di Massimo Lorello
I dati definitivi arriveranno solo nella tarda serata di domani, ma le "nomination" per le primarie del Partito democratico sembrano ormai certe. In base ai voti dei circoli - devono ancora esprimersi solo 8 mila iscritti su 63 mila complessivi - è destinato a uscire di scena Giuseppe Messina candidato alla leadership del partito con la mozione di Ignazio Marino. Tenendo conto dei risultati parziali è in testa Giuseppe Lupo con il 45,29 per cento dei voti, staccato al secondo posto Bernardo Mattarella con il 29,59, terzo Giuseppe Lumia con il 24,14 e quarto Giuseppe Messina con lo 0,89. Lupo è legato alla mozione nazionale di Dario Franceschini che dai circoli siciliani ha ottenuto il 50,20 per cento delle preferenze, mentre la mozione Bersani alla quale è legato Mattarella ha raggiunto il 46,93 per cento. Infine, la mozione di Ignazio Marino non è andata oltre il 2,87. «Il mio è un risultato che va oltre le più rosee previsioni - afferma Lupo - Ringrazio tutti gli iscritti che hanno ritenuto giusto darmi fiducia e ribadisco che la corsa all´elezione del segretario regionale, che culminerà con le primarie, è un momento di confronto finalizzato a rafforzare l´unità del partito». Soddisfatto si dichiara anche Mattarella: «Fin dall´inizio - racconta - immaginavo che sarebbe stata una sfida aperta e così sarà fino all´epilogo. Il risultato personale mi soddisfa. È una gara molto combattuta con risultati a macchia di leopardo. Certo, ognuno ha le sue roccaforti. A Militello, per esempio, la mia mozione ha conquistato 108 voti su 110». Lumia, che è in testa al sondaggio di Repubblica. it sui candidati del Pd, rassicura i suoi: «La base è con me, ne sono certo. Mancano ancora i voti dei circoli più importanti di Palermo e lì otterremo grandi risultati. Il progetto di innovazione che la base mi ha chiamato a interpretare va avanti e culminerà nelle primarie aperte a tutti e non gestibili dai signori delle tessere». Lumia è in testa fra i circoli della provincia di Palermo mentre in città guida Lupo. Mattarella, invece, è in vantaggio a Catania e a Enna. «Nessun partito ha strumenti di partecipazione così democratici - afferma il segretario organizzativo del Pd, Enzo Napoli - All´inizio non potevamo prevedere quanta gente si sarebbe mobilitata. Ma oggi possiamo già affermare che la partecipazione è stata straordinaria».
(La Repubblica, 29 settembre 2009)
martedì, settembre 29, 2009
"Dedichiamo lo stadio di Agrigento al giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia"
di FABIO RUSSELLO
Akragas, 5 anni di Daspo al presidente. I provvedimenti contro il presidente della squadra agrigentina che aveva dedicato la vittoria a un presunto boss. E spunta la proposta: "Quella struttura abbia il nome del giudice ucciso dalla mafia"
AGRIGENTO - Gioacchino Sferrazza, il presidente dell'Akragas che domenica ha dedicato la vittoria della sua squadra al presunto boss mafioso di Palma di Montechiaro Nicola Ribisi, arrestato pochi giorni fa per mafia dalla Squadra Mobile, non potrà più assistere per cinque anni alle manifestazioni sportive. La Questura di Agrigento gli ha infatti notificato il Daspo, provvedimento che in genere è emesso per contrastare la violenza negli stadi e per tenere lontani i più facinorosi. Il questore Girolamo Di Fazio, che aveva parlato di "atto gravisimo" e di "messaggio devastatente nei confronti dei giovani" perché Sferrazza "dà valore a chi invece valore non ne ha", ha firmato il provvedimento proprio stamattina. Anche la Procura della Repubblica ha deciso di intervenire e, su iniziativa del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Luca Sciarretta, è stato aperto un fascicolo per verificare se nelle dichiarazioni post gara di Sferrazza vi siano estremi di reato. Intanto un'associazione culturale locale, Il Tamburino, ha chiesto all'Amministrazione comunale di Agrigento di intitolare lo stadio comunale a Rosario Livatino, il giudice assassinato dalla mafia nel settembre del 1990. Una proposta che è stata inoltrata anche al ministro della giustizia Angelino Alfano, che è di Agrigento, e che nei giorni scorsi ha intitolato al giudice Livatino una sala del ministero della Giustizia.
La Repubblica, 29 settembre 2009
NELLA FOTO: Gioacchino Sferrazza
Akragas, 5 anni di Daspo al presidente. I provvedimenti contro il presidente della squadra agrigentina che aveva dedicato la vittoria a un presunto boss. E spunta la proposta: "Quella struttura abbia il nome del giudice ucciso dalla mafia"
AGRIGENTO - Gioacchino Sferrazza, il presidente dell'Akragas che domenica ha dedicato la vittoria della sua squadra al presunto boss mafioso di Palma di Montechiaro Nicola Ribisi, arrestato pochi giorni fa per mafia dalla Squadra Mobile, non potrà più assistere per cinque anni alle manifestazioni sportive. La Questura di Agrigento gli ha infatti notificato il Daspo, provvedimento che in genere è emesso per contrastare la violenza negli stadi e per tenere lontani i più facinorosi. Il questore Girolamo Di Fazio, che aveva parlato di "atto gravisimo" e di "messaggio devastatente nei confronti dei giovani" perché Sferrazza "dà valore a chi invece valore non ne ha", ha firmato il provvedimento proprio stamattina. Anche la Procura della Repubblica ha deciso di intervenire e, su iniziativa del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Luca Sciarretta, è stato aperto un fascicolo per verificare se nelle dichiarazioni post gara di Sferrazza vi siano estremi di reato. Intanto un'associazione culturale locale, Il Tamburino, ha chiesto all'Amministrazione comunale di Agrigento di intitolare lo stadio comunale a Rosario Livatino, il giudice assassinato dalla mafia nel settembre del 1990. Una proposta che è stata inoltrata anche al ministro della giustizia Angelino Alfano, che è di Agrigento, e che nei giorni scorsi ha intitolato al giudice Livatino una sala del ministero della Giustizia.
La Repubblica, 29 settembre 2009
NELLA FOTO: Gioacchino Sferrazza
lunedì, settembre 28, 2009
A Salemi (Sicilia) le tre religioni monoteiste del mondo s’incontrano sul grande schermo
Presentata stamane a Roma, presso la sede dell’associazione della Stampa Estera in Italia, la prima edizione del «Festival Internazionale del Cinema Religioso». Vittorio Sgarbi: «Apriamo così ufficialmente e con un anno di anticipo le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia»
SALEMI – «Fare di Salemi, in Sicilia, il punto di incontro e di confronto tra le tre grandi religioni monoteiste: la cristiana, l’islamica e l’ebraica». Ha sintetizzato così Vittorio Sgarbi, critico d’arte e sindaco di Salemi, il senso di questa prima e sperimentale edizione del «Festival Internazionale del Cinema Religioso»,che prende il via domani e proseguirà nella piccola cittadina siciliana fino al 6 ottobre prossimo con un ricco programma di proiezioni e «dialoghi» sul cinema e intorno al cinema. LEGGI TUTTO
SALEMI – «Fare di Salemi, in Sicilia, il punto di incontro e di confronto tra le tre grandi religioni monoteiste: la cristiana, l’islamica e l’ebraica». Ha sintetizzato così Vittorio Sgarbi, critico d’arte e sindaco di Salemi, il senso di questa prima e sperimentale edizione del «Festival Internazionale del Cinema Religioso»,che prende il via domani e proseguirà nella piccola cittadina siciliana fino al 6 ottobre prossimo con un ricco programma di proiezioni e «dialoghi» sul cinema e intorno al cinema. LEGGI TUTTO
Accordo Sicilia-Brasile: 30 aziende siciliane parteciperanno al piano di costruzione di 1 milione di alloggi “la mia casa è la mia vita”
Palermo, 28 settembre 2009 – Con un investimento pari a 12 bilioni di euro, il Governo brasiliano ha finanziato il programma nazionale “La mia casa è la mia vita”, che prevede la costruzione in tempi rapidi di 1 milione di alloggi per ospitare 3,6 milioni di persone senza casa o in casa in affitto o abitanti nelle favelas. I soldi vengono erogati dalla Caixa Economica Federal (la Banca ufficiale del Governo) ai progetti che arrivano per primi fino ad esaurimento, e saranno gestiti dai comuni o loro consorzi, che stileranno le graduatorie dei richiedenti l’alloggio, individueranno le aree, redigeranno i progetti e affideranno i lavori alle imprese private anche in forma di collaborazione o società mista. LEGGI TUTTO
Corleone. Liborio Gennaro è stato eletto nuovo presidente della Consulta giovanile
Eletto il nuovo presidente della consulta giovanile di Corleone: è Liborio Gennaro, 23 anni, laureato in tecniche della prevenzione in ambienti e luoghi di lavoro. Succede nella carica a Marta Pinzolo. Nella stessa seduta dell’organo consultivo dell’amministrazione per le problematiche giovanili sono stati eletti alla carica di vice presidente Vincenzo Rezzola ed a quella di segretario Pietro Di Giglia. “Dinamica e proficua è stata la collaborazione tra l’amministrazione ed i giovani – ha dichiarato il sindaco Nino Iannazzo – per questo un ringraziamento va a Marta Pinzolo per il gran lavoro svolto”. “Quello trascorso è stato un anno importante – spiega il neo presidente Gennaro – abbiamo in programma, di continuare a collaborare per Telethon e di realizzare una “giornata della pace” in sinergia con “Libera” (*Co.Di*)
NELLA FOTO: Liborio Gennaro
NELLA FOTO: Liborio Gennaro
Palermo. Parte la campagna-tombola dal titolo "Cammarata va a casa e Palermo vince"
Un appello ai 50 consiglieri comunali di Palermo, di destra e di sinistra, per sfiduciare Cammarata è stato lanciato dal gruppo facebook "Sfiduciamo Cammarata". Il gruppo del social network, che conta 3000 aderenti, e che ha organizzato sabato scorso, insieme ad altri gruppi, la manifestazione a Piazza Pretoria "Cammarata in barca e Palermo affonda", ha lanciato adesso una campagna dal titolo "Cammarata a casa e Palermo vince". Nel manifesto due numeri della tombola: il 20 e il 33. Per presentare la mozione di sfiducia, infatti, secondo l'artico 52 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267,occorrono 20 firme e 33 voti (su 50) per sfiduciare il sindaco.Il gruppo promette che "in caso di mancato raggiungimento sia del numero minimo per presentare la mozione, che dei 33 voti per sfiduciare Cammarata, inonderà di manifesti Palermo con le foto e i nomi dei consiglieri che avranno salvato Cammarata scrivendo 'Questi non amano Palermo'". Il gruppo invita tutti i palermitani a scrivere ai 50 consiglieri comunali "sfiduciamo cammarata" agli indirizzi del sito del Comune di Palermo.
