lunedì, novembre 30, 2009
Camporeale. Nasce "L'incontro", il giornale del territorio aderente al circuito di "Libera"
“L’incontro”, bollettino informativo dell’omonima associazione culturale aderente al circuito antimafia di Libera, è diventata una vera testata giornalistica, registrata presso la cancelleria del tribunale di Palermo. Il periodico, in edicola ogni primo del mese, è stato presentato ufficialmente domenica sera, a Camporeale (Pa), nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nell’auditorium del Palazzo dei gesuiti. “L’iniziativa – spiegano Francesco Di Maggio e Roberto Rizzuto, rispettivamente presidente dell’associazione “L’incontro” e direttore responsabile dell’omonima testata – costituisce il culmine di un’attività che l’associazione porta avanti nel territorio di Camporeale da diversi anni con lo scopo di favorire lo sviluppo delle risorse umane e sociali. L’istituzione di una testata giornalistica cartacea, l’unica presente a Camporeale e nei paesi limitrofi, in un contesto come il nostro, carico di urgenze sociali, nuove ed antiche, e nel contempo ricco di risorse reali, rappresenta a nostro avviso un’importante occasione di crescita per l’intera comunità”.
Saranno presentati a Bruxelles i risultati raggiunti dal Consorzio "Sviluppo e Legalità"
Il prossimo 1 Dicembre il Consorzio Sviluppo e Legalità, su invito del Commissario europeo per le politiche regionali Pawel Samecki, presenterà a Bruxelles i risultati raggiunti, sia in termini sociali che occupazionali, attraverso l’attività di gestione dei beni confiscati al clan dei corleonesi in provincia di Palermo, recuperati grazie all’utilizzo dei fondi del PON Sicurezza gestiti dal Ministero dell’Interno DPS e cofinanziati dall’UE. Alla Conferenza stampa che avrà luogo nella sala “Press Room” -1 del Berlaymont, (rue de la Loi n° 200) sede della Commissione europea, dalle ore 12.00 alle ore 13.00 parteciperanno anche lo stesso Commissario Samecki e il Vice Capo della Polizia Italiana con funzioni vicarie il Prefetto Nicola Izzo, Responsabile dell’Autorità di gestione del PON Sicurezza. In rappresentanza del Consorzio saranno presenti Antonino Giammalva, Presidente dell’Assemblea, Orietta Mongiovì Presidente del CDA, in rappresentanza della Prefettura di Palermo e il Direttore Lucio Guarino.
Don Ciotti: "Il ponte? Unirà due cosche!"
CASALECCHIO (BOLOGNA) - "Quel ponte non unisce due coste ma due cosche". Don Luigi Ciotti, presidente di "Libera", ha chiesto di posticipare la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina per dedicare quelle risorse ad altre opere. Lo ha fatto dal palco di "Politicamente Scorretto", la Tregiorni alla Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno in cui l'ideatore della rassegna, lo scrittore Carlo Lucarelli, ha rilanciato il suo appello per destinare alla cultura una parte dei beni confiscati alla mafia. "Non ci sono soldi? E allora perché non destinarli ad altre priorità? - ha chiesto il sacerdote, in collegamento telematico con il Mei, il meeting delle etichette indipendenti in contemporaneo svolgimento a Faenza -. Quel ponte rinviamolo un attimo. Perché unisce due cosche". Ed invece servono asili, scuole, ferrovie, strutture che diano il senso della comunità, perché "quella meravigliosa gente del sud non deve girare il mondo per lavorare, ma deve stare là".
"Figlio mio, lascia questo Paese"
di PIER LUIGI CELLI
SCUOLA & GIOVANI.
LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss:
"Avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito". Riproponiamo ai lettori questa lettera di Pier Luigi Celli, uscita su "La Repubblica", che tanti padri (onesti) sarebbero tentati di scrivere ai loro figli
Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. LEGGI TUTTO
SCUOLA & GIOVANI.
LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss:
"Avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito". Riproponiamo ai lettori questa lettera di Pier Luigi Celli, uscita su "La Repubblica", che tanti padri (onesti) sarebbero tentati di scrivere ai loro figli
Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. LEGGI TUTTO
Sicilia. "L'assessore agevola i privati". I sindacati accusano l'assessore Massimo Russo
Palermo - È rottura tra l'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, e i sindacati. Cgil, Cisl e Uil ma anche Anaao, Cimo, Emsped, Anpo, Fials e Fvm accusano l'ex pm «di andare avanti nell'attuazione della riforma sanitaria a colpi di decreti, senza tenere conto dei contratti di lavoro e della concertazione». In più, l'assessore starebbe «smantellando il settore pubblico agevolando i privati». Questi i contenuti dell'assemblea generale che si è svolta nell'aula magna dell'ospedale Cervello. LEGGI TUTTO
venerdì, novembre 27, 2009
Corleone. Una delegazione di studenti a Bruxelles, visiterà le principali istituzioni dell’UE
Sono 21 gli studenti che la prossima settimana partiranno, con tre loro insegnanti, per Bruxelles in visita alle principali istituzioni dell’Unione europea. Sedici sono allievi dell’Istituto superiore “Don Giovanni Colletto”, gli altri cinque invece studiano all’Istituto superiore “Don Calogero di Vincenti” di Bisacquino. I fortunati studenti – tutti maggiorenni - sono stati scelti per gli ottimi risultati scolastici. Saranno a Bruxelles dal 1° al 3 dicembre. Altri 25 ragazzi partiranno da Ribera, in provincia di Agrigento. «Mi auguro – dichiara il sindaco Nino Iannazzo – che questa esperienza possa arricchire le conoscenze dei giovani studenti, facendogli prendere coscienza dell’appartenenza all’Unione europea e dei processi democratici che la governano». «Ancora una volta – dice il vicesindaco Pio Siragusa – dimostriamo la nostra vicinanza alle istituzioni scolastiche, dando loro una ulteriore possibilità, che sottolinea il valore assoluto riposto nelle scuole e nei giovani del territorio».
Ecco i nomi degli alunni in partenza:
Scuola “Don Giovanni Colletto”: Katia Di Natale, Rosario Di Corte, Marco Fontana, Paola Tufanio, Rosamaria Cammarata, Serena Mirabile, Irene Contorno, Francesca Di Chiara, Anna Maria La Sala, Antonino Bianchino, Pasquale Marino, Irene Viola, Stefano Rizzo, Leandro Di Sclafani, Federico Palermo, Vincenzo Milazzo, Antonina Comparetto (docente), Massimiliano Purpura (docente).
Scuola “Don Calogero di Vincenti”: Francesco Maria Canzoneri, Nicoletta Gennaro, Giorgio Mutolo, Ciro Rao, Leoluca Gerardo Trombaturi, Tommasa Compagno (docente).
Ecco i nomi degli alunni in partenza:
Scuola “Don Giovanni Colletto”: Katia Di Natale, Rosario Di Corte, Marco Fontana, Paola Tufanio, Rosamaria Cammarata, Serena Mirabile, Irene Contorno, Francesca Di Chiara, Anna Maria La Sala, Antonino Bianchino, Pasquale Marino, Irene Viola, Stefano Rizzo, Leandro Di Sclafani, Federico Palermo, Vincenzo Milazzo, Antonina Comparetto (docente), Massimiliano Purpura (docente).
Scuola “Don Calogero di Vincenti”: Francesco Maria Canzoneri, Nicoletta Gennaro, Giorgio Mutolo, Ciro Rao, Leoluca Gerardo Trombaturi, Tommasa Compagno (docente).
Mafia, perché i pentiti accusano Berlusconi?
di ATTILIO BOLZONI e GIUSEPPE D'AVANZO
Ad una svolta l'indagine di Firenze sulle stragi del 1993. Il nome del presidente del Consiglio nei verbali degli uomini della cosca di Brancaccio
NELL'INCHIESTA sui mandanti delle stragi del 1993 estranei a Cosa Nostra entrano Autore 1 e Autore 2. Gli ultimi interrogatori della procura di Firenze hanno una particolarità. Tecnica, ma comprensibilissima. I primi testimoni sono stati ascoltati in un'inchiesta a "modello 44", "notizie di reato relative a ignoti". Gli ultimi, a "modello 21", dunque "a carico di noti". LEGGI TUTTO
Ad una svolta l'indagine di Firenze sulle stragi del 1993. Il nome del presidente del Consiglio nei verbali degli uomini della cosca di Brancaccio
NELL'INCHIESTA sui mandanti delle stragi del 1993 estranei a Cosa Nostra entrano Autore 1 e Autore 2. Gli ultimi interrogatori della procura di Firenze hanno una particolarità. Tecnica, ma comprensibilissima. I primi testimoni sono stati ascoltati in un'inchiesta a "modello 44", "notizie di reato relative a ignoti". Gli ultimi, a "modello 21", dunque "a carico di noti". LEGGI TUTTO
Corleone. Sul "NO" alla vendita dei beni confiscati il presidente del consiglio comunale perde "colpevolmente" tempo
di DINO PATERNOSTRO
Si è assunta una gravissima responsabilità il presidente del consiglio comunale di Corleone, Mario Lanza. Con la sua scelta di non inserire all'ordine del giorno della seduta di lunedì prossimo le due mozioni presentate da chi scrive e dal Pdl per dire NO alla possibilità di vendere i beni confiscati alle mafie, sta rischiando di incrinare l'unità che sull'argomento si era registrata tra tutte le forze politiche. Il prossimo 30 novembre, infatti, il consiglio discuterà soltanto dell'opportunità di tenere una seduta straordinaria nella sede di un bene confiscato (l'ex masseria di Totò Riina, in contrada "Drago", adesso trasformata in agriturismo e assegnata alla coop "Pio La Torre"), dove approvare le mozioni. Buono l'intento: dare visibilità all'evento. Pessima la scelta di non averne parlato preventivamente con i presentatori delle mozioni. Se fossi stato consultato preventivamente, avrei certamente concordato sulla scelta di tenere la seduta in un bene confiscato, ma avrei anche spinto sulla necessità di far presto. Come? Evitando il passaggio (inutile) della seduta del consiglio per decidere di riunirsi nel bene confiscato (in base al regolamento, poteva deciderlo direttamente il presidente Lanza, magari sentendo i capi-gruppo), e convocandolo in sessione straordinaria in 24 ore. Invece, la scelta effettuata dal presidente Lanza (e da altri strateghi del Pdl?) allunga maledettamente i tempi, col rischio che nel frattempo la Camera approvi la norma "incriminata" della legge finanziaria. E viola il regolamento dei lavori consiliari, in base al quale gli ordini del giorno e le mozioni vanno inseriti tra gli argomenti da trattare nella prima seduta dopo la loro presentazione. Ma il confronto democratico, il rispetto delle minoranze e l'osservanza delle regole per il presidente Lanza e i "suoi" consiglieri sono un optional...
