Bagheria. Disappunto per la cancellazione del risarcimento (oltre tre milioni di euro) previsto per il Comune nell'ambito della costituzione di parte civile nel processo di mafia denominato "Talpe". Cavalca la protesta soprattutto Pippo Cipriani che a suo tempo, da assessore alla Legalità, promosse la costituzione di parte civile e oggi, nella veste di presidente dell´associazione antiracket e antiusura del comprensorio bagherese, denuncia la decisione del "Comitato nazionale sul fondo di solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso" di applicare le norme del Pacchetto di sicurezza dello scorso luglio. «Siamo di fronte ad una decisione grave - afferma Cipriani - che rischia di svuotare l´impegno contro la mafia messo in piedi dalle amministrazioni locali». E aggiunge: «E' paradossale che i tribunali concedano un risarcimento per il danno subito dalla pressione mafiosa e il governo lo cancelli». I soldi del risarcimento sarebbero stati utilizzati per un «vasto programma di contrasto alla povertà e di sostegno alle piccole attività economiche messo in piedi dall´amministrazione comunale, dall´associazione Antiusura e da Banca Etica». Cipriani ha fatto sapere di aver sollecitato il presidente Lombardo, gli assessori agli enti locali e alla sanità Caterina Chinnici e Massimo Russo (anche l´Asl 6, nell´ambito del processo Talpe, aveva ottenuto un risarcimento di circa 20 milioni, perso anche quello). Intanto un gruppo di cittadini ha redatto un documento per sollecitare l'amministrazione comunale a "farsi portavoce del profondo disappunto" e a convocare un consiglio comunale aperto possibilmente alla presenza del Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso.
Giuseppe Fumia
La Sicilia, 20.09.09
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