Ecco come i politici siciliani si fanno onore...
Salvo Fleres propone l'amnistia agli evasori, gli asciugamani di Renato Schifani finiscono in prima pagina sul Corriere...
I siciliani a Roma si fanno onore, non c’è che dire. Comunque sia, non passano inosservati. Il senatore Salvo Fleres è diventato un personaggio da quando ha firmato la norma che “pulisce” ancora più bianco i conti degli evasori fiscali, cancellando anche il falso in bilancio ed altri reati penali, il Presidente del senato, Renato Schifani, o meglio i suoi asciugamani, sono accolti con tutti gli onori sulla prima pagina del Corriere della Sera. Un bel risultato, non c’è che dire. Siete mai andati a comperare asciugamani per il bagno? Sicuramente sì, almeno una volta. Deve essere capitato anche al presidente del Senato, Renato Schifani, siciliano di Palermo. Pur non avendo una esperienza specifica sullo shopping da toilette, un’idea ce la siamo fatti sui costi degli asciugamani e possiamo affermare senza tema di smentite che con una ventina di euro riusciamo a comperare il meglio del meglio per un set completo da uomo o donna (quattro o cinque pezzi). A Renato Schifani 50 asciugamani per la sua toilette di Palazzo Madama sono costati 88 euro a testa. Una fortuna. Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, autori di un dossier sul Corriere della Sera, hanno raccolto alcuni dati sui costi affrontati da Palazzo Madama per rendere confortevole la vita degli ospiti, dedicando una particolare attenzione agli asciugamani. Ed hanno scoperto che su e-bay l’asciugamano extra lusso più costoso può essere acquistato - quattro o cinque pezzi insieme – 23 euro circa, meno di cinque euro a testa. Com’è che allora si è passati da 4 euro a 88 euro, si chiedono Rizzo e Stella, sorpresi.
SiciliaInformazioni.it
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domenica, settembre 27, 2009
Corleone, diario dai campi. E' arrivato Andrea Barducci, presidente della provincia di Firenze
Ieri ci è venuto a trovare il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci. Insieme abbiamo fatto il giro dei pizzini fino ad arrivare al covo di Bernardo Provenzano. Nel primo pomeriggio, sotto l'acqua torrenziale, il giro dei terreni confiscati alla mafia e assegnati alla Cooperativa Lavoro e Non Solo. Alle 17 c'è stato l'incontro con il Capitano dei Carabinieri che ha risposto puntualmente e con molta determinazione alle tantissime domande dei nostri volontari toscani. Anche il Sindaco e il Segretario della Camera del Lavoro ci sono venuti a trovare. Nel frattempo ci hanno raggiunto tre lavoratori della Compagnia Portuale di Livorno che staranno con noi alcuni giorni. Dopo la cena il saluto del Presidente della Provincia che ci ha fatto molto riflettere sull'impegno istituzionale che quotidianamente gli amministratori pubblici hanno in Toscana. La sua visita è stata molto gradita dai soci lavoratori della Cooperativa in quanto certe volte il sostegno e la condivisione si esprime molto bene venendo a salutare e perché no a mangiare insieme ... poi tutti a nanna. Questa mattina i volontari con il gruppo dello Spi Cgil sono partiti alle 5,30 per raggiungere i volontari di Canicattì e concludere la vendemmia (tempo permettendo). Dopodiché alla prossima settimana dovremo vendemmiare a Corleone.
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto "Liberarci dalle Spine"
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto "Liberarci dalle Spine"
Sicilia, frantumazione del PDL e marasma "autonomista"
di Agostino Spataro
In Sicilia la politica è come impazzita. Gira a vuoto, al di fuori dei canoni, senza centri di riferimento e senza regole. Gli ultimi avvenimenti alla Regione, al comune di Palermo e altrove lo confermano. La situazione è a un punto altamente critico, quasi di non ritorno. E senza sbocco. Giacché l’inamovibilità di fatto del presidente della regione, prevista dalla legge, non consente soluzioni alternative. Tutto si ferma di fronte all’atroce dilemma: scioglimento anticipato dell’Ars o ingovernabilità permanente. Nonostante il governo non abbia una maggioranza e resti impantanato nelle sue contraddizioni, nessuno desidera affrontare tale problema. Il motivo è presto detto. Lombardo ha nelle mani un’arma formidabile: le sue dimissioni che provocherebbero l’automatico scioglimento dell’Assemblea regionale. LEGGI TUTTO
In Sicilia la politica è come impazzita. Gira a vuoto, al di fuori dei canoni, senza centri di riferimento e senza regole. Gli ultimi avvenimenti alla Regione, al comune di Palermo e altrove lo confermano. La situazione è a un punto altamente critico, quasi di non ritorno. E senza sbocco. Giacché l’inamovibilità di fatto del presidente della regione, prevista dalla legge, non consente soluzioni alternative. Tutto si ferma di fronte all’atroce dilemma: scioglimento anticipato dell’Ars o ingovernabilità permanente. Nonostante il governo non abbia una maggioranza e resti impantanato nelle sue contraddizioni, nessuno desidera affrontare tale problema. Il motivo è presto detto. Lombardo ha nelle mani un’arma formidabile: le sue dimissioni che provocherebbero l’automatico scioglimento dell’Assemblea regionale. LEGGI TUTTO
Corleone. Il sindaco Nino Iannazzo, gli assessori e i "mega eventi" con Fabrizio Corona
Che il sindaco di Corleone Nino Iannazzo e i suoi assessori diventassero anche “testimonial” di vini non ce l’aspettavamo. Meno che mai degli stessi vini che hanno già un testimonial d’eccezione come Fabrizio Corona, personaggio molto noto alle cronache (e non sempre per “eventi” positivi). Eppure i muri e le vetrine di Corleone sono pieni di manifesti e locandine inneggianti al “Mega Evento”. Insieme a Iannazzo & C. (Pio Siragusa, Carlo Vintaloro, Pippo Cardella, Ciro Schirò, Renato Di Miceli, Giuseppe Giandalone e Stefano Gambino), ci saranno altri ospiti “importanti”. Nientepocodimenochè: Totò Cuffaro, Antonello Antinoro, Pippo Enea, Salvino Caputo e Giovanni La Via. Chissà se inaspettatamente arriveranno anche… Nina Moric e Belén Rodriguez. D’altra parte, con un “capo” come “il papi” nazionale, bisogna adeguarsi. Ormai (in politica e altrove) non c’è più posto per i moralisti bacchettoni. Avanti tutta con i “mega eventi”, allora. Con i vini di tutti i tipi e di tutti i colori. Senza guardare in faccia nessuno, senza andare tanto per il sottile. Tutto fa brodo (e potere e voti).
sabato, settembre 26, 2009
Primarie regionali siciliane del Partito democratico: partecipa al sondaggio
In corsa Bernardo Mattarella, Giuseppe Lupo, Giuseppe Lumia e Giuseppe Messina
Le primarie regionali del Partito democratico si svolgeranno domenica 25 ottobre in concomitanza con quelle nazionali. Sono quattro i candidati alla carica di segretario regionale: Bernardo Mattarella, Giuseppe Lupo, Giuseppe Lumia e Giuseppe Messina. Leggi chi sono, guarda il loro video di presentazione e vota il tuo preferito IL SONDAGGIO Le primarie siciliane del PdIl sondaggio non ha, ovviamente, un valore statistico dato che si tratta di una rilevazione aperta a tutti, non basata su un campione elaborato scientificamente. Si potrà votare fino alle 18 di venerdì 9 ottobre.
