L´ex governatore sotto inchiesta per concorso esterno
PALERMO. Salvatore Cuffaro «a disposizione» di Cosa nostra, per favori e affari. Salvatore Cuffaro sostenuto elettoralmente dai padrini, sin dall´inizio degli anni Novanta. Si profila un nuovo processo per l´ex presidente della Regione Siciliana, oggi senatore dell´Udc: il procuratore Francesco Messineo e il sostituto Nino Di Matteo gli hanno fatto notificare dai carabinieri un avviso di conclusione delle indagini per concorso esterno in associazione mafiosa, il provvedimento che preannuncia la richiesta di rinvio a giudizio. Cuffaro è già stato condannato a cinque anni, per favoreggiamento e rivelazione di notizie riservate: era rimasto coinvolto nell´inchiesta sulle "talpe" in Procura, assieme al magnate della sanità privata siciliana, Michele Aiello, ritenuto in affari con il boss Bernardo Provenzano. Già in quell´indagine, avviata nel 2001, erano emerse pesanti ombre sul governatore siciliano. Il pentito Angelo Siino, l´ex ministro dei Lavori pubblici di Cosa nostra, aveva parlato di una richiesta di voti fatta da Cuffaro, candidato alle Regionali del 1991. Un altro collaboratore, Francesco Campanella, l´ex presidente del consiglio comunale di Villabate che procurò una carta d´identità a Provenzano, aveva raccontato ai magistrati delle imbeccate sulle indagini antimafia che Cuffaro gli avrebbe fatto, nel 2003, sotto il maestoso ficus della presidenza della Regione, al riparo dalle microspie. Al termine delle indagini, il procuratore Piero Grasso e l´aggiunto Giuseppe Pignatone avevano scelto la strada di contestare a Cuffaro delle imputazioni specifiche. Alcuni sostituti non avevano condiviso, uscendo dal pool: prima Gaetano Paci, poi Nino Di Matteo. Successivamente, nel corso del processo, erano arrivate le parole intercettate dalla polizia a casa di altri padrini: «Con Cuffaro ci siamo incontrati, siamo stati vicini», diceva il boss Franco Bonura, uno dei vecchi della Cosa nostra di Riina e Provenzano. Allora era stata aperta la nuova inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa. Le indagini hanno convinto i magistrati che Cuffaro debba tornare sotto processo.
(02 ottobre 2009)
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