“Se il nuovo presidente dell’Amia nell’arco di sei mesi è riuscito, pur con qualche sacrificio, a ridurre le perdite da 3,5 milioni a 170 mila euro al mese, le spiegazioni possibili sono due: o è un mago della finanza, o fino ad ora c’e stata una gestione banditesca dell’azienda”. Lo dice Salvatore Orlando, consigliere comunale del PD a Palermo e componente della commissione consiliare aziende partecipate. Evidentemente – prosegue Orlando - l’assunzione dei precari all’Amia Essemme era sopportabile e non richiedeva alcun aumento delle tasse. Semmai bisognerebbe essere più precisi quando si parla degli ‘sprechi’ che sono stati tagliati: a cosa ci si riferisce? Ai cestini d’oro di Palermo? Agli oscuri affari discussi di fronte alle aragoste d’oro di Dubai? Alle gare d’appalto per gli autocompattatori? Bisogna andare a fondo su questo enorme buco nero, e Cammarata non può fare spallucce e accusare la ‘precedente gestione’, dal momento che il principale responsabile è sempre lui: è il sindaco che ha nominato i vertici della precedente gestione, ed era il sindaco che aveva l’obbligo di controllare”. “Ora si apre la pericolosa pagina della liquidazione, che si vorrebbe minimizzare, come fosse un passaggio ordinario. Ma non è così: Cammarata spieghi alla città, al consiglio comunale e ai dipendenti dell’Amia cosa succederà adesso e se ci saranno ripercussioni sui servizi o sul personale”. “Infine – conclude Orlando - un’ultima domanda: Cammarata oggi si vanta di avere abbassato l’Irpef. Ma chi l’aveva aumentata?”.
14 novembre 2009
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