Si è assunta una gravissima responsabilità il presidente del consiglio comunale di Corleone, Mario Lanza. Con la sua scelta di non inserire all'ordine del giorno della seduta di lunedì prossimo le due mozioni presentate da chi scrive e dal Pdl per dire NO alla possibilità di vendere i beni confiscati alle mafie, sta rischiando di incrinare l'unità che sull'argomento si era registrata tra tutte le forze politiche. Il prossimo 30 novembre, infatti, il consiglio discuterà soltanto dell'opportunità di tenere una seduta straordinaria nella sede di un bene confiscato (l'ex masseria di Totò Riina, in contrada "Drago", adesso trasformata in agriturismo e assegnata alla coop "Pio La Torre"), dove approvare le mozioni. Buono l'intento: dare visibilità all'evento. Pessima la scelta di non averne parlato preventivamente con i presentatori delle mozioni. Se fossi stato consultato preventivamente, avrei certamente concordato sulla scelta di tenere la seduta in un bene confiscato, ma avrei anche spinto sulla necessità di far presto. Come? Evitando il passaggio (inutile) della seduta del consiglio per decidere di riunirsi nel bene confiscato (in base al regolamento, poteva deciderlo direttamente il presidente Lanza, magari sentendo i capi-gruppo), e convocandolo in sessione straordinaria in 24 ore. Invece, la scelta effettuata dal presidente Lanza (e da altri strateghi del Pdl?) allunga maledettamente i tempi, col rischio che nel frattempo la Camera approvi la norma "incriminata" della legge finanziaria. E viola il regolamento dei lavori consiliari, in base al quale gli ordini del giorno e le mozioni vanno inseriti tra gli argomenti da trattare nella prima seduta dopo la loro presentazione. Ma il confronto democratico, il rispetto delle minoranze e l'osservanza delle regole per il presidente Lanza e i "suoi" consiglieri sono un optional...
giovedì, novembre 26, 2009
C'era una volta... e c'è ancora adesso!
di MIRIAM DI PERI
C'era una volta Bernardino Verro, sindaco di Corleone nei primi '900, che organizzò i contadini perché riteneva che fosse un'ingiustizia che loro dovessero solamente coltivare le terre dei grandi latifondisti mafiosi in cambio di un tozzo di pane. Con quei contadini, Bernardino Verro costruì la prima casa del popolo di Corleone. Ogni notte ciascuno di loro trasportava un balatòne, col mulo. Quella diventò la sede della prima cooperativa agricola corleonese. Bernardino Verro fu ucciso a Corleone il 3 novembre 1915... LEGGI TUTTO
C'era una volta Bernardino Verro, sindaco di Corleone nei primi '900, che organizzò i contadini perché riteneva che fosse un'ingiustizia che loro dovessero solamente coltivare le terre dei grandi latifondisti mafiosi in cambio di un tozzo di pane. Con quei contadini, Bernardino Verro costruì la prima casa del popolo di Corleone. Ogni notte ciascuno di loro trasportava un balatòne, col mulo. Quella diventò la sede della prima cooperativa agricola corleonese. Bernardino Verro fu ucciso a Corleone il 3 novembre 1915... LEGGI TUTTO
Il presidente della Provincia di Firenze: "La vendita dei beni confiscati alle mafie può diventare riciclaggio legalizzato"
“Alla mafia non mancano né i capitali né i prestanome per riacquisire all’asta i loro beni confiscati dallo Stato. L’emendamento alla legge finanziaria che prevede la vendita delle ricchezze sottratte ai mafiosi rischia quindi di trasformarsi in una sorta di riciclaggio legalizzato”. Con queste parole Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze, chiede che “la destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali resti quella dell’uso sociale per fini utili alla collettività”.“Nessun problema di bilancio pubblico può giustificare la cessione ai clan proprio di quei patrimoni frutto di attività illegali – conclude il presidente Barducci – stravolgendo di fatto una legge di iniziativa popolare che volle nel 1996 l’effettivo riutilizzo sociale dei beni sottratti alla mafia”.
mercoledì, novembre 25, 2009
Sicilia. La rivolta dei sindaci, delle associazioni e dei cittadini per l'acqua pubblica
PALERMO - Sindaci, assessori e consiglieri comunali in rappresentanza di circa 100 comuni siciliani hanno manifestato di fronte l'Assemblea regionale siciliana per dire "no" alla privatizzazione delle reti idriche. Insieme a loro anche i rappresentanti di alcuni comitati cittadini. Tutti chiedono l'approvazione di un disegno di legge all'Ars per la "ripubblicizzazione" delle reti, e chiedono al presidente della Regione di ricorrere contro il decreto Ronchi, recentemente approvato dal Parlamento nazionale, che di fatto facilita la privatizzazione dell'acqua, permettendo di conferire a ditte esterne tutti i servizi pubblici locali. LEGGI TUTTO
CHIUSA SCLAFANI (Palermo). La preside non espone il crocifisso il sindaco è pronto a multarla
di Salvo Intravaia
Palermo - Cinquecento euro di multa perché manca il crocifisso nel suo ufficio. E´ quello che rischia la preside dell´istituto comprensivo Reina di Chiusa Sclafani, dopo il blitz della polizia municipale di ieri mattina. Tutto inizia venerdì scorso, quando il sindaco del paese Francesco Di Giorgio (Pdl) fa notificare alla preside dell´istituto, Francesca Accardo, un insolito provvedimento in netta contrapposizione con la recente sentenza della Corte suprema di Strasburgo. Il sindaco ordina di «mantenere il crocifisso nelle aule scolastiche e negli uffici pubblici del comune di Chiusa Sclafani, come espressione dei fondamentali valori civili e culturali dello Stato italiano». LEGGI TUTTO
Palermo - Cinquecento euro di multa perché manca il crocifisso nel suo ufficio. E´ quello che rischia la preside dell´istituto comprensivo Reina di Chiusa Sclafani, dopo il blitz della polizia municipale di ieri mattina. Tutto inizia venerdì scorso, quando il sindaco del paese Francesco Di Giorgio (Pdl) fa notificare alla preside dell´istituto, Francesca Accardo, un insolito provvedimento in netta contrapposizione con la recente sentenza della Corte suprema di Strasburgo. Il sindaco ordina di «mantenere il crocifisso nelle aule scolastiche e negli uffici pubblici del comune di Chiusa Sclafani, come espressione dei fondamentali valori civili e culturali dello Stato italiano». LEGGI TUTTO
L'Assessorato alla Famiglia ha approvato il piano di zona del Distretto D40 di Corleone: il primo in Sicilia
di Cosmo Di Carlo
Approvato dall’assessorato regionale della Famiglia il Piano di Zona del Distretto socio-sanitario D40 per il triennio 2010-2012. Saranno realizzati 4 progetti per una spesa complessiva di 200.000 euro. Del Distretto fanno parte oltre a Corleone i comuni di Bisacquino, Campofiorito, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana e Roccamena. «E’ il primo Piano di Zona approvato in Sicilia - afferma con grande soddisfazione Pio Siragusa presidente del Comitato dei Sindaci -. Ci siamo adoperati affinché questo strumento di programmazione possa dare risposte concrete alle fasce sociali più deboli; puntando non soltanto a garantire i servizi di base (assistenza a domicilio agli anziani e ai disabili, servizi in favore dei minori), ma anche all’integrazione delle persone che vivono situazioni di marginalità sociale (disoccupati, vedove, ragazze madri, ex detenuti). LEGGI TUTTO
Approvato dall’assessorato regionale della Famiglia il Piano di Zona del Distretto socio-sanitario D40 per il triennio 2010-2012. Saranno realizzati 4 progetti per una spesa complessiva di 200.000 euro. Del Distretto fanno parte oltre a Corleone i comuni di Bisacquino, Campofiorito, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana e Roccamena. «E’ il primo Piano di Zona approvato in Sicilia - afferma con grande soddisfazione Pio Siragusa presidente del Comitato dei Sindaci -. Ci siamo adoperati affinché questo strumento di programmazione possa dare risposte concrete alle fasce sociali più deboli; puntando non soltanto a garantire i servizi di base (assistenza a domicilio agli anziani e ai disabili, servizi in favore dei minori), ma anche all’integrazione delle persone che vivono situazioni di marginalità sociale (disoccupati, vedove, ragazze madri, ex detenuti). LEGGI TUTTO
Corleone. La Fondazione "Badami" ha consegnato 10 borse di studio ad alunni meritevoli
di Cosmo Di Carlo
Consegnate dieci borse di studio intitolate ad Angelo Badami, che morendo nel 1998 ha lasciato 560.000 euro, un miliardo delle vecchie lire, per costituire una fondazione che ha come finalità quella di dare sostegno economico ai ragazzi corleonesi meritevoli che vogliono progredire negli studi. Era il 28 novembre del 1998 quando il cuore di Angelo Badami smise di battere ponendo fine alla sua parentesi terrena. Angelo era nato a Corleone il 23 maggio del 1923. La madre Vincenzina Inganni era casalinga, il padre Leonardo Badami era maestro delle elementari. Oltre ad Angelo la famiglia era composta da tre sorelle: Lucia, Angelina, e Maria e dal fratello Vincenzo. La loro abitazione è ancora in Via Misericordia al civico numero 9, in pieno centro storico nel quartiere di Sant’Elena. LEGGI TUTTO
Consegnate dieci borse di studio intitolate ad Angelo Badami, che morendo nel 1998 ha lasciato 560.000 euro, un miliardo delle vecchie lire, per costituire una fondazione che ha come finalità quella di dare sostegno economico ai ragazzi corleonesi meritevoli che vogliono progredire negli studi. Era il 28 novembre del 1998 quando il cuore di Angelo Badami smise di battere ponendo fine alla sua parentesi terrena. Angelo era nato a Corleone il 23 maggio del 1923. La madre Vincenzina Inganni era casalinga, il padre Leonardo Badami era maestro delle elementari. Oltre ad Angelo la famiglia era composta da tre sorelle: Lucia, Angelina, e Maria e dal fratello Vincenzo. La loro abitazione è ancora in Via Misericordia al civico numero 9, in pieno centro storico nel quartiere di Sant’Elena. LEGGI TUTTO
Corleone, partono i lavori del nuovo parcheggio
Corleone (*codi*) Al via i lavori del nuovo parcheggio di Via Don Giovanni Colletto. I lavori per 47.000 euro sono stati aggiudicati alla ditta “Cartilora Empedoclina Soc. coop a.r.l. con sede in Partitico. L’impresa avrà tre mesi di tempo per consegnare i lavori. “ Il nuovo parcheggio capace di sessanta nuovi posti auto- spiega il sindaco Nino Iannazzo – sorgerà tra l’Ospedale dei Bianchi, la Scuola Media Giuseppe Vasi ed il complesso di Santa Chiara, certamente contribuirà a decongestionare il traffico in Via Don G. Colletto ed a migliorare la vivibilità dell’intera zona”.