I CANDIDATI. Bernardo Mattarella, palermitano, 50 anni, avvocato, deputato regionale alla seconda legislatura. È figlio di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione assassinato dalla mafia il 6 gennaio 1980. Proviene dalla Margherita. È collegato alla mozione di Pier Luigi Bersani. IL VIDEO
Giuseppe Lupo, palermitano, 43 anni, ex segretario provinciale della Cisl, deputato regionale alla prima legislatura. È componente della segreteria nazionale del Pd. Proviene dalla Margherita. È collegato alla mozione di Dario Franceschini. IL VIDEO
Giuseppe Lumia, nato a Termini Imerese, 49 anni. È al primo mandato al Senato dopo quattro alla Camera. È stato presidente della commissione nazionale Antimafia della quale oggi è componente. Proviene dai Democratici di sinistra. Non è collegato a mozioni nazionali. IL VIDEO
Giuseppe Messina, nato a Sassari ma palermitano d’a dozione, 51 anni, dipendente dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Portavoce di Legambiente Palermo. Segretario nazionale del Movimento difesa del cittadino. Non proviene né dai Ds né dalla Margherita. È legato alla mozione nazionale di Ignazio Marino. IL VIDEO
(La Repubblica, 25 settembre 2009)
Le primarie regionali del Partito democratico si svolgeranno domenica 25 ottobre in concomitanza con quelle nazionali. Sono quattro i candidati alla carica di segretario regionale: Bernardo Mattarella, Giuseppe Lupo, Giuseppe Lumia e Giuseppe Messina. Leggi chi sono, guarda il loro video di presentazione e vota il tuo preferito IL SONDAGGIO Le primarie siciliane del PdIl sondaggio non ha, ovviamente, un valore statistico dato che si tratta di una rilevazione aperta a tutti, non basata su un campione elaborato scientificamente. Si potrà votare fino alle 18 di venerdì 9 ottobre.
I CANDIDATI. Bernardo Mattarella, palermitano, 50 anni, avvocato, deputato regionale alla seconda legislatura. È figlio di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione assassinato dalla mafia il 6 gennaio 1980. Proviene dalla Margherita. È collegato alla mozione di Pier Luigi Bersani. IL VIDEO
Giuseppe Lupo, palermitano, 43 anni, ex segretario provinciale della Cisl, deputato regionale alla prima legislatura. È componente della segreteria nazionale del Pd. Proviene dalla Margherita. È collegato alla mozione di Dario Franceschini. IL VIDEO
Giuseppe Lumia, nato a Termini Imerese, 49 anni. È al primo mandato al Senato dopo quattro alla Camera. È stato presidente della commissione nazionale Antimafia della quale oggi è componente. Proviene dai Democratici di sinistra. Non è collegato a mozioni nazionali. IL VIDEO
Giuseppe Messina, nato a Sassari ma palermitano d’a dozione, 51 anni, dipendente dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Portavoce di Legambiente Palermo. Segretario nazionale del Movimento difesa del cittadino. Non proviene né dai Ds né dalla Margherita. È legato alla mozione nazionale di Ignazio Marino. IL VIDEO
(La Repubblica, 25 settembre 2009)
Il sindaco di Palermo racconta la sua verità: "Lo vedevo solo nei weekend"
I rapporti con Alioto, la raccomandazione alla Gesip, il no al noleggio della barca. Messaggio agli oppositori interni: "Vediamo chi mi tradirà"
di Antonio Fraschilla
«Escludo che Franco Alioto sia mai stato con me in barca durante il suo orario di lavoro alla Gesip. Non ho mai affittato la mia imbarcazione e se questa è finita con tanto di foto su un sito internet di noleggio, posso assicurare che è stata un'iniziativa di Alioto». Il sindaco Diego Cammarata cerca di uscire dall'angolo in cui il servizio di "Striscia la notizia" l'ha cacciato.Chiuso nel suo ufficio a Palazzo Galletti, rimugina sulla giornata campale che lo ha visto protagonista e cerca di franare l'ondata di dichiarazioni e illazioni che si sono scatenate dopo il servizio andato in onda su Canale 5 che denunciava tentativi d'affitto in nero della barca da parte del suo marinaio, Franco Alioto, che fra l'altro si assentava dalla Gesip per fare il mozzo del primo cittadino. LEGGI TUTTO
di Antonio Fraschilla
«Escludo che Franco Alioto sia mai stato con me in barca durante il suo orario di lavoro alla Gesip. Non ho mai affittato la mia imbarcazione e se questa è finita con tanto di foto su un sito internet di noleggio, posso assicurare che è stata un'iniziativa di Alioto». Il sindaco Diego Cammarata cerca di uscire dall'angolo in cui il servizio di "Striscia la notizia" l'ha cacciato.Chiuso nel suo ufficio a Palazzo Galletti, rimugina sulla giornata campale che lo ha visto protagonista e cerca di franare l'ondata di dichiarazioni e illazioni che si sono scatenate dopo il servizio andato in onda su Canale 5 che denunciava tentativi d'affitto in nero della barca da parte del suo marinaio, Franco Alioto, che fra l'altro si assentava dalla Gesip per fare il mozzo del primo cittadino. LEGGI TUTTO
Federico II, arrestato Alberto Acierno, l'ex direttore accusato di peculato
Acierno si sarebbe indebitamente appropriato di denaro della Fondazione Federico II, finanziata con fondi regionali
Alberto Acierno, ex parlamentare nazionale ed ex deputato all'Assemblea regionale siciliana, è stato arrestato stamane a Palermo dalla Guardia di finanza, in esecuzione di un'ordinanza cautelare emessa dal Gip Pasqua Seminara. L'ex parlamentare si trova ai domiciliari e deve rispondere di peculato. La Gdf aveva accertato irregolarità nella gestione contabile della Fondazione Federico II, di cui Acierno è stato direttore generale. La Fondazione è finanziata con fondi dell'Assemblea regionale. Le Fiamme gialle avevano avviato le indagini per danno erariale su delega del procuratore regionale della Corte dei conti di Palermo e, sotto il profilo penale, coordinati dal pm Sergio Demontis. Acierno, nel periodo in cui ha rivestito l'incarico di direttore generale della Federico II, si si sarebbe indebitamente appropriato di denaro della stessa Fondazione, utilizzando per scopi strettamente personali della carte di credito a lui concesse in uso per fini istituzionali, e avrebbe prelevato altre somme dalla cassa della Fondazione. L'ammontare sarebbe di circa centomila euro.
(26 settembre 2009)
Alberto Acierno, ex parlamentare nazionale ed ex deputato all'Assemblea regionale siciliana, è stato arrestato stamane a Palermo dalla Guardia di finanza, in esecuzione di un'ordinanza cautelare emessa dal Gip Pasqua Seminara. L'ex parlamentare si trova ai domiciliari e deve rispondere di peculato. La Gdf aveva accertato irregolarità nella gestione contabile della Fondazione Federico II, di cui Acierno è stato direttore generale. La Fondazione è finanziata con fondi dell'Assemblea regionale. Le Fiamme gialle avevano avviato le indagini per danno erariale su delega del procuratore regionale della Corte dei conti di Palermo e, sotto il profilo penale, coordinati dal pm Sergio Demontis. Acierno, nel periodo in cui ha rivestito l'incarico di direttore generale della Federico II, si si sarebbe indebitamente appropriato di denaro della stessa Fondazione, utilizzando per scopi strettamente personali della carte di credito a lui concesse in uso per fini istituzionali, e avrebbe prelevato altre somme dalla cassa della Fondazione. L'ammontare sarebbe di circa centomila euro.
(26 settembre 2009)
Preso il killer di Rosario Livatino, il giudice-ragazzino ucciso la mattina del 21 settembre 1990
Arrestato Salvatore Parla, 61 anni, agricoltore di Canicattì. Il sicario dovrà scontare l'ergastolo per l'omicidio del "giudice ragazzino". Il magistrato venne ucciso nel 1990
MESSINA - I carabinieri hanno arrestato Salvatore Parla, 61 anni, agricoltore di Canicattì, accusato dell'omicidio del giudice Rosario Livatino e ritenuto esponente di spicco della "Stidda" agrigentina. L'uomo, sottoposto al regime degli arresti ospedalieri al Reparto di Chirurgia oncologica del Policlinico univerisitario di Messina, è stato raggiunto da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Caltanissetta perché deve scontare la pena dell'ergastolo per l'omicidio Livatino. Il magistrato venne ucciso la mattina del 21 settembre 1990 in un agguato mafioso sul viadotto "Gasena", a Favara, lungo la Ss 640 Agrigento-Caltanissetta mentre con la sua auto si recava in Tribunale.
26/09/2009
MESSINA - I carabinieri hanno arrestato Salvatore Parla, 61 anni, agricoltore di Canicattì, accusato dell'omicidio del giudice Rosario Livatino e ritenuto esponente di spicco della "Stidda" agrigentina. L'uomo, sottoposto al regime degli arresti ospedalieri al Reparto di Chirurgia oncologica del Policlinico univerisitario di Messina, è stato raggiunto da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Caltanissetta perché deve scontare la pena dell'ergastolo per l'omicidio Livatino. Il magistrato venne ucciso la mattina del 21 settembre 1990 in un agguato mafioso sul viadotto "Gasena", a Favara, lungo la Ss 640 Agrigento-Caltanissetta mentre con la sua auto si recava in Tribunale.
