di Salvo Palazzolo
Palermo - La targa dorata che ricorda Ignazio Salvo, il potente esattore di Salemi condannato per mafia al maxiprocesso, non brilla più nella chiesa di Regina Pacis di Palermo. Il nuovo parroco, Giovanni Basile, ha deciso di toglierla dall'ingresso del confessionale che era stato donato dalla famiglia dell'imprenditore: al suo posto c'è adesso un crocifisso. La targa è stata spostata sul retro del confessionale, intanto relegato in fondo alla chiesa del quartiere Matteotti. L'anno scorso era nato un caso dopo che Repubblica raccontò di quella targa dove è scritto in bella evidenza: «In perpetua benedizione e memoria di Ignazio Salvo. Ad maiorem Dei gloriam». Chissà se il 17 settembre 1992, mentre i killer di Totò Riina gli sparavano, anche lui, uno degli uomini più potenti di Sicilia, ha invocato Dio. Per la giustizia italiana, comunque, Ignazio Salvo resta un condannato per mafia. E assieme al cugino Nino è il simbolo di una drammatica stagione. Per questo alcuni parrocchiani di Regina Pacis non avevano mai gradito quella presenza ingombrante. L'allora parroco, Aldo Nuvola, si era giustificato: «La vedova Salvo è una straordinaria animatrice della Caritas, alla chiesa ha fatto tante donazioni. E poi, per quel confessionale ho chiesto autorizzazione all'arcivescovo De Giorgi». Dice oggi padre Basile, da nove mesi a Regina Pacis: «Ho fatto una cosa semplice, direi naturale, perché quando ci si confessa bisogna guardare il crocifisso, non altri. E poi il confessionale è stato spostato nella cappella del battesimo: in fondo, la riconciliazione con Dio vuol dire rinascere». La targa, seppur nascosta, resta comunque sul confessionale. Sostiene il parroco: «I processi degli uomini accertano un colpevole e una verità processuale, che non è tutta la verità».
(La Repubblica, 01 dicembre 2009)
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