente si potrebbe scadere nel nazionalismo, nel separatismo, nel razzismo che sono l’anticamera della guerra. Come insegna la storia, tragica, della Sicilia, dell’Italia e dell’Europa.
Agostino Spataro
6 marzo 2010
Il sondaggista Renato Mannheimer: in picchiata la fiducia nel governo. Da dicembre persi 11 punti

07 marzo 2010
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