26/09/2009
Roma, migliaia in piazza con le agende rosse
Sono già diverse centinaia le persone scese in piazza Bocca della Verità a Roma per partecipare al corteo 'Agenda Rossa'. Quasi tutti i manifestanti hanno in mano un libretto rosso che simboleggia l'agenda sottratta al magistrato Paolo Borsellino ucciso dalla mafia nel 1992. «Vogliamo giustizia e verità sulle stragi di mafia», gridano in coro i manifestanti che espongono striscioni con su scritto: «Contro le stragi di stato», «Fuori le verità! Fuori l'agenda rossa»; «Io non mi arrendo, pretendo verità». Diversi cartelli riportano frasi dei giudici uccisi dalla mafia: «Gli uomini passano ma gli ideali restano e continueranno a camminare sulle gambe degli altri uomini», (Giovanni Falcone) e «Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri» (Paolo Borsellino). Accenno polemico quello di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, che si dice «deluso dal presidente della Repubblica». Il capo dello Stato, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe declinato l'invito rivoltogli dall'europarlamentare Sonia Alfano, dell'Italia dei Valori, a prendere parte alla manifestazione di oggi. «Sono deluso dal presidente -afferma Salvatore Borsellino- perché questa non è una manifestazione di partito ma il partito della gente onesta».26 settembre 2009
Palermo, mille cittadini in piazza chiedono le dimissioni del primo cittadino Diego Cammarata
I manifestanti si sono radunati davanti al municipio per chiedere le dimissioni del sindaco, dopo la vicenda scoperta da "Striscia la notizia" e rigurdante un impiegato comunale che avrebbe prestato servizio sulla barca del primo cittadino PALERMO - Un migliaio di persone ha partecipato questa mattina, a piazza Pretoria, davanti alla sede del municipio di Palermo, ad una manifestazione, organizzata su un social network, per chiedere le dimissioni del sindaco Diego Cammarata (Pdl). Nei giorni scorsi una troupe di "Striscia la notizia" ha scoperto che lo skipper della barca dei suoi figli è dipendente di una società comunale e, secondo il tg satirico, l'uomo avrebbe lavorato sulla barca durante le ore di servizio. Gli aderenti alla manifestazione, dal titolo "Cammarata in barca e Palermo affonda", hanno chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco (che ieri in giunta ha varato il raddoppio dell'addizionale comunale Irpef dal 4 all'8 per mille), e poi hanno realizzato centinaia di barchette di carta, che hanno fatto galleggiare nella fontana della piazza. Presente anche un gruppo del comitato di "Lotta per la casa", che per raccogliere fondi ha organizzato il sorteggio di un veliero in miniatura, esposto con un cartello "affittasi". Numerosi gli esponenti politici presenti, soprattutto del Centrosinistra.
26/09/2009
26/09/2009
venerdì, settembre 25, 2009
Il Pg: "Mangano ad Arcore per i boss"
Davanti alla seconda sezione penale della Corte d'Appello di Palermo, requisitoria del Procuratore generale nel processo a carico del senatore di Forza Italia Dell'Utri e lo stalliere di Berlusconi. "Di cavalli e coltivazioni non sapeva nulla: ma se guardiamo i suoi precedenti penali, gli interessi che coltivava erano di tutt'altra natura rispetto a quelli agricoli"
PALERMO - "Vittorio Mangano fu assunto nella tenuta di Arcore di Silvio Berlusconi per coltivare interessi diversi da quelli per i quali fu ufficialmente chiamato da Palermo fino in Brianza". LEGGI TUTTO
PALERMO - "Vittorio Mangano fu assunto nella tenuta di Arcore di Silvio Berlusconi per coltivare interessi diversi da quelli per i quali fu ufficialmente chiamato da Palermo fino in Brianza". LEGGI TUTTO
Recuperate inchieste e video di Rostagno. Salvato il lavoro del giornalista antimafia
La sorella Carla ha sottratto al macero i documenti giornalistici girati da Mauro negli utlimi anni di vita prima che fosse ucciso dalle cosche
di ATTILIO BOLZONI e SALVO PALAZZOLO
LE SUE inchieste giornalistiche erano finite in un magazzino alla periferia di Trapani, sulla strada delle saline. Nastri abbandonati, destinati al macero. Ma a ventuno anni dall'omicidio di Mauro Rostagno - l'anniversario della sua morte il 26 settembre - sua sorella Carla ha ritrovato decine e decine di vidoecassette e le ha messe in salvo. Sono 120 ore di registrazione. Una collezione di interviste, di editoriali, di inchieste sul campo curate dall'"ultimo" Mauro Rostagno, l'ex operaio e capopolo, l'ex professore e terapeuta, l'ex sociologo e saniasi che a Trapani, terra di mafia, nel settembre del 1988 è stato ucciso a fucilate. E' il giornalista Mauro Rostagno che parla di mafia e politica dal "profondo Sud", dove lui, figlio del grande Nord, si era rifugiato negli ultimi anni della sua esistenza. Il recupero delle registrazioni è stato affidato alla Loopservice di Matteo Frenguelli, una società perugina di produzioni video. LEGGI TUTTO
di ATTILIO BOLZONI e SALVO PALAZZOLO
LE SUE inchieste giornalistiche erano finite in un magazzino alla periferia di Trapani, sulla strada delle saline. Nastri abbandonati, destinati al macero. Ma a ventuno anni dall'omicidio di Mauro Rostagno - l'anniversario della sua morte il 26 settembre - sua sorella Carla ha ritrovato decine e decine di vidoecassette e le ha messe in salvo. Sono 120 ore di registrazione. Una collezione di interviste, di editoriali, di inchieste sul campo curate dall'"ultimo" Mauro Rostagno, l'ex operaio e capopolo, l'ex professore e terapeuta, l'ex sociologo e saniasi che a Trapani, terra di mafia, nel settembre del 1988 è stato ucciso a fucilate. E' il giornalista Mauro Rostagno che parla di mafia e politica dal "profondo Sud", dove lui, figlio del grande Nord, si era rifugiato negli ultimi anni della sua esistenza. Il recupero delle registrazioni è stato affidato alla Loopservice di Matteo Frenguelli, una società perugina di produzioni video. LEGGI TUTTO
Ciancimino jr: «Mio padre incontrò Licio Gelli»
PALERMO - "L'estate delle stragi, mio padre incontrò a Cortina Licio Gelli. I magistrati hanno trovato anche i riscontri". Parla a Radio 24 Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso Vito. "Nel '92, c'erano dei progetti politici di nuovi partiti, credo - dice Ciancimino jr - che si siano confrontati su questo. Ma c'è un'inchiesta in merito". Condannato in primo grado per il riciclaggio del tesoro del padre, Massimo Ciancimino, collabora con alcune procure su nuove inchieste, a cominciare dalla trattativa tra Stato e mafia. "Non ho nulla da rimangiarmi su Nicola Mancino, che mi ha querelato. Quando si voleva aprire un canale per la trattativa, era stato fatto il nome suo e di un altro ministro. Che poi mio padre - sono le parole di Ciancimino - non trovò in Mancino l'interlocutore che voleva..., infatti sono venuti fuori anche altri nomi, oggetto d'indagine". Nell'intervista a Radio 24, parla delle visite di Provenzano nella loro casa a Roma, della "necessità del padre di oliare i meccanismi con soldi ai politici, per i suoi affari sul gas", dell'ultimo messaggio dal carcere di Riina e di alcuni personaggi coinvolti nelle indagini su via D'Amelio. "Franco-Carlo, uomo delle istituzioni, intensificò le sue presenze da noi - dice Ciancimino ai microfoni di Radio 24 - nell'estate delle stragi. Mi sembra che si fosse salutato anche con l'uomo dal viso deformato, che frequentava casa mia anche per altre ragioni". La versione integrale dell'intervista a Massimo Ciancimino andrà in onda domenica 27 settembre alle 19.30, nella rubrica "Storiacce" di Raffaella Calandra. E sul sito di Radio24.
25/09/2009
25/09/2009
Messineo, procuratore della repubblica di Palermo: "La mafia vuole allettare lo Stato"
Messineo, procuratore della repubblica di Palermo, mette in guardia le istituzioni: "La nuova strategia di Cosa nostra è quella delle collaborazioni, vedi l'ammissione di Lo Piccolo sul pizzino a Provenzano. Ma dobbiamo rimanere inflessibili"
PALERMO - Secondo il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, "la mafia vuole uscire dalle vicende giudiziarie con il più piccolo danno possibile e tenta di allettare lo Stato con collaborazioni o con dichiarazioni come quella che ha fatto ieri Salvatore Lo Piccolo. E' una nuova strategia, ma lo Stato deve rimanere inflessibile". Così Messineo ha commentato l'ammissione di Lo Piccolo senior che ieri, al processo sull'omicidio di Giovanni Bonanno, ha confessato di avere scritto a Bernardo Provenzano. "Solo alcuni anni fa certe cose erano impensabili - ha proseguito -, ma questo non significa che i mafiosi sono diventati migliori. Potrebbe essere una trappola. I tempi delle trattative sono ormai archiviati e lo Stato deve scoraggiare i mafiosi dal pensiero di poter scendere a compromessi".Per il procuratore "siamo a un momento di svolta. Quasi ogni giorno riceviamo una richiesta di collaborazione. La mafia non ha più un centro unificatore". Messineo ha anche annunciato che è attiva l'anagrafe dei conti bancari. "Questo permetterà di accelerare le indagini e rendere più agevole il nostro lavoro".
25/09/2009
PALERMO - Secondo il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, "la mafia vuole uscire dalle vicende giudiziarie con il più piccolo danno possibile e tenta di allettare lo Stato con collaborazioni o con dichiarazioni come quella che ha fatto ieri Salvatore Lo Piccolo. E' una nuova strategia, ma lo Stato deve rimanere inflessibile". Così Messineo ha commentato l'ammissione di Lo Piccolo senior che ieri, al processo sull'omicidio di Giovanni Bonanno, ha confessato di avere scritto a Bernardo Provenzano. "Solo alcuni anni fa certe cose erano impensabili - ha proseguito -, ma questo non significa che i mafiosi sono diventati migliori. Potrebbe essere una trappola. I tempi delle trattative sono ormai archiviati e lo Stato deve scoraggiare i mafiosi dal pensiero di poter scendere a compromessi".Per il procuratore "siamo a un momento di svolta. Quasi ogni giorno riceviamo una richiesta di collaborazione. La mafia non ha più un centro unificatore". Messineo ha anche annunciato che è attiva l'anagrafe dei conti bancari. "Questo permetterà di accelerare le indagini e rendere più agevole il nostro lavoro".