Nella foto (Di Carlo) il momento della consegna dei lavori: da sinistra il capo cantiere dell’impresa appaltatrice Michele Ingrassellino, l’assessore Stefano Gambino, il sindaco Nino Iannazzo, Carlo Vintaloro ed il consigliere comunale Giuseppe Nicosia.
Nella foto (Di Carlo) il momento della consegna dei lavori: da sinistra il capo cantiere dell’impresa appaltatrice Michele Ingrassellino, l’assessore Stefano Gambino, il sindaco Nino Iannazzo, Carlo Vintaloro ed il consigliere comunale Giuseppe Nicosia.
lunedì, novembre 23, 2009
Per il sindaco Iannazzo, Corleone è diventato il paese delle meraviglie. Peccato che lui non sia... Alice!
Venerdì scorso in consiglio comunale si è discussa la relazione annuale del sindaco Nino Iannazzo sullo stato di attuazione del suo programma amministrativo. Per oltre tre ore i sette assessori (mamma mia, quanti sono!) e il sindaco ci hanno raccontato del “paese delle meraviglie” che è diventato Corleone da quando amministrano loro (e ormai sono a metà mandato…). Una Corleone che è diventata “città della legalità” (basta scriverlo sulla carta intestata…), città delle opere pubbliche realizzate, città del lavoro per i giovani e i disoccupati, città dello sport, della cultura e del tempo libero.
Insomma, “una città (come la famosa isola) che non c’è”. Iannazzo e i suoi hanno rappresentato una città che esiste solo nella loro fantasia. Camminando per le strade (spesso sporche e intasate da un traffico caotico), s’incontrano tanti giovani disoccupati, tanti emigrati che sono tornati da Reggio Emilia, da Torino o dalla Germania, perché nemmeno lì c’è più lavoro. Si vedono i cassonetti stracolmi d’immondizia, la raccolta differenziata ferma allo o,00%, le bollette salate dell’acqua svenduta ad APS in cambio di qualche “piatto di lenticchie” (leggi “assunzioni clientelari di amici e parenti). Si vede la villa comunale nell’abbandono, il parco della rimembranza ogni anno più spelacchiato, le strade piene di scaffe e buche, il caseificio e il mercato ortofrutticolo mai messi in funzione, i beni comunali abbandonati o “regalati” ai privati. Per non parlare dei finanziamenti perduti: quelli per la ristrutturazione del monastero della Maddalena, dove doveva sorgere il Commissariato di Polizia, una parte di quelli per la messa in sicurezza e la ristrutturazione del vecchio ospedale dei Bianchi, quelli per il rifacimento di Corso dei Mille, piazza Falcone e Borsellino e via Bentivegna. Sindaco, deve uscire di più dal “Palazzo” e stare in mezzo alla gente: solo così potrà comprendere i problemi dei cittadini. Altrimenti, avrà sempre di più la sensibilità della regina di Francia Maria Antonietta, quella che diceva: “Se il popolo non ha più pane, che mangi le brioches!”. (d.p.)
LA LETTERA. Biagio Cutropia: "Corleone è sofferente..."
Insomma, “una città (come la famosa isola) che non c’è”. Iannazzo e i suoi hanno rappresentato una città che esiste solo nella loro fantasia. Camminando per le strade (spesso sporche e intasate da un traffico caotico), s’incontrano tanti giovani disoccupati, tanti emigrati che sono tornati da Reggio Emilia, da Torino o dalla Germania, perché nemmeno lì c’è più lavoro. Si vedono i cassonetti stracolmi d’immondizia, la raccolta differenziata ferma allo o,00%, le bollette salate dell’acqua svenduta ad APS in cambio di qualche “piatto di lenticchie” (leggi “assunzioni clientelari di amici e parenti). Si vede la villa comunale nell’abbandono, il parco della rimembranza ogni anno più spelacchiato, le strade piene di scaffe e buche, il caseificio e il mercato ortofrutticolo mai messi in funzione, i beni comunali abbandonati o “regalati” ai privati. Per non parlare dei finanziamenti perduti: quelli per la ristrutturazione del monastero della Maddalena, dove doveva sorgere il Commissariato di Polizia, una parte di quelli per la messa in sicurezza e la ristrutturazione del vecchio ospedale dei Bianchi, quelli per il rifacimento di Corso dei Mille, piazza Falcone e Borsellino e via Bentivegna. Sindaco, deve uscire di più dal “Palazzo” e stare in mezzo alla gente: solo così potrà comprendere i problemi dei cittadini. Altrimenti, avrà sempre di più la sensibilità della regina di Francia Maria Antonietta, quella che diceva: “Se il popolo non ha più pane, che mangi le brioches!”. (d.p.)
LA LETTERA. Biagio Cutropia: "Corleone è sofferente..."
CI SCRIVONO. Il Presidente dell'Avis: "Dal mese di aprile il Policlinico non ci paga i rimborsi. Così saremo costretti a sospendere l'attività"
di GIUSEPPE COPPOLA*
In qualità di Presidente Provinciale dell’Avis di Palermo, mi corre l’obbligo, dopo la sollecitazione (pubblicata dalla carta stampata e dai social network), della sezione Avis comunale di Corleone alla raccolta di sangue, dal tema “io dono, tu doni, noi salviamo” in favore di Antonino Gennusa coinvolto in un grave incidente stradale, di fornire, seppur brevemente, i risultati dell’attività svolta. I dati della raccolta sono significativi: nr. 39 unità conferite e nr. 22 richieste di adesione in qualità di socio, alla struttura associativa, tramite l’esame di pre-donazione. Tale risultato di solidarietà verso il prossimo bisognoso è stato ottenuto grazie all’infaticabile lavoro dello staff dirigenziale locale, dalla preziosa ed insostituibile presenza del personale sanitario, ma, fondamentalmente, dalla incondizionata disponibilità dei donatori, i quali pazientemente hanno aspettato il momento per compiere il nobile gesto di altruismo. Con semplicità esprimo a tutti il mio più vivo, sentito e sincero ringraziamento. LEGGI TUTTO
* presidente provinciale Avis
* presidente provinciale Avis
Da gennaio, in Sicilia, la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici in thin film di silicio
Palermo, 23 novembre 2009 – Sarà inaugurata a gennaio a Campofranco, in provincia di Agrigento, la prima e più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici in thin film di silicio, e la terza in Europa, realizzata senza contributi pubblici dal gruppo Moncada Energy di Agrigento.
Produrrà i pannelli, da 6 metri quadri ciascuno, per le centrali fotovoltaiche progettate dalla Moncada in Sicilia. Sotto gli impianti saranno ospitati allevamenti biologici di polli, dal cui concime sarà ricavata altra energia. Uno di questi impianti, da 7 Mw, sta già sorgendo a livello sperimentale, all’interno di una delle fattorie eoliche del gruppo siciliano. Il principale ruolo del sito produttivo ipertecnologico sarà, nell’ambito del mercato delle energie alternative, quello di rendere nel tempo il fotovoltaico più conveniente rispetto all’eolico. LEGGI TUTTO
Produrrà i pannelli, da 6 metri quadri ciascuno, per le centrali fotovoltaiche progettate dalla Moncada in Sicilia. Sotto gli impianti saranno ospitati allevamenti biologici di polli, dal cui concime sarà ricavata altra energia. Uno di questi impianti, da 7 Mw, sta già sorgendo a livello sperimentale, all’interno di una delle fattorie eoliche del gruppo siciliano. Il principale ruolo del sito produttivo ipertecnologico sarà, nell’ambito del mercato delle energie alternative, quello di rendere nel tempo il fotovoltaico più conveniente rispetto all’eolico. LEGGI TUTTO
Rita Borsellino sulla possibilità di vendere i beni confiscati alla mafia: "Così si vanifica il lavoro fin qui fatto e si agevola la mafia"
"La vendita a mezzo asta dell’azienda agricola Suvignano decisa dall’Agenzia del Demanio Toscana e Umbria va assolutamente scongiurata”. Così Rita Borsellino sulla vicenda dell’azienda agricola Suvignano, posta sotto sequestro e confiscata tra il 1996 e il 1997, in forza della legge sui beni mafiosi, dopo avere espresso la sua solidarietà al sindaco di Monteroni d’Arbia, Jacopo Armini. “Questa decisione rischia di mandare in fumo le azioni concrete che le associazioni territoriali senesi portano avanti su questi terreni da tempo per diffondere i valori di legalità e lotta contro ogni forma di violenza e criminalità. Faccio appello a tutte le istituzioni coinvolte e a quelle che possono portare un contributo alla revisione della decisione dell'Agenzia del Demanio Toscana e Umbria, affinché venga scongiurata l'ipotesi di vendita all'asta e si agisca in linea con quanto indicato dalla legge, ossia con il riutilizzo sociale del bene”. “Vendere all’asta i beni confiscati alle mafie non farebbe altro che consegnare nelle mani delle organizzazioni mafiose ville, case e terreni appartenuti ai boss. Se passasse l’emendamento, lo Stato farebbe un gravissimo passo indietro e tradirebbe l’impegno assunto con il milione di cittadini che 13 anni fa firmarono la proposta, poi diventata legge, sull’uso sociale di questi beni e sulla loro restituzione alla collettività”, conclude Rita Borsellino, che ha firmato l’appello lanciato dall’associazione Libera affinché venga ritirato l’emendamento alla legge Finanziaria che prevede la messa in vendita dei beni immobili confiscati alla mafia.
Palermo. Oltre 100 Comuni contro la privatizzazione dell'acqua: sit in davanti Ars
PALERMO - Oltre cento comuni siciliani hanno deliberato per dichiarare l'acqua bene comune privo di rilevanza economica ed aderire al Coordinamento nazionale degli Enti locali per l'acqua bene comune e la gestione pubblica del servizio idrico, che è stato costituito nella sala gialla di Palazzo dei Normanni il 14 maggio scorso. Il comitato dei comuni ha indetto per il 25 novembre un sit-in davanti Palazzo dei Normanni e davanti la Presidenza della Regione, per chiedere al presidente dell'Ars e ai capigruppo parlamentari di avviare immediatamente l'esame della proposta di legge d'iniziativa dei comuni, presentata dall'on. Giovanni Panepinto, e per chiedere al Presidente della Regione di impugnare innanzi alla Corte costituzionale l'art. 15 del D.L. n. 135 del 9 settembre 2009, concernente la privatizzazione dei servizi pubblici locali.
