Le socialdemocrazie hanno inseguito un centro che non c’era più e si sono appiattite su posizioni moderate. Perciò sono in crisi. Ma di qui a stilare diagnosi di morte ce ne corre». Giudizio netto quello di Massimo Salvadori, tra i massimi storici del movimento operaio e della socialdemocrazia, oggi professore emerito di Storia delle dottrine politiche all’Università di Torino. E analisi imperniata su un dato: non è vero che nelle nostre società è sparito il lavoro dipendente, con trionfo di lavoro autonomo e ceti medi. Al contrario, sostiene Salvadori, «c’è stata una polarizzazione sociale, e un aumento delle diseguaglianze, proprio sotto la sferza della bufera finanziaria e liberista, oggi in preda allo tsunami ». Una dinamica che i socialisti europei non hanno compreso, fino al punto da smarrire la percezione della realtà, e quella della loro identità. Vediamo come e perché.
Professor Salvadori, «campane a morte per il socialismo europeo», dicono un po’ tutti, progressisti moderati in prima fila. Davvero il socialismo si sta estinguendo, come titola l’«Herald Tribune»? LEGGI TUTTO
Professor Salvadori, «campane a morte per il socialismo europeo», dicono un po’ tutti, progressisti moderati in prima fila. Davvero il socialismo si sta estinguendo, come titola l’«Herald Tribune»? LEGGI TUTTO
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