25/09/2009
giovedì, settembre 24, 2009
Da giovedì 24 settembre Fabrizio Miccoli è "cittadino onorario" di Corleone
L’attaccante del Palermo Fabrizio Miccoli da giovedì 24 settembre 2009 è “cittadino onorario” di Corleone. Il sindaco, Nino Iannazzo, accogliendo una mozione del Consiglio comunale presentata dal consigliere Dino Paternostro, gli ha conferito il riconoscimento questo pomeriggio nell’Aula Consiliare del Comune. Alla cerimonia hanno partecipato rappresentanti della Giunta e del Consiglio, esponenti del mondo sportivo corleonese e molti tifosi, per lo più bambini e ragazzi. L’incontro è stato aperto dal presidente del Consiglio comunale, Mario Lanza, e dall’assessore comunale allo Sport, Carlo Vintaloro. È intervenuto anche il consigliere Paternostro. «Quella di oggi – ha detto - è una bella giornata per la città di Corleone». LEGGI TUTTO
Domani l'anniversario dell'omicidio del giudice Cesare Terranova e del maresciallo Lenin MancusoTerranova.
Ricorre domani il 30/o anniversario della morte del magistrato Cesare Terranova e del poliziotto Lenin Mancuso, uccisi dalla mafia nel 1979. Per celebrare l'anniversario il centro studi giuridici e sociali Cesare Terranova ha organizzato un convegno: "L'impegno dello Stato nell'azione di contrasto alla mafia" che si svolgerà alle 16 nell'aula magna del Palazzo di giustizia di Palermo. E' prevista la partecipazione, tra gli altri, del presidente del Senato, Renato Schifani, del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e del capo della polizia Antonio Manganelli. Per l'omicidio Terranova sono stati condannati all'ergastolo Salvatore Riina, Michele Greco, Antonino Geraci, Francesco Madonia e Giuseppe Calò. Il commando omicida entrò in azione aprendo il fuoco contro la Fiat 131 del magistrato in via Rutelli vicino la sua abitazione. Cesare Terranova, dopo una parentesi come parlamentare, era ritornato a Palermo nei ruoli della magistratura ed aveva assunto la funzione di consigliere istruttore. Francesco Di Carlo, ex boss di Altofonte e ora collaboratore di giustizia, in una testimonianza aveva precisato che Tano Badalamenti, in prigione negli Stati Uniti, si era detto contrario all' uccisione di Cesare Terranova in Sicilia; l'omicidio invece fu consumato a Palermo non appena i corleonesi presero il comando all' interno della cupola, spodestando dai vertici dell'organizzazione i Greco e lo stesso Badalamenti.
martedì, settembre 22, 2009
Assenteista fa il marinaio per il sindaco di Palermo. Dopo la denuncia, aperta un'inchiesta
È scattata alcune settimane fa, in seguito a un esposto anonimo arrivato al Tribunale, l’inchiesta della Procura della Repubblica per accertare le irregolarità che sarebbero state compiute dal sindaco Diego Cammarata e da un dipendente della Gesip, la società di servizi del Comune. Il caso è stato raccontato lunedì sera da «Striscia la notizia» che ha svelato come un dipendente della Gesip, Franco Alioto, non si sarebbe mai presentato al lavoro, prestando invece servizio come marinaio sulla barca dei figli del sindaco, utilizzata dallo stesso primo cittadino di Palermo. Secondo quanto rivelato da «Striscia la notizia» il dipendente della Gesip si sarebbe occupato anche di noleggiare la barca incassando in nero, come documenta il servizio, i soldi pattuiti. La Procura ha disposto l’acquisizione di una copia del servizio televisivo. LEGGI TUTTO
IL SERVIZIO DI "STRISCIA LA NOTIZIA"
IL SERVIZIO DI "STRISCIA LA NOTIZIA"
Trapani: domani processo a Rino Giacalone. Criticare il sindaco costa cinquantamila euro
L'appello di Spampinato, Morrione, Giulietti
Fra i tanti modi di intimidire un giornalista per metterlo a tacere ce n'è uno nel quale l'aggressore veste i pani della vittima, un metodo che ha tutti i crismi della legalità: la citazione in Tribunale del cronista per i presunti danni subiti a seguito della pubblicazione di uno o pù suoi articoli ritenuti ingiusti. Si possono chiedere i danni, senza limitazione d'importo, a un giornalista e al suo giornale, senza che l'articolo sia stato giudicato diffamatorio o calunnioso in sede penale. Non è necessario, nel nostro sistema. Purtroppo c'è un varco che lo permette, nella nostra legislazione. LEGGI TUTTO
Qualche considerazione sulla casalinga di Campofiorito arrestata, processata e condannata
Qualche considerazione sulla casalinga di Campofiorito arrestata, processata per direttissima e condannata, dopo aver patteggiato la pena, ad un anno e mezzo di carcere. La donna in questione, che aveva rubato per più di un anno a casa della cognata, è già in libertà. E fin qui nulla di nuovo sotto il sole. In libertà, dopo qualche giorno di carcere, vediamo personaggi socialmente molto più pericolosi di questa donna di Campofiorito. Qualcosa vorremmo dire, invece, sulla circostanza che Francesca Calcara è una donna pubblica. Ricopre, infatti, la carica di consigliere comunale e di vice-presidente del consiglio comunale di Campofiorito. Ci auguriamo che almeno si dimetta da entrambe le cariche, perché non è motivo di decoro per le istituzioni essere rappresentate da persone condannate per reati di cui non si può andare fieri. E ci auguriamo che, se le dimissioni non verranno spontaneamente, siano il sindaco, la giunta e la maggioranza di centro-sinistra che governano il comune a chiederle con fermezza. Fare finta di niente sarebbe un imperdonabile “reato” etico-politico. (d.p.)
lunedì, settembre 21, 2009
Campofiorito. Arrestata una donna: rubava denaro e oggetti preziosi a casa della cognata
di Cosmo Di Carlo
Ha chiesto il patteggiamento della pena ed è stata giudicata e condannata ad un anno e sei mesi di carcere. La donna, Francesca Calcara, casalinga incensurata di 54 anni, è consigliere comunale e vice-presidente del consiglio di Campofiorito, piccolo centro del palermitano a 12 chilometri da Corleone. Era stata arrestata qualche giorno fa dai carabinieri del Nucleo Investigativo e Radio mobile della compagnia di Corleone, che l’avevano fermata all’uscita dalla casa della cognata che gestiste un esercizio commerciale in paese. LEGGI TUTTO
Ha chiesto il patteggiamento della pena ed è stata giudicata e condannata ad un anno e sei mesi di carcere. La donna, Francesca Calcara, casalinga incensurata di 54 anni, è consigliere comunale e vice-presidente del consiglio di Campofiorito, piccolo centro del palermitano a 12 chilometri da Corleone. Era stata arrestata qualche giorno fa dai carabinieri del Nucleo Investigativo e Radio mobile della compagnia di Corleone, che l’avevano fermata all’uscita dalla casa della cognata che gestiste un esercizio commerciale in paese. LEGGI TUTTO
Asp Palermo. Nominato il direttore amministrativo: è Antonino Candela
PALERMO - Il direttore generale dell'Asp di Palermo, Salvatore Cirignotta, ha nominato Antonino Candela direttore amministrativo dell'Azienda sanitaria provinciale del capoluogo. "Ho puntato su una professionalità qualificata, giovane e con forti motivazioni - ha sottolineato Cirignotta - la scelta è stata fatta dopo una serie di colloqui e dopo un attento ed approfondito esame dei curricula. Si è ritento che la formazione e l'esperienza professionale del dottor Candela fossero le più adeguate per il ruolo di direttore amministrativo dell'Asp di Palermo che vede tra le sue priorità, la soluzione di annose problematiche economiche-finanziarie, tra cui la chiusura dei bilanci precedenti". Candela, 44 anni, palermitano, laureato in economia e commercio, è stato responsabile dell'area economico finanziaria dell'Asl 9 di Trapani.
Diciannove anni fa la mafia assassinava Rosario Livatino, il "giudice ragazzino"
PALERMO - "Un giovane servitore dello Stato che ci ha lasciato in eredità una preziosa testimonianza di giustizia e legalità". Con queste parole il senatore del Pd Giuseppe Lumia, ricorda la figura di Rosario Livatino, il "giudice ragazzino" ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990. "Il suo impegno - aggiunge Lumia - era animato da un profondo e autentico senso delle istituzioni che ha coltivato con uno studio appassionato, serio, rigoroso e uno stile di vita orientato da autentici valori umani e cristiani". "Nella sua attività di magistrato - ricorda l'esponente del Pd - Livatino si è era occupato della cosiddetta 'Tangentopoli Siciliana', condusse diverse inchieste sulla Stidda e su Cosa nostra. Il suo esempio è un modello di alto senso civile per tutto il nostro Paese". LEGGI TUTTO
domenica, settembre 20, 2009
Processo «Talpe». Il Comune di Bagheria era parte civile, ma non avrà il risarcimento di oltre tre milioni di euro
Bagheria. Disappunto per la cancellazione del risarcimento (oltre tre milioni di euro) previsto per il Comune nell'ambito della costituzione di parte civile nel processo di mafia denominato "Talpe". Cavalca la protesta soprattutto Pippo Cipriani che a suo tempo, da assessore alla Legalità, promosse la costituzione di parte civile e oggi, nella veste di presidente dell´associazione antiracket e antiusura del comprensorio bagherese, denuncia la decisione del "Comitato nazionale sul fondo di solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso" di applicare le norme del Pacchetto di sicurezza dello scorso luglio. «Siamo di fronte ad una decisione grave - afferma Cipriani - che rischia di svuotare l´impegno contro la mafia messo in piedi dalle amministrazioni locali». E aggiunge: «E' paradossale che i tribunali concedano un risarcimento per il danno subito dalla pressione mafiosa e il governo lo cancelli». I soldi del risarcimento sarebbero stati utilizzati per un «vasto programma di contrasto alla povertà e di sostegno alle piccole attività economiche messo in piedi dall´amministrazione comunale, dall´associazione Antiusura e da Banca Etica». Cipriani ha fatto sapere di aver sollecitato il presidente Lombardo, gli assessori agli enti locali e alla sanità Caterina Chinnici e Massimo Russo (anche l´Asl 6, nell´ambito del processo Talpe, aveva ottenuto un risarcimento di circa 20 milioni, perso anche quello). Intanto un gruppo di cittadini ha redatto un documento per sollecitare l'amministrazione comunale a "farsi portavoce del profondo disappunto" e a convocare un consiglio comunale aperto possibilmente alla presenza del Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso.