Asta simbolica dei beni confiscati alle mafie
L'Associazione "Libera" si mobilita contro la vendita degli immobili sottratti alla mafia. Banditori d'eccezione don Luigi Ciotti e Franco La Torre, figlio di Pio. L'appuntamento è fissato per martedì a Roma. ROMA - Al via la settimana di mobilitazione di Libera contro la vendita dei beni confiscati alla mafia. I beni confiscati "li vendiamo noi - informa una nota di Libera - partecipate all'asta simbolica dei beni immobili a rischio". L'appuntamento è martedì 24 novembre alle 11 presso la Bottega della legalità Pio La Torre in via dei Prefetti 23, a Roma. "Banditori d'eccezione Don Luigi Ciotti e Franco La Torre, figlio di Pio La Torre. All'asta - spiega Libera - saranno messi gli oltre 3mila beni immobili 'a rischiò in vendita se fosse approvato l'emendamento votato la settimana scorsa al Senato ed in attesa di essere discusso alla Camera. Con lo slogan "Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono Cosa nostra" parteciperanno alla manifestazione le principali associazioni come Legambiente, Arci, Acli, Tavola della Pace, Uisp, Agesci, Uds e personaggi del mondo della cultura, del cinema e della società civile e responsabile. Saranno illustrate le iniziative della campagna di mobilitazione, l'elenco delle adesione all'appello di Libera già sottoscritto da oltre 20mila cittadini.
"Vendere i beni è un errore"
LEGGI L'INTERVISTA A CARLO LUCARELLI
"Vendere i beni è un errore"
LEGGI L'INTERVISTA A CARLO LUCARELLI
domenica, novembre 22, 2009
Nel Sud d’Italia sono cinque le cooperative modello che lavorano sui terreni confiscati alle mafie
È grazie alla legge 109 del '96, quella di iniziativa popolare che prevede l’utilizzo dei beni confiscati per fini sociali, che sono nate realtà come quella delle 5 cooperative “Libera Terra”, che oggi operano in Puglia, Sicilia e Calabria. Ci lavorano il 30% di soggetti svantaggiati, i nomi delle cooperative, in alcuni casi, ricordano le vittime della malavita. Come la «Placido Rizzotto», il sindacalista di Corleone ucciso dalla mafia nel 1948, o la «Pio La Torre», dirigente del PCI massacrato nell’82. Le 5 cooperative sociali hanno un capitale sociale di 279.301 euro, un patrimonio netto di quasi 1 milione 400 mila euro ed un fatturato che supera i tre milioni e mezzo di euto. Ci lavorano 103 persone. Ed altre decine di operai stagionali. Ma esse hanno un valore che va ben oltre il capitale sociale e il fatturato, che pure sono importanti. Costituiscono la dimostrazione visibile e concreta che è possibile togliere alle mafie i beni da esse acquisiti illecitamente. Che è possibile da questi beni creare lavoro onesto e prodotti “puliti”. Che è possibile anche nelle terre di mafia coniugare legalità e sviluppo. Si tratta ancora di piccoli esempi, di testimonianze, ma possono diventare davvero contagiosi, coinvolgendo in un processo virtuoso tante altre aziende di persone oneste. In questo modo l’economia siciliana, calabra, pugliese e campana potrà cambiare segno, potrà diventare strumento di crescita sociale e civile per tutte le popolazioni. Ma bisogna scongiurare che diventi definitiva la norma che consentirebbe di venderli. Altrimenti, non ci vuole molto ad immaginare che, nell’arco di qualche anno, oltre ai nuovi beni confiscati, anche i terreni e gli immobili già assegnati alle cooperative sociali potrebbero tornare alle mafie.
Mobilitazione bipartisan. Rivolta degli enti locali contro l'emendamento che consente di vendere i beni confiscati
Un’interrogazione bipartisan con primi firmatari Walter Veltroni, il finiano Fabio Granata, Ferdinando Adornato dell’Udc, Leoluca Orlando dell’Idv e poi ancora Laura Garavini, capogruppo Pd in commissione Antimafia, Tassone, Udc, Angela Napoli, Pdl, Marco Minniti, Pd, per chiedere se il Governo «non ritenga necessario attuare nuovi provvedimenti legislativi con la finalità di migliorare ogni aspetto della procedura di sequestro confisca e assegnazione» dei beni immobili confiscati alla mafia e, soprattutto, se vuole rimetterli in vendita. Nessun leghista ha firmato l’interrogazione e chissà come la spiegherà Bossi ai suoi elettori questa assenza. Ma c’è soprattutto un grande lavoro di alta diplomazia che in queste ore sta portando avanti proprio la Garavini per far firmare anche dai deputati della maggioranza un emendamento soppressivo di quello votato al Senato. È l’ultima chiamata alla politica. Poi, dopo, sarà troppo tardi. Per ora hanno aderito Fabio Granata e diversi altri parlamentari della maggioranza, ma è possibile che l’elenco nei prossimi giorni si allunghi. L’obiettivo è quello di creare una convergenza per affossare l’emendamento-vergogna presentato da Saia e benedetto dai senatori di Pdl e Lega. In questi giorni le caselle postali dei parlamentari si stanno intasando con gli ordini del giorno che Regioni, Province e Comuni stanno approvando chiedendo la soppressione del via libera alla vendita dei beni confiscati. L’iniziativa è partita dall’Associazione «Avviso pubblico» che raccoglie oltre 180 enti locali impegnati in attività e progetti contro le mafie. Basta andare sul sito, scaricare il documento e poi sottoporlo ai parlamentini locali. Basta poco per dire no, basta metterci la faccia oppure decidere di non mettercela. A Corleone sono stati presentati due ordini del giorno: uno del Pd e l'altro del Pdl. Domani il presidente del consiglio dovrebbe convocare in sessione straordinaria l'assise cittadina per dibatterli ed approvarli.
Dalla CGIL netta contrarietà all'emendamento che consente la vendita dei beni confiscati alle mafie
La maggioranza di Governo ha approvato al Senato un emendamento alla Legge Finanziaria che rende possibile la vendita dei beni sequestrati alle mafie, che fino ad oggi potevano essere utilizzati solo a fini sociali. Questa modifica della Legge Rognoni-La Torre e della legge 109/96, l'unica legge antimafia d'iniziativa popolare e approvata alla unanimità dal Parlamento nel 1996, mette in discussione profondamente la scelta e lo spirito della legge 109/96, sui beni sequestrati alle mafie, che completava la legge Rognoni-La Torre, e impediva alle mafie di tornare in possesso dei beni a loro confiscati, assegnandoli a Enti locali e cooperative per fini sociali e non di lucro, con l'intento di avere un forte impatto sulle popolazioni e di costruire un circuito di una economia legale, fortemente alternativa a quella illegale mafiosa. LEGGI TUTTO
Calcio dilettanti. Il Corleone batte il Pallavicino
POL. CORLEONE 4 - ASD. PALLAVICINO 2
POLISPORTIVA CORLEONE: Mancuso, Orlando, Napoli, Passiglia, Passamonte, Sciarrino, Di Palermo (37’s.t. Ambla), Bona, Tarantino (34’ s.t. Pedà), Cane (32’ s.t. Lipari), Verardo.
ASD. PALLAVICNO: Russo, Mazzone, Battagli, Vitale, Artisi (36’ s.t. Catalano), Collura, Costa (21’ s.t. Salerno), Guttilla, ( 1’ s.t. Di Fede), Rausa, Annaloro, La Sala.
ARBITRO: signor Di Maria di Caltanissetta.
RETI: 2’ 1° t . Cane – 11’ 1° t. Napoli – 33’ 1°t. Verardo – 38’ 1.t Rausa – 19’ s.t. Costa – 31’ s.t. Verardo.
Corleone: Vittoria netta del Corleone che consolida la sua posizione nei piani alti della classifica. Molti gol e poco gioco da parte dei giallo-rossi, che già al secondo minuto andavano in vantaggio su calcio di rigore battuto da Totò Cane. Nove minuti e raddoppiava Napoli che di testa, su un calcio piazzato di Bona, batteva Russo in uscita. La terza rete al 33’ portava la firma di Verardo. Si svegliava il Pallavicino ed al 38’ con Rausa, accorciava le distanze.Nella ripresa entrava Di Fede al posto di Guttilla infortunato ed il Pallavicino riapriva la partita: Era il 19’ quando Collura serviva Costa che batteva Mancuso. Non ci stavano i giallo-rossi ed al 21’ chiudevano la partita con l’ottimo Verardo che risolveva in rete una mischia davanti a Russo. Bella la gara di Passiglia e la sua intesa con Napoli e Sciarrino. Migliore in campo per i palermitani Annaloro ottima la sua visione di gioco e l’intesa con i compagni. Per Giovanni Stancampiano allenatore del palermitani nella situazione di classifica del Pallavicino stanno pesando le due sconfitte casalinghe subite con l’Aragona e con la Real Unione.
Cosmo Di Carlo
NELLA FOTO: Il presidente Gulotta
POLISPORTIVA CORLEONE: Mancuso, Orlando, Napoli, Passiglia, Passamonte, Sciarrino, Di Palermo (37’s.t. Ambla), Bona, Tarantino (34’ s.t. Pedà), Cane (32’ s.t. Lipari), Verardo.
ASD. PALLAVICNO: Russo, Mazzone, Battagli, Vitale, Artisi (36’ s.t. Catalano), Collura, Costa (21’ s.t. Salerno), Guttilla, ( 1’ s.t. Di Fede), Rausa, Annaloro, La Sala.
ARBITRO: signor Di Maria di Caltanissetta.
RETI: 2’ 1° t . Cane – 11’ 1° t. Napoli – 33’ 1°t. Verardo – 38’ 1.t Rausa – 19’ s.t. Costa – 31’ s.t. Verardo.
Corleone: Vittoria netta del Corleone che consolida la sua posizione nei piani alti della classifica. Molti gol e poco gioco da parte dei giallo-rossi, che già al secondo minuto andavano in vantaggio su calcio di rigore battuto da Totò Cane. Nove minuti e raddoppiava Napoli che di testa, su un calcio piazzato di Bona, batteva Russo in uscita. La terza rete al 33’ portava la firma di Verardo. Si svegliava il Pallavicino ed al 38’ con Rausa, accorciava le distanze.Nella ripresa entrava Di Fede al posto di Guttilla infortunato ed il Pallavicino riapriva la partita: Era il 19’ quando Collura serviva Costa che batteva Mancuso. Non ci stavano i giallo-rossi ed al 21’ chiudevano la partita con l’ottimo Verardo che risolveva in rete una mischia davanti a Russo. Bella la gara di Passiglia e la sua intesa con Napoli e Sciarrino. Migliore in campo per i palermitani Annaloro ottima la sua visione di gioco e l’intesa con i compagni. Per Giovanni Stancampiano allenatore del palermitani nella situazione di classifica del Pallavicino stanno pesando le due sconfitte casalinghe subite con l’Aragona e con la Real Unione.
