di Marco Blanco
Una gita domenicale promossa da “Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie” come se ne fanno tante in un posto come pochi ne esistono. Provincia di Palermo, feudo Sicilia: Corleone. Dici Corleone e la mente viaggia verso Don Vito che accarezza il gatto nel giorno del matrimonio della figlia, campieri baffuti con coppole e lupare, favori e ammazzamenti, collusioni e omertà. Echeggia la mente del vociare dei media in cerca di caratterizzazioni frettolose che hanno dipinto a foschi tratti questa cittadina dell'Alto Belice come se fosse solo il luogo che ha tenuto a battesimo le gesta vili dei vari Riina, Provenzano e Brusca. Corleone terra di mafia è sempre stato detto. Abbiamo assorbito negli anni sentenze lapidarie che odoravano di pregiudizi, sangue e polvere da sparo senza capire, ciancicando stancamente triti luoghi comuni: e adesso, toccata con mano la realtà complessa di quei luoghi e il coraggio di alcuni dei loro abitanti si prova un profondo senso d'imbarazzo e una sottile vergogna nel dover ammettere di essersi sbagliati. LEGGI TUTTO
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