Giuseppe Fumia
La Sicilia, 20.09.09
Giuseppe Fumia
La Sicilia, 20.09.09
Beni confiscati, il primato a Palermo. La cantina Kaggio di Monreale, dopo anni di inattività, assegnata al Consorzio Sviluppo e Legalità
di Norma Ferrara
E' Palermo la capitale dei beni confiscati nel Paese. Con 14.973 beni posti sotto sequestro/confisca, il capoluogo siciliano e' la citta' dove si conferma più alto il numero di patrimoni mafiosi colpiti dai provvedimenti previsti dalla legge109/96. Al secondo posto Roma, che con 11.648 beni supera Reggio Calabria, terza con 5.248.Nonostante Palermo sia capofila fra le città italiane il valore dei beni sequestrati a spostare l'attenzione sulla capitale. A Roma infatti questo arriva sino a 916 milioni e supera di gran lunga quello degli immobili sequestrati a Palermo (42 milioni) o Napoli (29 milioni). Un dato che la dice lunga sulla lungimiranza e sulla forza che hanno assunto gli investimenti criminali nella capitale, assediata da ndrangheta e camorra, che arrivano sino al cuore del centro storico senza incontrare difficoltà, attraverso "scatole cinesi" che camuffano la natura mafiosa dei capitali. LEGGI TUTTO
E' Palermo la capitale dei beni confiscati nel Paese. Con 14.973 beni posti sotto sequestro/confisca, il capoluogo siciliano e' la citta' dove si conferma più alto il numero di patrimoni mafiosi colpiti dai provvedimenti previsti dalla legge109/96. Al secondo posto Roma, che con 11.648 beni supera Reggio Calabria, terza con 5.248.Nonostante Palermo sia capofila fra le città italiane il valore dei beni sequestrati a spostare l'attenzione sulla capitale. A Roma infatti questo arriva sino a 916 milioni e supera di gran lunga quello degli immobili sequestrati a Palermo (42 milioni) o Napoli (29 milioni). Un dato che la dice lunga sulla lungimiranza e sulla forza che hanno assunto gli investimenti criminali nella capitale, assediata da ndrangheta e camorra, che arrivano sino al cuore del centro storico senza incontrare difficoltà, attraverso "scatole cinesi" che camuffano la natura mafiosa dei capitali. LEGGI TUTTO
In memoria di padre Pino Puglisi
di Francesco Palazzo
Le circostanze che portarono all´eliminazione del giudice Borsellino, nel luglio del 1992, e alla strategia stragista di Cosa nostra in continente, nel 1993, sembrano oggi mettere in primo piano, sebbene molto sia ancora da chiarire e approfondire, la mafia di Brancaccio. Non è fuori luogo ricordarlo in questa settimana, in cui si è ricordato il sedicesimo anniversario della morte per mano mafiosa di Don Pino Puglisi. Egli, intendendo fare al meglio solo il prete, venne verosimilmente a scontrarsi non con una semplice cosca mafiosa. Questo già avveniva in altre parrocchie di Palermo. LEGGI TUTTO
Le circostanze che portarono all´eliminazione del giudice Borsellino, nel luglio del 1992, e alla strategia stragista di Cosa nostra in continente, nel 1993, sembrano oggi mettere in primo piano, sebbene molto sia ancora da chiarire e approfondire, la mafia di Brancaccio. Non è fuori luogo ricordarlo in questa settimana, in cui si è ricordato il sedicesimo anniversario della morte per mano mafiosa di Don Pino Puglisi. Egli, intendendo fare al meglio solo il prete, venne verosimilmente a scontrarsi non con una semplice cosca mafiosa. Questo già avveniva in altre parrocchie di Palermo. LEGGI TUTTO
Diario dai campi di lavoro antimafia. Secondo giorno di lavoro a Canicattì (Ag)
Secondo giorno di vendemmia a Canicattì. Oggi giunti nella vigna all’orario previsto abbiamo iniziato la raccolta dei grappoli di buona lena e poco dopo il nostro arrivo siamo stati raggiunti dagli altri soci partiti all’alba da Corleone. A partire da stamani Elio, un ragazzo di Canicattì che collabora con l’Arci, ci ha aiutato nel nostro lavoro nei campi come nuovo volontario. L’uva “Grillo”, vendemmiata oggi,abbondava nei filari ,e per la gioia dei volontari era imbrigliata tra i rami e difficile da liberare. Numerose bottiglie d’acqua dopo la truppa dei cuochi ci ha soccorso con i viveri. Dopo esserci rifocillati e rinfrescati all’ombra del granaio ci siamo rimessi in moto coadiuvati anche dagli impavidi cuochi. LEGGI TUTTO
giovedì, settembre 17, 2009
Il direttore generale dell'Asp di Palermo, Salvatore Cirignotta: "L'ospedale di Corleone non chiuderà, anzi sarà potenziato"
di COSMO DI CARLO
«L’ospedale di Corleone non rischia la chiusura, semmai nel tempo un potenziamento». Lo ha detto ieri mattina nell’aula consiliare di Corleone il nuovo direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale Salvatore Cirignotta. La visita a Corleone del direttore della Azienda Sanitaria Provinciale più grande d’Italia, che è succeduto dal primo settembre a Salvatore Iacolino, eletto deputato al parlamento europeo, ha portato serenità ed attese dopo le preoccupazioni seguite all’atto deliberativo del suo predecessore, che il 28 agosto, nell’intento di rimodulare la rete ospedaliera provinciale, aveva soppresso l’unità operativa di geriatria dell’ospedale cittadino, provocando le proteste di tutti i sindaci del comprensorio, che avevano gridato al “ tradimento”. Ieri i sindaci della zona erano tutti presenti all’incontro con Salvatore Cirignotta. LEGGI TUTTO
IL CSM STOPPA LA NOMINA DI CIRIGNOTTA A MANAGER DELL'ASP DI PALERMO
«L’ospedale di Corleone non rischia la chiusura, semmai nel tempo un potenziamento». Lo ha detto ieri mattina nell’aula consiliare di Corleone il nuovo direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale Salvatore Cirignotta. La visita a Corleone del direttore della Azienda Sanitaria Provinciale più grande d’Italia, che è succeduto dal primo settembre a Salvatore Iacolino, eletto deputato al parlamento europeo, ha portato serenità ed attese dopo le preoccupazioni seguite all’atto deliberativo del suo predecessore, che il 28 agosto, nell’intento di rimodulare la rete ospedaliera provinciale, aveva soppresso l’unità operativa di geriatria dell’ospedale cittadino, provocando le proteste di tutti i sindaci del comprensorio, che avevano gridato al “ tradimento”. Ieri i sindaci della zona erano tutti presenti all’incontro con Salvatore Cirignotta. LEGGI TUTTO
IL CSM STOPPA LA NOMINA DI CIRIGNOTTA A MANAGER DELL'ASP DI PALERMO
Sanità. L'irruenza faziosa del sindaco Iannazzo
di DINO PATERNOSTRO
Con un’irruenza decisionista degna di miglior causa, il sindaco di Corleone Nino Iannazzo aveva già “convocato” il nuovo direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, dott. Salvatore Cirignotta, per lo scorso 3 settembre. Ma questi gli aveva garbatamente fatto notare che si era insediato il 1° settembre e che, prima di fare un incontro sulle sorti della sanità nel Corleonese, aveva bisogno di “leggere le carte” e cominciare a capire. Ed ha proposto un rinvio al 17 settembre. Anche ieri, però, Iannazzo ha parlato abbastanza “sopra le righe”, ammettendo di essere “arrabbiato e deluso”. Arrabbiato e deluso da chi e di che cosa? Sicuramente dal suo “amico” Salvatore Iacolino, precedente direttore generale dell’Asl 6, che Iannazzo & C. hanno votato e fatto votare alle scorse elezioni europee. LEGGI TUTTO
Con un’irruenza decisionista degna di miglior causa, il sindaco di Corleone Nino Iannazzo aveva già “convocato” il nuovo direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, dott. Salvatore Cirignotta, per lo scorso 3 settembre. Ma questi gli aveva garbatamente fatto notare che si era insediato il 1° settembre e che, prima di fare un incontro sulle sorti della sanità nel Corleonese, aveva bisogno di “leggere le carte” e cominciare a capire. Ed ha proposto un rinvio al 17 settembre. Anche ieri, però, Iannazzo ha parlato abbastanza “sopra le righe”, ammettendo di essere “arrabbiato e deluso”. Arrabbiato e deluso da chi e di che cosa? Sicuramente dal suo “amico” Salvatore Iacolino, precedente direttore generale dell’Asl 6, che Iannazzo & C. hanno votato e fatto votare alle scorse elezioni europee. LEGGI TUTTO
Corleone. Campi di lavoro antimafia. L'incontro con Anna Bucca e Luciana Castellina
Questa mattina la nostra carovana di lavoratori, insieme agli amici di Firenze, ha trovato i campi in buone condizioni, la raccolta è stata produttiva. Al ritorno dal lavoro mattutino, ci aspetta un pomeriggio piuttosto intenso. Alcuni di noi visitano, insieme ai ragazzi della cooperativa, lo stabilimento dove vengono confezionati alcuni prodotti, per tutti, nel tardo pomeriggio, in programma c’è l’incontro con due donne molto importanti per il loro rapporto con la cooperativa e per la loro esperienza: Anna Bucca, presidente di ARCI Sicilia, e Luciana Castellina, storico membro del partito comunista e della sinistra italiana. Luciana racconta ai ragazzi presenti la sua esperienza di donna impegnata in politica in Italia e in Europa. LEGGI TUTTO
mercoledì, settembre 16, 2009
Ascolti, Bruno Vespa battuto da Canale 5, la fiction va meglio dello "spettacolo" Berlusconi
"Porta a porta" con il premier capitola nel confronto con "L'onore e il rispetto". La serie ha ottenuto il 22,61% di share, al presidente del Consiglio solo il 13,47%. Parte del pubblico ha scelto anche le dirette delle partite di Championsma pure "L'ispettore Coliandro" (RaiDue) e "Dirty Dancing" (Italia1)
ROMA - Gabriel Garko batte Silvio Berlusconi: la fiction L'onore e il rispetto in onda ieri sera su Canale 5 ha avuto la meglio, quanto ad ascolti, sulla puntata di Porta a porta che ospitava il presidente del Consiglio: l'ammiraglia Mediaset ha ottenuto il 22,61% di share con 5.750.000 di spettatori contro il 13,47% e 3.219.000 spettatori di RaiUno. "Un flop clamoroso - ha detto il consigliere d'amministrazione Rai Giorgio Van Straten - forse la peggiore performance di RaiUno nell'anno".
