domenica, novembre 22, 2009
Mobilitazione bipartisan. Rivolta degli enti locali contro l'emendamento che consente di vendere i beni confiscati
Un’interrogazione bipartisan con primi firmatari Walter Veltroni, il finiano Fabio Granata, Ferdinando Adornato dell’Udc, Leoluca Orlando dell’Idv e poi ancora Laura Garavini, capogruppo Pd in commissione Antimafia, Tassone, Udc, Angela Napoli, Pdl, Marco Minniti, Pd, per chiedere se il Governo «non ritenga necessario attuare nuovi provvedimenti legislativi con la finalità di migliorare ogni aspetto della procedura di sequestro confisca e assegnazione» dei beni immobili confiscati alla mafia e, soprattutto, se vuole rimetterli in vendita. Nessun leghista ha firmato l’interrogazione e chissà come la spiegherà Bossi ai suoi elettori questa assenza. Ma c’è soprattutto un grande lavoro di alta diplomazia che in queste ore sta portando avanti proprio la Garavini per far firmare anche dai deputati della maggioranza un emendamento soppressivo di quello votato al Senato. È l’ultima chiamata alla politica. Poi, dopo, sarà troppo tardi. Per ora hanno aderito Fabio Granata e diversi altri parlamentari della maggioranza, ma è possibile che l’elenco nei prossimi giorni si allunghi. L’obiettivo è quello di creare una convergenza per affossare l’emendamento-vergogna presentato da Saia e benedetto dai senatori di Pdl e Lega. In questi giorni le caselle postali dei parlamentari si stanno intasando con gli ordini del giorno che Regioni, Province e Comuni stanno approvando chiedendo la soppressione del via libera alla vendita dei beni confiscati. L’iniziativa è partita dall’Associazione «Avviso pubblico» che raccoglie oltre 180 enti locali impegnati in attività e progetti contro le mafie. Basta andare sul sito, scaricare il documento e poi sottoporlo ai parlamentini locali. Basta poco per dire no, basta metterci la faccia oppure decidere di non mettercela. A Corleone sono stati presentati due ordini del giorno: uno del Pd e l'altro del Pdl. Domani il presidente del consiglio dovrebbe convocare in sessione straordinaria l'assise cittadina per dibatterli ed approvarli.
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