Cosmo Di Carlo
NELLA FOTO: Il presidente Gulotta
Da questa settimana, le partite di calcio della Polisportiva Corleone sul canale 840 di Sky
Corleone (*co.di.*) Tutte le partite in casa del Corleone, che milita nel girone H del campionato di calcio di prima categoria dilettanti, grazie ad un accordo tra il presidente della società Gabriele Gulotta e lo sponsor “Porte ed Infissi Listi”, verranno trasmesse sulla piattaforma di SKY da “In TV canale 840”, tutti i venerdì alle ore 09,00 con replica alle ore 10,30 . La domenica sarà possibile rivedere la partita sul sito http://www.newsporttv.com/. Dal mercoledì successivo alla gara l’incontro andrà in replica sul web, tutti i giorni della settimana. Oltre che per la squadra di casa, allenata da Tanino Crapisi, l’importante accordo darà visibilità a tutte le altre squadre del girone H. Le riprese saranno effettuate da una troupe specializzata e commentate in diretta da un giornalista, a partire dall’incontro che il Corleone ha disputato sabato pomeriggio al Santa Lucia contro i palermitani del Pallavicino. “E’ una iniziativa che dedichiamo all’imprenditore Pippo Pollara ed a Gianfranco Provenzano, presidente emerito della Lega Calcio Dilettanti Sicilia, entrambi corleonesi, recentemente scomparsi – ha dichiarato Gabriele Gulotta – un modo per rendere loro concreto omaggio”.
Cosmo Di Carlo
Cosmo Di Carlo
Ciancimino jr consegna ai magistratii "pizzini" scritti al padre da Provenzano
Palermo - Massimo Ciancimino ha consegnato ai magistrati alcuni 'pizzini' scritti dal boss mafioso Bernardo Provenzano negli anni Novanta e indirizzati al padre, Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo condannato per mafia. Ciancimino jr è stato ascoltato per oltre quattro ore congiuntamente dai pm della Dda di Palermo e da quelli di Caltanissetta.Si tratta di alcuni foglietti che erano stati scritti dal capomafia, quando era ancora latitante, e che sono stati inviati a Vito Ciancimino quando l'ex sindaco viveva a Roma. Non si conosce ancora il contenuto dei 'pizzini', ma chi li ha letti parla di «materiale molto interessante». I documenti erano conservati in una banca all'estero insieme al cosiddetto 'papello', cioè il contenuto delle richieste avanzate da Cosa nostra allo Stato per fare terminare la strategia stragista.Secondo quanto raccontato nei mesi scorsi ai magistrati da Massimo Ciancimino, che da allora vive sotto scorta e ha lasciato Palermo per trasferirsi a Bologna, sarebbe stato proprio il padre Vito a condurre la trattativa tra i boss e lo Stato.
(La Repubblica, 21 novembre 2009)
(La Repubblica, 21 novembre 2009)
L'Italia dei Valori fa «campagna acquisti»...
Dieci consiglieri comunali e circoscrizionali siciliani passano al partito di Antonio Di Pietro Tra loro il palermitano Marcello Susino, consigliere della Sesta circoscrizione eletto con l'Mpa, e i valledolmesi Piera Caccamisi (ex Forza Italia che non ha poi aderito al Pdl) e Calogero Antonio Fantauzzo (eletto con una lista civica). Ieri l'ufficializzazione, alla presenza del senatore Fabio Giambrone, del portavoce Leoluca Orlando e del responsabile regionale degli Enti locali Salvatore Messana e di quello nazionale Ignazio Messina. Completano la lista Alfonso Galluzzo, consigliere ad Aragona (ex Pd), Antonino Buscemi (presidente del Consiglio comunale di Menfi ed ex sindaco), Vincenzo Buscemi (sempre di Menfi), Alessio Di Bartolo (consigliere a Sommatino), Michele Lo Bianco (consigliere a Sperlinga), Salvatore Garofalo e Gianluca Salonia, rispettivamente consiglieri nelle circoscrizioni Sud e Centro a Ragusa.In tutta la Sicilia le adesioni all'Italia dei valori sono 3 mila, di cui circa un terzo nel Palermitano. «Il partito – ha detto Giambrone – continua a crescere in maniera esponenziale. I nuovi militanti parteciperanno al congresso, previsto dal 5 al 7 febbraio». Sulla stessa scia Leoluca Orlando, che ha aggiunto: «Lo scarto tra consenso e presenza nelle istituzioni è ancora notevole. Tuttavia ci risulta che all'Ars (dove i dipietristi non hanno nessun rappresentante, ndc) ci sia già qualche deputato che voglia passare all'Idv». Poi l'ex sindaco di Palermo ha chiarito la collocazione del suo partito sullo scacchiere siciliano: «Siamo alleati del Pd, ma questo non ci può far negare i nostri valori. I democratici diano un segnale di discontinuità; non abbiamo paura a correre da soli». Infine la stoccata al governo regionale: «Lombardo prenda atto che non ha più la maggioranza – ha concluso Orlando – e si dimetta».
Daniele Ditta
La Sicilia, 22.11.09
Daniele Ditta
La Sicilia, 22.11.09
La «meglio gioventù» contro Cosa nostra
di Norma Ferrara
A Calatafimi i ragazzi sostengono la polizia e insultano il boss Mimmo Raccuglia"Altri latitanti mafiosi, in passato, si sono nascosti nelle campagne limitrofe al nostro paese e, in verità, non hanno fatto scalpore. Oggi, sapere che un latitante te lo puoi trovare vicino di casa, ci turba, incute una certa paura”. Così Giuliana Doria, ventiduenne volontaria del presidio di Libera a Calatafimi, racconta quello che è avvenuto dopo la cattura del boss Raccuglia, a Calatafimi Segesta, il 15 novembre scorso. LEGGI TUTTO
A Calatafimi i ragazzi sostengono la polizia e insultano il boss Mimmo Raccuglia"Altri latitanti mafiosi, in passato, si sono nascosti nelle campagne limitrofe al nostro paese e, in verità, non hanno fatto scalpore. Oggi, sapere che un latitante te lo puoi trovare vicino di casa, ci turba, incute una certa paura”. Così Giuliana Doria, ventiduenne volontaria del presidio di Libera a Calatafimi, racconta quello che è avvenuto dopo la cattura del boss Raccuglia, a Calatafimi Segesta, il 15 novembre scorso. LEGGI TUTTO
LA LETTERA. Il giovane falco "Peppino"...
Sono uno ricercatore italiano ma lavoro in Spagna. Probabilmente avete già sentito parlare del gruppo di studenti di Pavia, di cui facevo parte, che aveva fondato un circolo ARCI intitolandolo “Radio Aut”. Vi scrivo per segnalarvi quella che credo sia una delle cose più “strane” mai dedicate a Peppino Impastato. Io mi occupo di zoologia e in particolare di strategie di migrazione degli uccelli. Sto svolgendo il mio dottorato sul Falco della Regina, un rapace quasi endemico del Mediterraneo (è presente anche in Sicilia, alle Eolie e Lampedusa). Si tratta di una specie molto rara e minacciata. Per studiarne la migrazione collochiamo su alcuni individui una radio satellitare grazie a cui possiamo seguirne gli spostamenti. Di norma in questa specie tutti gli individui attraversano l’Africa per andare a passa l’inverno in Madagascar, a quasi 10.000 km! Bene, quest’anno ho chiamato “Peppino” uno dei giovani falchi. Attualmente, come potete vedere dalla mappa, Peppino si trova in Camerun e sta per attraversare la foresta tropicale. E’ già sopravvissuto al difficile attraversamento del deserto del Sahara! Tra i quattro giovani che stiamo seguendo è il più rapido. Se vi interessa vi terrò aggiornati sulla sua sorte!
Ugo Mellone
Ph.D. student (becario FPU)
University of Alicante - SPAIN
Ugo Mellone
Ph.D. student (becario FPU)
University of Alicante - SPAIN
giovedì, novembre 19, 2009
Dino Paternostro e Salvatore Orlando (Pd), consiglieri comunali di Corleone e Palermo: “No alla vendita dei beni confiscati alle mafie!"
I consigli comunali di Corleone e Palermo, insieme, per chiedere di fermare la scelta del governo nazionale di vendere i beni confiscati alle mafie.
L’iniziativa è di due esponenti del Partito Democratico Salvatore Orlando, consigliere comunale a Palermo e Dino Paternostro, consigliere comunale a Corleone, che hanno presentato nelle rispettive assemblee elettive un ordine del giorno con cui si esprime “la forte preoccupazione per l’introduzione di questa norma, che diventerebbe fonte di assoluta incertezza nell’utilizzo dei beni confiscati, ed elemento di indebolimento nella lotta alla criminalità organizzata”. LEGGI TUTTO
Leggi il testo dell'Ordine del Giorno
Anche Corleone-Dialogos contro la vendita
dei beni confiscati alle mafie. LEGGI IL COMUNICATO
L’iniziativa è di due esponenti del Partito Democratico Salvatore Orlando, consigliere comunale a Palermo e Dino Paternostro, consigliere comunale a Corleone, che hanno presentato nelle rispettive assemblee elettive un ordine del giorno con cui si esprime “la forte preoccupazione per l’introduzione di questa norma, che diventerebbe fonte di assoluta incertezza nell’utilizzo dei beni confiscati, ed elemento di indebolimento nella lotta alla criminalità organizzata”. LEGGI TUTTO
Leggi il testo dell'Ordine del Giorno
Anche Corleone-Dialogos contro la vendita
dei beni confiscati alle mafie. LEGGI IL COMUNICATO
Corleone. Il sindaco Iannazzo scrive a Fini: «La vendita dei beni confiscati alle mafie indebolirebbe sensibilmente l’azione dello Stato»
Il sindaco di Corleone Nino Iannazzo ha scritto al presidente della Camera dei deputati, onorevole Gianfranco Fini, affinché non venga approvata la recente norma che prevede la vendita dei beni confiscati alla mafia e che ha già ottenuto il via libera del Senato, passando ora al vaglio della Camera per la definitiva trasformazione in legge. Il sindaco ha manifestato preoccupazione per l’approvazione del Senato. «Ritengo che questo provvedimento – ha scritto Iannazzo - indebolirà sensibilmente l’azione di contrasto alle mafie, sia sul versante repressivo che preventivo. L’esperienza di questa Amministrazione comunale mi ha confermato, da questo osservatorio purtroppo privilegiato, che la confisca e l’uso sociale dei beni confiscati sono strumenti fondamentali per contrastare le mafie. Confiscare ai mafiosi le loro ricchezze determina la perdita del loro potere di intimidazione e di controllo del territorio e dimostra che lo Stato è presente». Per Iannazzo, il rischio è che, attraverso la vendita, i beni possano tornare nelle mani dei mafiosi, che utilizzerebbero loro prestanomi.
CORLEONE. il Rally Conca d’Oro nel massimo campionato italiano: unica tappa del Sud
Dal prossimo anno, il Rally Conca d’Oro di Corleone diventa gara valida ed ufficiale del Campionato Italiano Rally 2010. Lo ha deciso il Comitato esecutivo della Aci Csai (Commissione Sportiva Automobilistica Italiana). La tappa corleonese, che si inserisce nell’ambito del Trofeo Terra 2010, è l’unica che si svolgerà nel sud Italia. Le altre gare saranno il Rally Adriatico, il San Crispino, il San Marino, l’Italia Sardegna e l’Azzano Rally. Le gare compongono la massima serie italiana in ambito di rally. Il calendario delle date sarà ufficializzato il prossimo 28 novembre. «Torniamo ad avere rilevanza nazionale – dice il sindaco Nino Iannazzo – e a restituire, nel 30esimo anniversario della gara, prestigio e valore a questa manifestazione sportiva che è l’unica nell’Italia meridionale».