ROMA - Gabriel Garko batte Silvio Berlusconi: la fiction L'onore e il rispetto in onda ieri sera su Canale 5 ha avuto la meglio, quanto ad ascolti, sulla puntata di Porta a porta che ospitava il presidente del Consiglio: l'ammiraglia Mediaset ha ottenuto il 22,61% di share con 5.750.000 di spettatori contro il 13,47% e 3.219.000 spettatori di RaiUno. "Un flop clamoroso - ha detto il consigliere d'amministrazione Rai Giorgio Van Straten - forse la peggiore performance di RaiUno nell'anno".
"Siamo tutti farabutti". Inviateci le vostre foto
L'iniziativa di Repubblica.it in collaborazione con il Festival del giornalismo di Perugia. Il 19 settembre la manifestazione a Roma
"Siamo tutti farabutti perché vogliamo una stampa (e una tv) libera!!!!". Dieci domande, più una undicesima a sorpresa. E tutti con Repubblica sotto il braccio. Gli organizzatori del Festival del giornalismo di Perugia porteranno sabato alle ore 16 in piazza del Popolo a Roma uno striscione con le dieci domande del nostro giornale. Invitiamo i lettori a inviare una loro foto con la scritta "Siamo tutti farabutti" oppure uno scatto mentre mostrano una copia di Repubblica. Le foto devono essere spedite a questo indirizzo e-mail in formato jpg: risoluzione 800 x 600 pixel. Vanno indicati anche nome, cognome e città. Le immagini verranno pubblicate sul nostro sito. Per mandare adesioni e commenti potete anche utilizzare la pagina Facebook del Festival Internazionale del giornalismo di Perugia.
"Siamo tutti farabutti perché vogliamo una stampa (e una tv) libera!!!!". Dieci domande, più una undicesima a sorpresa. E tutti con Repubblica sotto il braccio. Gli organizzatori del Festival del giornalismo di Perugia porteranno sabato alle ore 16 in piazza del Popolo a Roma uno striscione con le dieci domande del nostro giornale. Invitiamo i lettori a inviare una loro foto con la scritta "Siamo tutti farabutti" oppure uno scatto mentre mostrano una copia di Repubblica. Le foto devono essere spedite a questo indirizzo e-mail in formato jpg: risoluzione 800 x 600 pixel. Vanno indicati anche nome, cognome e città. Le immagini verranno pubblicate sul nostro sito. Per mandare adesioni e commenti potete anche utilizzare la pagina Facebook del Festival Internazionale del giornalismo di Perugia.
martedì, settembre 15, 2009
Centinaia di fiaccole per don Puglisi. Il ricordo del prete ucciso dalla mafia di Brancaccio
Il presidente del Centro Maurizio Artale: "C'è ancora molto da fare"
Centinaia di persone hanno partecipato ieri sera a Palermo alla fiaccolata in memoria di padre Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre di 16 anni fa. Alla manifestazione, organizzata dal Centro Padre Nostro, fondato da don Puglisi e dalla parrocchia di San Gaetano, erano presenti tra gli altri il presidente del Consiglio comunale, Alberto Campagna, il parroco Maurizio Francofonte, monsignor Di Vita, in rappresentanza della Conferenza episcopale siciliana, e diverse associazioni cattoliche. Tanti anche i bambini e i giovani che hanno partecipato all'iniziativa. La fiaccolata è partita da piazzale Anita Garibaldi, dove è stato ucciso il sacerdote. Poi, il corteo ha attraversato il quartiere di Brancaccio per raggiungere il centro polisportivo, in via San Ciro, dove proprio ieri i responsabili hanno trovato il portone divelto e hanno denunciato il furto di alcuni attrezzi da lavoro. "Partendo dal luogo dell'eccidio di padre Puglisi, vogliamo portare avanti il suo messaggio, la sua luce che deve cambiare il quartiere dove lui è ancora molto ricordato e amato anche da chi non lo ha conosciuto", ha detto padre Francofonte durante la fiaccolata. Il presidente del Centro Maurizio Artale ha sottolineato che "dalla morte di padre Puglisi moltissimo è cambiato ma ancora c'è molto da fare. I progetti da lui voluti, il centro polisposrtivo e quello per anziani, vedranno la luce solo entro la fine di quest'anno, e sedici anni per realizzarli sono troppi, troppi per dare una risposta a chi è stato ucciso anche per questo". Oggi, alle 18, in cattedrale, l'arcivescovo Paolo Romeo celebrerà una messa. In serata, alle 21, al Centro Polivalente sportivo di Brancaccio si esibiranno Lello Analfino e Lino Costa, dei Tinturia. Interverranno Sasà Salvaggio e Massimo Minutella. Nell'occasione sarà presentata la canzone "L'aquila maestra", dedicata a padre Pino Puglisi, composta dai volontari del Centro Padre Nostro e cantata dai ragazzi di Brancaccio.
(La Repubblica, 15 settembre 2009)
Centinaia di persone hanno partecipato ieri sera a Palermo alla fiaccolata in memoria di padre Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre di 16 anni fa. Alla manifestazione, organizzata dal Centro Padre Nostro, fondato da don Puglisi e dalla parrocchia di San Gaetano, erano presenti tra gli altri il presidente del Consiglio comunale, Alberto Campagna, il parroco Maurizio Francofonte, monsignor Di Vita, in rappresentanza della Conferenza episcopale siciliana, e diverse associazioni cattoliche. Tanti anche i bambini e i giovani che hanno partecipato all'iniziativa. La fiaccolata è partita da piazzale Anita Garibaldi, dove è stato ucciso il sacerdote. Poi, il corteo ha attraversato il quartiere di Brancaccio per raggiungere il centro polisportivo, in via San Ciro, dove proprio ieri i responsabili hanno trovato il portone divelto e hanno denunciato il furto di alcuni attrezzi da lavoro. "Partendo dal luogo dell'eccidio di padre Puglisi, vogliamo portare avanti il suo messaggio, la sua luce che deve cambiare il quartiere dove lui è ancora molto ricordato e amato anche da chi non lo ha conosciuto", ha detto padre Francofonte durante la fiaccolata. Il presidente del Centro Maurizio Artale ha sottolineato che "dalla morte di padre Puglisi moltissimo è cambiato ma ancora c'è molto da fare. I progetti da lui voluti, il centro polisposrtivo e quello per anziani, vedranno la luce solo entro la fine di quest'anno, e sedici anni per realizzarli sono troppi, troppi per dare una risposta a chi è stato ucciso anche per questo". Oggi, alle 18, in cattedrale, l'arcivescovo Paolo Romeo celebrerà una messa. In serata, alle 21, al Centro Polivalente sportivo di Brancaccio si esibiranno Lello Analfino e Lino Costa, dei Tinturia. Interverranno Sasà Salvaggio e Massimo Minutella. Nell'occasione sarà presentata la canzone "L'aquila maestra", dedicata a padre Pino Puglisi, composta dai volontari del Centro Padre Nostro e cantata dai ragazzi di Brancaccio.
(La Repubblica, 15 settembre 2009)
Una raccolta per aiutare i “senza casa” palermitani, promossa dall'Istituto "P. Arrupe"
Raccolta fondi per i senza casa di Palermo. L'iniziativa è dell'istituto "Pedro Arrupe" gestito dal prete gesuita Gianni Notari. "Si fa sempre più drammatica la situazione degli sfrattati di Palermo - si legge in una nota - Al problema della casa, infatti, si aggiunge quello del lavoro che diversi capifamiglia stanno perdendo. Un'emergenza dietro l'altra, quindi, comprese le necessità dei figli che crescono. A loro servono scarpe, zaini, quaderni eccetera". Per questo l'Istituto Arrupe ha pensato di organizzare una raccolta fondi.Così è stato aperto un conto per gli sfrattati di Palermo alla Banca Etica (codice IBAN IT 72 T 0501804600 000000122239). Chi volesse contribuire dovrà scrivere nella causale "emergenze senza casa".
IL GRANDE BLUFF DI BERLUSCONI E VESPA...
