A distanza di cinquant’anni, il Comune di Corleone e l’Arma dei Carabinieri hanno voluto ricordare il carabiniere scelto Clemente Bovi, medaglia d'oro al valor militare, caduto eroicamente in uno scontro a fuoco con dei banditi, la sera dell’8 settembre 1959, lungo la SS 118 a 5 chilometri da Corleone, nei pressi delle “Case Moscato”. E, ieri mattina, proprio sul luogo dello scontro, è stato posto un cippo in pietra che ricorda la tragica vicenda, scoperto dal sindaco di Corleone, Antonino Iannazzo, e dal comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Pietro Salsano. Subito dopo, all’eroico carabiniere è stata dedicata la via tra i due Palazzi municipali di Corleone, in pieno centro storico. Per la scopertura della targa toponomastica, benedetta da fra Giuseppe Gentile, parroco di Maria S.S. delle Grazie, accanto al sindaco, stavolta c’era il generale Vincenzo Coppola, comandante della Legione Carabinieri Sicilia. Una cerimonia toccante, alla quale erano presenti Vito Bovi, figlio del militare caduto, il dott. Ignazio De Francisci, della DDA di Palermo, il presidente del consiglio comunale, Mario Lanza, una delegazione di assessori e consiglieri di Corleone, alcuni sindaci della provincia, il vice-questore Filippo Calì, dirigente del Commissariato di Polizia di Corleone, del maresciallo Giuseppe Coppola, comandante della tenenza della Guardia di Finanza di Corleone, del capitano Antonino Sciabarrà, in rappresentanza della Guardia di Finanza provinciale e regionale, e di rappresentanti dell’Esercito. Era presente anche una nutrita delegazione di alunni della scuola elementare di Corleone, accompagnati dai loro insegnanti e dal dirigente scolastico, prof. Salvatore Mistritta. Proprio agli alunni della scuola elementare si è rivolto il generale Coppola. «Cari ragazzi – ha detto il militare – quando nella vita sarete chiamati ad assolvere ai vostri doveri di cittadini, pensate anche all’esempio che ci ha dato Clemente Bovi, un uomo che fu capace di sacrificare la propria vita per il bene comune e la sicurezza della nostra comunità». Clemente Bovi, originario di Ciminna, a vent’anni si arruolò nei carabinieri e nel dicembre 1946 fu assegnato alla Legione di Milano. Nel 1951 venne assegnato alla Legione di Palermo, che lo destinò alla stazione di Caltabellotta. La sera dell'8 settembre 1959, lasciata la moglie e il figlioletto di pochi mesi dai parenti a Ciminna, stava rientrando in caserma a bordo di un'autovettura, quando fu attaccato da un gruppo di banditi.
Dino Paternostro
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