19 novembre 2009
19 novembre 2009
Indagine esplosiva
di LIRIO ABBATE
I pm pronti a riaprire l'inchiesta sul premier per le stragi. Mentre altri boss potrebbero parlare. E provocare un terremoto politico
Le rivelazioni del mafioso Gaspare Spatuzza possono portare ad una nuova inchiesta di mafia a Firenze e Caltanissetta che coinvolgerebbe il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il suo amico Marcello Dell'Utri. Il neo pentito racconta pure nuovi risvolti giudiziari su un alto esponente politico del Pdl che in passato avrebbe incontrato i boss Giuseppe e Filippo Graviano, perché accompagnava alcuni imprenditori che erano loro prestanome. Pesano le affermazioni di Spatuzza su mafia e politica e i riscontri investigativi rischiano di condizionare il panorama politico italiano. LEGGI TUTTO
I pm pronti a riaprire l'inchiesta sul premier per le stragi. Mentre altri boss potrebbero parlare. E provocare un terremoto politico
Le rivelazioni del mafioso Gaspare Spatuzza possono portare ad una nuova inchiesta di mafia a Firenze e Caltanissetta che coinvolgerebbe il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il suo amico Marcello Dell'Utri. Il neo pentito racconta pure nuovi risvolti giudiziari su un alto esponente politico del Pdl che in passato avrebbe incontrato i boss Giuseppe e Filippo Graviano, perché accompagnava alcuni imprenditori che erano loro prestanome. Pesano le affermazioni di Spatuzza su mafia e politica e i riscontri investigativi rischiano di condizionare il panorama politico italiano. LEGGI TUTTO
"Al sindaco leghista i crocefissi neri"
La provocazione del prete catanese Salvatore Resca al primo cittadino del paese bresciano che vuole cacciare tutti gli stranieri non in regola entro Natale
CATANIA - Salvatore Resca, vice parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo e anima dell'associazione Cittainsieme di Catania, offre al sindaco e alla giunta leghista di Coccaglio (Brescia) dei crocefissi con il Cristo in pelle nera da esporre nelle aula scolastica e negli uffici pubblici. La proposta provocatoria è contenuta in una lettera aperta del vice parroco in seguito all'annuncio da parte del comune del Bresciano "dell'operazione 'White Christmas' (Bianco Natale), consistente nel cacciare dal territorio comunale tutte le persone straniere non in regola prima del 25 dicembre prossimo". "Al sindaco e alla giunta leghista - si legge, tra l'altro, nella missiva firmata da padre Resca - chiediamo se nelle scuole e negli uffici pubblici dello stesso comune sia appeso ed esposto il Crocifisso. In caso contrario, essendo in possesso di crocifissi col Cristo in pelle nera, siamo disposti a fornirne, a prezzi di concorrenza, un quantitativo adeguato".
La Sicilia, 19/11/2009
CATANIA - Salvatore Resca, vice parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo e anima dell'associazione Cittainsieme di Catania, offre al sindaco e alla giunta leghista di Coccaglio (Brescia) dei crocefissi con il Cristo in pelle nera da esporre nelle aula scolastica e negli uffici pubblici. La proposta provocatoria è contenuta in una lettera aperta del vice parroco in seguito all'annuncio da parte del comune del Bresciano "dell'operazione 'White Christmas' (Bianco Natale), consistente nel cacciare dal territorio comunale tutte le persone straniere non in regola prima del 25 dicembre prossimo". "Al sindaco e alla giunta leghista - si legge, tra l'altro, nella missiva firmata da padre Resca - chiediamo se nelle scuole e negli uffici pubblici dello stesso comune sia appeso ed esposto il Crocifisso. In caso contrario, essendo in possesso di crocifissi col Cristo in pelle nera, siamo disposti a fornirne, a prezzi di concorrenza, un quantitativo adeguato".
La Sicilia, 19/11/2009
Sciascia raccontato da Camilleri
di SALVO FALLICA
CATANIA - La politica che assume un valore letterario, i fatti della storia interpretati ed analizzati dal genio di un grande scrittore. Una raffinata combinazione nata dall’impegno politico di Leonardo Sciascia, che accanto alla sua attività di intellettuale, di scrittore, saggista e romanziere, direttore editoriale e pensatore, coltivò la passione civica. Sì, perché questa era la sua dimensione etica e culturale, un intellettuale impegnato, non chiuso in una torre d’avorio. A 20 anni dalla scomparsa, l’attività politica dello scrittore di Racalmuto torna d’attualità, perché Andrea Camilleri ha raccolto in un libro edito da Bompiani, le interpellanze parlamentari di Sciascia, presentate dalle file del partito radicale, tra il 15 dicembre 1979 e il 31 gennaio 1983. La fase della sua presenza nel Parlamento nazionale. Periodo che coincide con uno dei momenti più difficili della storia d’Italia. E del quale nelle interrogazioni di Sciascia, vengono fuori con lucidità critica alcuni dei nodi cruciali. E’ un libro che racconta Sciascia da una angolazione diversa, non quella della critica letteraria, della storia della cultura, ma dall’ottica dello scrittore che si fa politico, intendendo la politica come ideale di eguaglianza democratica e come strumento autentico di democrazia. Vi è nel testo la visione cultural-politica di Sciascia, la sua volontà di applicare la dimensione critica al mondo che lo circondava, per capire e per far capire. Vi è la sua visione della politica e della cultura, come divulgazione democratica, come possibilità di fornire gli strumenti di comprensione a tutti. E’ una storia di passione politica e culturale, e di libertà. Le interpellanze parlamentari di Sciascia parlano di problemi storici dell’Italia, di questioni contraddittorie e spesso irrisolte, e sono attuali, ancora decisamente attuali.
La Sicilia, 19.11.09
CATANIA - La politica che assume un valore letterario, i fatti della storia interpretati ed analizzati dal genio di un grande scrittore. Una raffinata combinazione nata dall’impegno politico di Leonardo Sciascia, che accanto alla sua attività di intellettuale, di scrittore, saggista e romanziere, direttore editoriale e pensatore, coltivò la passione civica. Sì, perché questa era la sua dimensione etica e culturale, un intellettuale impegnato, non chiuso in una torre d’avorio. A 20 anni dalla scomparsa, l’attività politica dello scrittore di Racalmuto torna d’attualità, perché Andrea Camilleri ha raccolto in un libro edito da Bompiani, le interpellanze parlamentari di Sciascia, presentate dalle file del partito radicale, tra il 15 dicembre 1979 e il 31 gennaio 1983. La fase della sua presenza nel Parlamento nazionale. Periodo che coincide con uno dei momenti più difficili della storia d’Italia. E del quale nelle interrogazioni di Sciascia, vengono fuori con lucidità critica alcuni dei nodi cruciali. E’ un libro che racconta Sciascia da una angolazione diversa, non quella della critica letteraria, della storia della cultura, ma dall’ottica dello scrittore che si fa politico, intendendo la politica come ideale di eguaglianza democratica e come strumento autentico di democrazia. Vi è nel testo la visione cultural-politica di Sciascia, la sua volontà di applicare la dimensione critica al mondo che lo circondava, per capire e per far capire. Vi è la sua visione della politica e della cultura, come divulgazione democratica, come possibilità di fornire gli strumenti di comprensione a tutti. E’ una storia di passione politica e culturale, e di libertà. Le interpellanze parlamentari di Sciascia parlano di problemi storici dell’Italia, di questioni contraddittorie e spesso irrisolte, e sono attuali, ancora decisamente attuali.
La Sicilia, 19.11.09
La povertà dei ragazzi del Sud nei "Malavoglia" del regista siciliano Pasquale Scimeca
Sono cominciate in provincia di Siracusa le riprese del film tratto dal romanzo di Verga. Il regista siciliano: "Dopo il capolavoro di Visconti, è una sfida da far tremare i polsi"
ROMA - Sono iniziate le riprese del film 'Malavoglia' diretto da Pasquale Scimeca e tratto dall'omonimo romanzo di Giovanni Verga. Il film verrà interamente girato in provincia di Siracusa, nei comuni di Pachino e Portopalo di Capo Passero. Le riprese del film, dichiarato di interesse culturale nazionale, sono cominciate esattamente tre giorni fa e si concluderanno il 24 dicembre 2009, dopo sei settimane di lavorazione. La sceneggiatura è scritta da Pasquale Scimeca, Nennella Buonaiuto, Tonino Guerra, su soggetto di Scimeca, liberamente tratto dal romanzo di Verga. Tra gli interpreti principali Antonio Ciurca, Omar Noto e Vincenzo Albanese, già visti in Rosso malpelo dello stesso regista. "Fare un film tratto da uno dei romanzi più belli e importanti della letteratura europea, dal quale Luchino Visconti ha già fatto uno dei capolavori della storia del cinema (La terra trema) - dice il regista -, è una sfida da far tremare i polsi. Ma il mio approccio è diverso. Non si tratta di rifare il 'neorealismo', ma tentare una lettura verghiana in chiave tragica, dove leggere la realtà del nostro tempo, soprattutto quella dei ragazzi del Sud, poveri e privati di qualsiasi riferimento ideale, sperduti in questa immensa periferia urbana che sono diventati i nostri territori, compresi i borghi marinari, è un dovere che l'arte e gli intellettuali dovrebbero tornare ad assumersi".
19/11/2009
FOTO: Pasquale Scimeca
ROMA - Sono iniziate le riprese del film 'Malavoglia' diretto da Pasquale Scimeca e tratto dall'omonimo romanzo di Giovanni Verga. Il film verrà interamente girato in provincia di Siracusa, nei comuni di Pachino e Portopalo di Capo Passero. Le riprese del film, dichiarato di interesse culturale nazionale, sono cominciate esattamente tre giorni fa e si concluderanno il 24 dicembre 2009, dopo sei settimane di lavorazione. La sceneggiatura è scritta da Pasquale Scimeca, Nennella Buonaiuto, Tonino Guerra, su soggetto di Scimeca, liberamente tratto dal romanzo di Verga. Tra gli interpreti principali Antonio Ciurca, Omar Noto e Vincenzo Albanese, già visti in Rosso malpelo dello stesso regista. "Fare un film tratto da uno dei romanzi più belli e importanti della letteratura europea, dal quale Luchino Visconti ha già fatto uno dei capolavori della storia del cinema (La terra trema) - dice il regista -, è una sfida da far tremare i polsi. Ma il mio approccio è diverso. Non si tratta di rifare il 'neorealismo', ma tentare una lettura verghiana in chiave tragica, dove leggere la realtà del nostro tempo, soprattutto quella dei ragazzi del Sud, poveri e privati di qualsiasi riferimento ideale, sperduti in questa immensa periferia urbana che sono diventati i nostri territori, compresi i borghi marinari, è un dovere che l'arte e gli intellettuali dovrebbero tornare ad assumersi".
