di Francesco Palazzo
L´amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, stavolta da Detroit, è stato più chiaro e meno caustico dell´ultima volta. Qualche settimana fa aveva chiosato che tutto si poteva risolvere spostando la Sicilia e portandola vicino al Piemonte e alla Lombardia. Adesso ci dice che spesso i produttori non fanno sino in fondo i conti con la crisi, al posto di chiudere gli impianti li tengono aperti in cambio di fondi pubblici. Ha parlato di nazionalismo economico. Nel caso della Regione siciliana, che ha già sventolato sotto il naso della Fiat un assegno da quattrocento milioni di euro, da investire in infrastrutture, per scongiurare la chiusura dello stabilimento di Termini, si può parlare di regionalismo economico guidato dalla mano pubblica. Su questo la politica regionale si trova sempre tutta d´accordo. LEGGI TUTTO
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