lunedì, ottobre 26, 2009
Dopo la tre-giorni di "Contro-Mafie". Ecco il manifesto degli Stati Generali dell'Antimafia
(AGI) - Roma, 25 ott. - Con la lettura alla platea del Manifesto per un mondo liberato dalle mafie si sono chiusi a Roma i lavori degli Stati generali dell'Antimafia, organizzati da Libera (LEGGI LA RELAZIONE D'APERTURA DI DON LUIGI CIOTTI). Tre giorni di confronto e di analisi con le tante associazioni della rete guidata da Don Luigi Ciotti. Un manifesto frutto del lavoro di diciassette gruppi, cui hanno partecipato 100 relatori oltre 2.500 persone provenienti da tutt'Italia, dall'Europa e dai Paesi sudamericani. Il manifesto contiene impegni che l'associazione di don Ciotti intende assumersi per i prossimi tre anni, ma soprattutto le richieste da avanzare alla politica.Poche ma concrete ed efficaci azioni sul piano normativo e culturale - si legge in una nota - per una nuova stagione di impegno nella lotta alle mafie: «approvare un testo unico della legislazione antimafia e garantire una più efficace azione di contrasto; istituire un'agenzia nazionale per la gestione dei beni sottratti alle mafie; colpire i legami tra mafia e politica attraverso la revisione del reato di voto di scambio e della normativa sui comuni sciolti per mafia e adottare un codice etico che impedisca la presenza nelle istituzioni di persone condannate o rinviate a giudizio per gravi reati; istituire un'authority indipendente contro la corruzione, dotata di poteri ispettivi e di controllo; dedicare, con un provvedimento legislativo, la giornata del 21 marzo di ogni anno alla memoria di tutte le vittime di mafia; estendere a livello europeo la normativa che prevede l'utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie; abolire tutte le discriminazioni a danno dei familiari di vittime innocenti; armonizzare le norme esistenti e garantire un effettivo riconoscimento, in sede civile, del danno biologico, di relazione e morale; affermare la centralità della scuola, dell'università e delle altre agenzie formative, nella definizione di nuove politiche sociali; difendere, in ogni sede, il diritto all'informazione garantito dall'articolo 21 della Costituzione».
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