19/11/2009
FOTO: Pasquale Scimeca
"Parentopoli" all'Istituto Case Popolari di Palermo? Interrogazione all'Ars di Faraone (Pd)
“Bisogna fare chiarezza sulle modalità di assegnazione degli incarichi professionali di consulenza legale allo Iacp di Palermo, dove sarebbe in corso una vera e propria parentopoli”. Lo dice Davide Faraone, deputato regionale e capogruppo del Partito Democratico al comune di Palermo, che annuncia la presentazione di una interrogazione parlamentare all’assessore ai Lavori Pubblici e al presidente della Regione “per chiedere una immediata ispezione allo Iacp di Palermo, dove sarebbero stati assegnati oltre 4.500 incarichi esterni ad avvocati per riscuotere canoni non pagati”. Nell’interrogazione si chiede di sapere “se gli incarichi rispettano i criteri di legge e se siano stati assegnati in maniera trasparente e senza favoritismi di sorta”. La parentopoli emerge da un’inchiesta del mensile ‘S’, in edicola da sabato 21 novembre. “Secondo l’inchiesta giornalistica – aggiunge Faraone – gli incarichi sarebbero stati assegnati prevalentemente a parenti, compagni e amici di dirigenti e politici. Bisogna fare luce, a tutti i livelli, su questa vicenda e capire se, davvero, ci troviamo di fronte all’ennesimo ente utilizzato come granaio da una parte politica che invece di amministrare, pensa solo alla gestione di potere e clientele”.
Palermo: Terminelli (Pd): "Dopo denuncia a Cammarata per skipper, le dimissioni sono l'unica strada possibile"
“Dopo l’ultima puntata della vicenda relativa alla barca di Cammarata e allo skipper, con addirittura la denuncia della Squadra Mobile nei confronti del primo cittadino, le dimissioni sono l’unica strada possibile: il minimo per chiunque abbia un po’ di dignità”. Lo dice Ninni Terminelli, coordinatore cittadino del Partito Democratico a Palermo. Non è pensabile – aggiunge - che il sindaco resti al suo posto facendo finta di nulla: evidentemente il solo fatto di appartenere allo stesso partito di Berlusconi, ha convinto Cammarata di godere di una sorta di immunità e di poter agire al di sopra delle regole e della legge. Ma, è bene ribadirlo, non è così. Questa vicenda è molto più grave di quanto il sindaco vorrebbe far credere: prima si dimette, meglio è, per se stesso e per la città”.
19 novembre 2009
(Nella foto: il sindaco Cammarata)
L'arresto di Raccuglia. Si stringe il cerchio sui favoreggiatori del boss
Sentendosi braccato, prima dell'arresto Raccuglia ha deciso di lasciare il baglio di Calatafimi e trasferirsi in città, ma ha commesso l'errore di mantenere intatta la rete di fiancheggiatori. Il gip rinvia la decisione di convalida del fermo
PALERMO - Prima di spostarsi nel covo di via Cabasino, dove è stato arrestato, il boss latitante Domenico Raccuglia si sarebbe nascosto in un baglio in contrada Pantano, sempre a Calatafimi. Un casolare immerso nella campagna, con una dozzina di stanze, diverse finestre e sentieri attraverso cui tentare la fuga. Il baglio, o mannara come lo chiamano nel Trapanese, è di proprietà di un parente di Benedetto Calamusa, uno dei due favoreggiatori del capomafia di Altofonte. Un parente con precedenti per mafia la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti. I poliziotti della Squadra mobile di Palermo e dello Sco, il Servizio centrale operativo, da giorni tenevano sotto osservazione la casa di campagna. Raccuglia avrebbe commesso un errore fatale: quello di mantenere intatta la rete dei postini che si occupavano di smistare e ricevere la sua corrispondenza. Tutti uomini di Calatafimi e Camporeale, nel trapanese. Il latitante aveva capito di essere braccato, e per questo motivo si sarebbe trasferito in paese. Sono antichi i rapporti fra il boss di Altofonte e il gruppo. Già il pentito Giovanni Brusca aveva raccontato di summit e incontri, datati 1997, nella zona di Castellammare alla presenza di Mimmo Raccuglia. A fine ottobre i carabinieri del nucleo investigativo di Palermo avevano perquisito anche la casa della moglie del boss, in Corso Piano Renda, ad Altofonte. Nel piede di un letto avevano trovato 12 mila euro in contanti. Il gip di Trapani Massimo Corleo si è riservato la decisione sulla convalida dell'arresto del boss Domenico Raccuglia, finito in manette domenica, dopo 13 ani di latitanza. Il magistrato scioglierà la riserva domani, decidendo contestualmente anche sull'eventuale misura cautelare da adottare nei confronti del capomafia. Sempre alla prossima udienza, il gip si dichiarerà incompetente, visto che al reato di detenzione illegale di armi, che ha motivato l'arresto in flagranza, è stata aggiunta l'aggravante del favoreggiamento alla mafia, che fa passare la competenza alla Dda e all'ufficio del gip di Palermo. Come aveva fatto ieri davanti al giudice del capoluogo siciliano, anche davanti al magistrato di Trapani, Mimmo Raccuglia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una volta trasmesso il fascicolo a Palermo, i pm della Dda hanno 20 giorni per chiedere la rinnovazione della misura cautelare.
18/11/2009
PALERMO - Prima di spostarsi nel covo di via Cabasino, dove è stato arrestato, il boss latitante Domenico Raccuglia si sarebbe nascosto in un baglio in contrada Pantano, sempre a Calatafimi. Un casolare immerso nella campagna, con una dozzina di stanze, diverse finestre e sentieri attraverso cui tentare la fuga. Il baglio, o mannara come lo chiamano nel Trapanese, è di proprietà di un parente di Benedetto Calamusa, uno dei due favoreggiatori del capomafia di Altofonte. Un parente con precedenti per mafia la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti. I poliziotti della Squadra mobile di Palermo e dello Sco, il Servizio centrale operativo, da giorni tenevano sotto osservazione la casa di campagna. Raccuglia avrebbe commesso un errore fatale: quello di mantenere intatta la rete dei postini che si occupavano di smistare e ricevere la sua corrispondenza. Tutti uomini di Calatafimi e Camporeale, nel trapanese. Il latitante aveva capito di essere braccato, e per questo motivo si sarebbe trasferito in paese. Sono antichi i rapporti fra il boss di Altofonte e il gruppo. Già il pentito Giovanni Brusca aveva raccontato di summit e incontri, datati 1997, nella zona di Castellammare alla presenza di Mimmo Raccuglia. A fine ottobre i carabinieri del nucleo investigativo di Palermo avevano perquisito anche la casa della moglie del boss, in Corso Piano Renda, ad Altofonte. Nel piede di un letto avevano trovato 12 mila euro in contanti. Il gip di Trapani Massimo Corleo si è riservato la decisione sulla convalida dell'arresto del boss Domenico Raccuglia, finito in manette domenica, dopo 13 ani di latitanza. Il magistrato scioglierà la riserva domani, decidendo contestualmente anche sull'eventuale misura cautelare da adottare nei confronti del capomafia. Sempre alla prossima udienza, il gip si dichiarerà incompetente, visto che al reato di detenzione illegale di armi, che ha motivato l'arresto in flagranza, è stata aggiunta l'aggravante del favoreggiamento alla mafia, che fa passare la competenza alla Dda e all'ufficio del gip di Palermo. Come aveva fatto ieri davanti al giudice del capoluogo siciliano, anche davanti al magistrato di Trapani, Mimmo Raccuglia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una volta trasmesso il fascicolo a Palermo, i pm della Dda hanno 20 giorni per chiedere la rinnovazione della misura cautelare.
18/11/2009
Il pm De Lucia: "Pizzini sempre più rischiosi"
PALERMO - Per il pm della Dna Maurizio De Lucia "comunicare con i pizzini è sempre più rischioso. Il caso del boss Raccuglia ne è l'ennesima dimostrazione. E' la terza volta che proprio la rete dei bigliettini porta gli investigatori sulle tracce dei latitanti: non dimentichiamo che sono stati i 'postini' a far scoprire i covi di Provenzano e Lo Piccolo". Secondo De Lucia "i capimafia conoscono bene gli svantaggi di questo tipo di comunicazione, ma non possono fare altrimenti. Per i latitanti gli incontri diretti sono troppo pericolosi. Per non parlare delle conversazioni con i cellulari che sono intercettabili".
18/11/2009
18/11/2009
Termini, operai Fiat occupano il Comune. "Intervengano Scajola e Miccichè"
TERMINI IMERSE (PALERMO) — Sono circa 200 gli operai della Fiat di Termini Imerese che hanno occupato il municipio e la stanza del sindaco Salvatore Burrafato. Le tute blu sono di nuovo in cassa integrazione e temono che l'azienda possa smantellare il sito dove attualmente si produce la Lancia Y. «La nostra - spiega Roberto Mastrosimone della Fiom - è un'azione simbolica per chiedere attenzione sulla vertenza in atto. Siamo qui perché vogliamo incontrare il vicesindaco, cioè il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega al Cipe, Gianfranco Miccichè». LEGGI TUTTO
martedì, novembre 17, 2009
Paolo Beni, presidente dell'Arci: "La vendita all’asta dei beni confiscati alle mafie rischia di vanificare gli effetti della legge 109"
L'emendamento alla Finanziaria approvato in Senato, con cui si consente la vendita all'asta dei beni immobili confiscati alle mafie, rappresenta un colpo durissimo inferto alle attività di opposizione sociale e culturale alla criminalità organizzata. Si vuole calare il sipario su una stagione autenticamente rivoluzionaria della resistenza alle mafie nel nostro paese: quella avviatasi nella prima metà degli anni novanta grazie alla partecipazione democratica, al risveglio delle coscienze, all'entusiasmo e alla passione civile di tanti cittadini e cittadine, soprattutto giovani. Una stagione che ha avuto un passaggio decisivo nella mobilitazione popolare che portò all'approvazione della legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle criminalità organizzate. LEGGI TUTTO
Il denaro "pesa" più dell'acqua!
di ALEX ZANOTELLI
E’ stato uno shock per me sentire che il Senato , il 4 novembre scorso, ha sancito la privatizzazione dell’acqua. Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da due anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società , mediante il rinvio a gara , entro il 31 dicembre 2010. Quella Legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge (l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici, prevedendo: ... (LEGGI TUTTO)
L'arresto del boss mafioso Mimmo Raccuglia e la festa dei giovani a Calatafimi e Palermo
La brillante operazione della squadra mobile di Palermo, coordinata dalla Procura del capoluogo siciliano, che ha portato all’arresto del boss Domenico Raccuglia, oltre a dare un duro colpo alla mafia, ha messo in luce il forte sentimento antimafioso della società civile. In particolare quello dei ragazzi che a Calatafimi e a Palermo hanno festeggiato la cattura del numero due di Cosa nostra. Un fatto apparentemente "ovvio", "normale", ma fino a poco tempo fa impensabile. La cortina di paura, assuefazione e indifferenza rispetto al fenomeno mafioso è stata spezzata. E i primi a ribellarsi sono proprio i giovani, nati durante il periodo stragista e cresciuti negli anni della protesta civile, tra progetti di educazione alla legalità nelle scuole, manifestazioni antimafia, cortei di commemorazione. Questa realtà si aggiunge alle associazioni antiracket, a quelle del volontariato impegnato nei quartieri a rischio, alle associazioni di categoria che si oppongono al pizzo, alle cooperative che gestiscono i beni confiscati, alle parrocchie che operano nei luoghi di frontiera. È l’antimafia sociale, che ha preso coscienza e che si ribella al potere di condizionamento esercitato dalle mafie nell’economia, nella politica e nella vita sociale dei territori. Prende finalmente forma quel movimento di cui parlavano Falcone e Borsellino, i due magistrati che per molti rappresentano non solo degli eroi da ammirare da lontano, ma modelli positivi a cui guardare con ammirazione e da cui trarre insegnamenti di vita da vivere giorno per giorno. Quella di due giorni fa, quindi, non è solo una vittoria repressiva delle istituzioni. E' soprattutto un successo culturale che dà speranza nella lotta alla mafia, perché la libertà, la giustizia, la solidarietà, il rispetto delle regole, il bene comune sono valori irrinunciabili di cui nessuno può fare a meno per una vita sana, piena e significativa.
Giuseppe Lumia
Giuseppe Lumia
domenica, novembre 15, 2009
Mafia in Sicilia. Arrestato il pericolo boss latitante Domenico Raccuglia
Maroni: «È il numero due di Cosa Nostra». Latitante da 15 anni, è considerato uno dei successori di Riina. Grasso: «Successo investigativo importantissimo»
MILANO - Era ricercato da 15 anni Domenico Raccuglia, boss mafioso di Altofonte (Palermo) arrestato dalla polizia a Calatafimi, nel Trapanese. È a tutti gli effetti il numero due di Cosa Nostra, dopo Matteo Messina Denaro, ed era inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi.
HA TENTATO LA FUGA - Raccuglia, 45 anni, detto "il veterinario", è stato arrestato dagli agenti della sezione catturandi della mobile di Palermo. Si nascondeva in un appartamento di via del Cabbasino, in periferia di Calatafimi. Al momento dell'irruzione era solo: ha tentato di fuggire dal terrazzo, ma è stato bloccato dai poliziotti che avevano circondato l'edificio. LEGGI TUTTO
La scalata al potere di Raccuglia
MILANO - Era ricercato da 15 anni Domenico Raccuglia, boss mafioso di Altofonte (Palermo) arrestato dalla polizia a Calatafimi, nel Trapanese. È a tutti gli effetti il numero due di Cosa Nostra, dopo Matteo Messina Denaro, ed era inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi.
HA TENTATO LA FUGA - Raccuglia, 45 anni, detto "il veterinario", è stato arrestato dagli agenti della sezione catturandi della mobile di Palermo. Si nascondeva in un appartamento di via del Cabbasino, in periferia di Calatafimi. Al momento dell'irruzione era solo: ha tentato di fuggire dal terrazzo, ma è stato bloccato dai poliziotti che avevano circondato l'edificio. LEGGI TUTTO
La scalata al potere di Raccuglia
Da Rimini a fianco della cooperativa sociale antimafia "lavoro e non solo"
Vorremmo ringraziare calorosamente tutti coloro che hanno partecipato alla cena e agli incontri di Venerdì scorso: la presenza di ognuno di voi al Tassello Mancante e alla Grottarossa ha rappresentato un segnale forte della voglia di impegnarsi, di conoscere e capire. Che la mafia non fosse presente soltanto in Sicilia è fatto noto, l'approfondimento di Maurizio sul tema voleva far riflettere proprio riguardo alle infiltrazioni mafiose nel riminese e nelle istituzioni, si trattava perciò di un invito a non sottovalutare la questione, in realtà di primaria importanza per un corretto sviluppo del rispetto della legalità. Un grazie in particolare a chi è arrivato a Rimini nonostante non fosse proprio a portata di mano: le "ragazze" dello SPI CGIL di Arezzo, le volontarie e i volontari di Lucca, Firenze, Cesena e chi ci ha raggiunto da Roma. Con il ricavato della cena di Venerdì e l'acquisto dei prodotti sono stati raccolti oltre 1000 euro, destinati interamente alla Cooperativa Lavoro e non Solo e che serviranno alla costruzione del punto vendita a Corleone. Questa serata vuole essere tuttavia solamente un punto di partenza: le cose da fare sono tante, la voglia di fare ugualmente, pertanto saranno organizzati altri incontri a scopi divulgativi e finalizzati alla vendita dei prodotti non acquistati Venerdì sera (chi fosse dunque interessato già da ora all'acquisto di vino, caponata e altri prodotti può rivolgersi direttamente a noi). Allo stesso modo verrà portato avanti il progetto di testimonianza e informazione sul tema dell'anti-mafia nelle scuole del territorio e di collegamento per chi volesse partecipare attivamente ai campi estivi di Liberarci dalle Spine.Grazie ancora e un arrivederci alla prossima.
Patrick Wild
Oltre ottantamila con Saviano. Firmano Comencini, Ozpetek, Calopresti
ROMA - Oltre ottantamila firme per l'appello di Roberto Saviano ("Presidente, ritiri la norma del privilegio"). E oggi registriamo le prime adesioni dal mondo dello spettacolo. CLICCA QUI PER LEGGERE E FIRMARE L'APPELLO Firmano il premio Nobel Dario Fo, Franca Rame, la cantante Fiorella Mannoia, i registi Francesca Comencini, Ferzan Ozpetek e Mimmo Calopresti.
Nel nostro piccolo, abbiamo firmato anche noi. Invitiamo i nostri lettori a fare altrettanto. L'Italia non può continuare ad essere paralizzata dalle leggi ad personam del premier. (d.p.)
Al Liceo classico e scientifico "Giovanni Colletto" di Corleone si premiano le "eccellenze"
di COSMO DI CARLO
Corleone - Premiati con Decreto Ministeriale due studenti del Liceo Scientifico Don Giovanni Colletto. Laura Picardo, 20 anni, studia alla Bocconi di Milano Economia Aziendale; Salvatore Milazzo, 20 anni, fa giurisprudenza alla LUMSA (Libera Università Maria Santissima Assunta) di Palermo. Maturati nell’anno scolastico 2007 – 2008 con cento e lode, hanno ricevuto mille euro ciascuno. Per la preside professoressa Maria Rafti: “L’eccellenza premia anche i docenti e l’offerta formativa dell’Istituto che è in crescita costante”. LEGGI TUTTO
Telejato: guarda il video sulla premmiazione
Corleone - Premiati con Decreto Ministeriale due studenti del Liceo Scientifico Don Giovanni Colletto. Laura Picardo, 20 anni, studia alla Bocconi di Milano Economia Aziendale; Salvatore Milazzo, 20 anni, fa giurisprudenza alla LUMSA (Libera Università Maria Santissima Assunta) di Palermo. Maturati nell’anno scolastico 2007 – 2008 con cento e lode, hanno ricevuto mille euro ciascuno. Per la preside professoressa Maria Rafti: “L’eccellenza premia anche i docenti e l’offerta formativa dell’Istituto che è in crescita costante”. LEGGI TUTTO
Telejato: guarda il video sulla premmiazione
sabato, novembre 14, 2009
Liberarci dalle spine. Da Rimini un aiuto per la "Bottega della Legalità" di Corleone
Per noi dirigenti dell'Arci salire su un palco di un Centro Sociale Autogestito non è cosa semplice. E' stato bellissimo sentirsi a casa propria, avvertire una condivisione fatta di punti in comune, gustare il valore della diversità come un valore e non come un problema. Dopo una gustosa cena, eccoci al dibattito. Ad un certo punto uno dei volontari romagnoli, David, comunica che con i fondi raccolti nella cena della legalità si riuscirà ad aprire il punto vendita previsto nel bene confiscato nel centro storico di Corleone. Quindi anche il Centro Sociale Autogestito di Rimini Sud ha un ruolo rilevante nel processo di cambiamento corleonese. Da questa sera anche loro fanno parte del Progetto Liberarci dalle Spine: benvenuti compagne e compagni, insieme riusciremo a sconfiggere il malessere molto diffuso in Toscana e in Emilia Lombardia: l' omertà. E pensare che la mattina era partita con un bellissimo incontro con gli studenti di Colle Val D'Elsa, dove Bernardo e Bianca hanno sperimentato la loro pratica di peer education. Con le loro testimonianze hanno fatto emozionare i tanti alunni presenti.
Maurizio Pascucci
Maurizio Pascucci
Anche i libri della casa editrice La Zisa presenti all’interno dell’Antica Focacceria a Milano
Palermo, 14 novembre 2009 – Vi saranno anche i titoli della casa editrice La Zisa (www.lazisa.it) tra gli scaffali dell’Antica Focacceria San Francesco che domani aprirà i battenti a Milano, a due passi dal Duomo. Una scelta che si colloca all’interno di un percorso di affermazione della cultura della legalità iniziato fin dalla fondazione della piccola iniziativa editoriale che ha sinora mandato in libreria circa duecento titoli, la maggior parte dei quali riguardano proprio, tra attualità e storia, il tema della lotta alla mafia. La casa editrice La Zisa aderisce al gruppo di imprenditori e di consumatori di Addipizzo.
Davide Romano
Direttore editoriale "La Zisa"
Davide Romano
Direttore editoriale "La Zisa"
L'APPELLO. Presidente ritiri quella norma del privilegio
ROBERTO SAVIANO
SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei. PER FIRMARE L'APPELLO Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia. Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.
(La Repubblica, 14 novembre 2009)
(La Repubblica, 14 novembre 2009)
Crisi e lavoro, da tutta l'Italia a Roma con la Cgil. Epifani: «Il Governo cambi rotta, il peggio deve arrivare»
Centomila persone in piazza con la Cgil, ovvero i volti e storie di una realtà che il governo ignora consapevolmente. Al corteo anche studenti, e rappresentanti dell'opposizione, Pd, Idv. "La crisi non è finita, il peggio per l'occupazione deve ancora venire", dice Epifani che chiede al governo un cambio di passo, misure precise per i precari, i pensionati. "Finora non ha fatto nulla", ha solo aiutato gli evasori fiscali. E la finanziaria è "inesistente". Sacconi: "Piccolo mondo antico legato al 900".
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