INVIA UN SMS A TUTTI I TUOI AMICI CON QUESTO TESTO: "STASERA ORE 21.00, SPEGNI RAI1 E ACCENDI LA DEMOCRAZIA". STASERA, MARTEDI 15 SETTEMBRE, A PARTIRE DALLE 21 ANDRA' IN ONDA LA PUNTATA SPOT DI PORTA A PORTA IN CUI SILVIO BERLUSCONI "CONSEGNERA'" LE CASE AGLI ABITANTI DI ONNA. DALLE 21 ALLE 24 SPEGNI RAIUNO E ACCENDI UNA CANDELA SULLA TUA FINESTRA O SUL TUO BALCONE A DIFESA DELLA LIBERTA' DI STAMPA
Chi si muove e cosa c'è dietro la puntata di Porta a Porta di domani. Chi l'ha ideata e perche? Da Publitalia ad Antonio Marano, da Vespa a Berlusconi, tutti i retroscena del più grande bluff dell'Italia televisiva...E' vero, domani il governo "consegnerà" le case ai terremotati. Le consegnerà in diretta tv, solennemente, nel Vespasiano più famoso d'Italia -"Porta a Porta"- dove andrà in scena, per l'occasione, il solito bluff di Berlusconi che, così, potrà dire di aver mantenuto l'ennesimo impegno. Un grande bluff appunto, poiché, come tutti sanno e soprattutto gli aquilani, Berlusconi consegnerà case - quelle di Onna, unico comune che ha ottenuto una deroga al piano c.a.s.e. tanto sbandierato dal governo - che in realtà sono state donate dalla Provincia di Trento. Case non sue (del governo) insomma. Come non sua (del governo) è la scuola costruita con la sottoscrizione di "Porta a Porta" (che guarda caso verrà inaugurata domani) su cui si spargeranno fiumi di retorica. E come non sue (del governo) sono i prefabbricati di San Demetrio nei Vestini consegnati il 22 agosto e donati dal Trentino. Da notare che il 22 agosto, a San Demetrio nei Vestini, non era presente nessun membro del governo ma soltanto un esponente della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinis. Sì, perché il 22 agosto gli italiani sono al mare e il ritorno mediatico della messinscena sarebbe stato minimo rispetto al gran fragore che gli effetti speciali sapranno garantire domani, su Rai1, a settembre inoltrato. Certo, tutto questo ha un costo e lascia tanti cadaveri lungo la strada. Come quello di Ballarò, sacrificato sull'altare della grande mistificazione, di un'operazione pianificata già all'indomani del G8 e in ogni minimo dettaglio dalle teste d'uovo di Publitalia e da Antonio Marano, vicedirettore generale, secondo cui lo spottone di domani serve a "valorizzare un momento importante per il Paese". Che poi Floris non sia d'accordo e che consideri la cancellazione di "Ballarò "un atto immotivato" poco importa. E non importano nemmeno le rimostranze di Ruffini, direttore di RaiTre: "Mi spiace per la Rai non essere stato ascoltato". E mentre per il 19 settembre, la Federazione nazionale della Stampa, convoca tutti a Roma per manifestare a difesa della libertà di stampa, ossia dell'articolo 21 della Costituzione; e mentre piovono adesioni - oltre 300.000- a sostegno della petizione di Repubblica; e mentre la stampa internazionale denuncia giorno dopo giorno la condizione di asfissia che vive la democrazia in Italia, Berlusconi e Vespa domani daranno vita al loro gioco più sporco e pericoloso. Già, perché i rischi ci sono e gli italiani potrebbero accorgersi del grande bluff, del tentativo di giocare sulla pelle degli aquilani e, perdipiù, oltraggiando la memoria delle vittime del terremoto. Ma come si dice: lo spettacolo deve continuare.
Chi si muove e cosa c'è dietro la puntata di Porta a Porta di domani. Chi l'ha ideata e perche? Da Publitalia ad Antonio Marano, da Vespa a Berlusconi, tutti i retroscena del più grande bluff dell'Italia televisiva...E' vero, domani il governo "consegnerà" le case ai terremotati. Le consegnerà in diretta tv, solennemente, nel Vespasiano più famoso d'Italia -"Porta a Porta"- dove andrà in scena, per l'occasione, il solito bluff di Berlusconi che, così, potrà dire di aver mantenuto l'ennesimo impegno. Un grande bluff appunto, poiché, come tutti sanno e soprattutto gli aquilani, Berlusconi consegnerà case - quelle di Onna, unico comune che ha ottenuto una deroga al piano c.a.s.e. tanto sbandierato dal governo - che in realtà sono state donate dalla Provincia di Trento. Case non sue (del governo) insomma. Come non sua (del governo) è la scuola costruita con la sottoscrizione di "Porta a Porta" (che guarda caso verrà inaugurata domani) su cui si spargeranno fiumi di retorica. E come non sue (del governo) sono i prefabbricati di San Demetrio nei Vestini consegnati il 22 agosto e donati dal Trentino. Da notare che il 22 agosto, a San Demetrio nei Vestini, non era presente nessun membro del governo ma soltanto un esponente della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinis. Sì, perché il 22 agosto gli italiani sono al mare e il ritorno mediatico della messinscena sarebbe stato minimo rispetto al gran fragore che gli effetti speciali sapranno garantire domani, su Rai1, a settembre inoltrato. Certo, tutto questo ha un costo e lascia tanti cadaveri lungo la strada. Come quello di Ballarò, sacrificato sull'altare della grande mistificazione, di un'operazione pianificata già all'indomani del G8 e in ogni minimo dettaglio dalle teste d'uovo di Publitalia e da Antonio Marano, vicedirettore generale, secondo cui lo spottone di domani serve a "valorizzare un momento importante per il Paese". Che poi Floris non sia d'accordo e che consideri la cancellazione di "Ballarò "un atto immotivato" poco importa. E non importano nemmeno le rimostranze di Ruffini, direttore di RaiTre: "Mi spiace per la Rai non essere stato ascoltato". E mentre per il 19 settembre, la Federazione nazionale della Stampa, convoca tutti a Roma per manifestare a difesa della libertà di stampa, ossia dell'articolo 21 della Costituzione; e mentre piovono adesioni - oltre 300.000- a sostegno della petizione di Repubblica; e mentre la stampa internazionale denuncia giorno dopo giorno la condizione di asfissia che vive la democrazia in Italia, Berlusconi e Vespa domani daranno vita al loro gioco più sporco e pericoloso. Già, perché i rischi ci sono e gli italiani potrebbero accorgersi del grande bluff, del tentativo di giocare sulla pelle degli aquilani e, perdipiù, oltraggiando la memoria delle vittime del terremoto. Ma come si dice: lo spettacolo deve continuare.
lunedì, settembre 14, 2009
Corleone. L'incapacità amministrativa del sindaco Iannazzo & C. fa slittare l'inizio dell'anno scolastico alle elementari e alle medie
Come in tutta Italia, anche a Corleone lunedì 14 settembre doveva avere inizio l’anno scolastico per gli alunni della scuola elementare e della scuola media. Doveva, perché – se tutto finirà bene – il primo giorno di scuola è stato rinviato a venerdì-sabato prossimi, grazie alla “grande” capacità di programmazione dell’amministrazione comunale. Da metà giugno, infatti, sono in corso i lavori di consolidamento e ristrutturazione del plesso “De Gasperi” della Scuola elementare, il fine-lavori è previsto a febbraio 2010, ma il sindaco Nino Iannazzo (“assistito” dall’assessore ai lavori pubblici Stefano Gambino) e l’assessore alla Pubblica Istruzione Pio Siragusa hanno dormito il sonno degli “ingiusti”. LEGGI TUTTO
domenica, settembre 13, 2009
Corleone, diario dai campi. L'emozionante incontro con Franco La Torre, figlio di Pio, e Carla Cantone, segretaria generale Spi-Cgil
Sabato pomeriggio ci siamo spostati nel centro di Corleone! Infatti è nei locali del CIDMA che si svolge l'incontro con Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, e Carla Cantone la segretaria generale nazionale dello Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati. Spetta a Dino fare l'introduzione e a Calogero portare il saluto. Certo, la presenza del figlio di Pio La Torre da un senso all'intero incontro. Con parole semplici e dirette ci dice che suo padre avrebbe desiderato proprio quello che noi stiamo facendo. Un appassionato saluto di Suor Nadia ci fa riflettere molto sul concetto della "diversità" e il suo plusvalore nel momento dell'incontro e della condivisione. Infine, Carla Cantone, la segretaria generale dello Spi-Cgil , conclude con un bellissimo intervento ma una frase più di altre ci colpisce: "Noi siamo le ragazze e i ragazzi di ieri!". E' proprio così, in questi mesi stiamo condividendo con le compagne e i compagni del Sindacato Pensionati della Cgil un bellissimo incontro e confronto generazionale, ma spesso non si riesce a distinguere lo status di gioventù. La sera ecco la proiezione del film Caramel!
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto Liberarci dalle Spine
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto Liberarci dalle Spine
Il misilmerese Saitta tra le comparse del film di Tornatore. Un tammurinaro a "Baarìa"
È stato annunciato come un kolossal “Baarìa”, l’ultimo film di Giuseppe Tornatore, che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 25 settembre. Un cast d’eccezione quello selezionato dal regista bagherese: Laura Chiatti, Beppe Fiorello, Ficarra e Picone, Leo Gullotta, Nino Frassica, Michele Placido, Raoul Bova e Monica Bellucci alcuni dei nomi più importanti. Tra le circa mille comparse di Baarìa, che ha aperto la 66a Edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, c’è anche il misilmerese Vincenzo Saitta (nella foto con Tornatore), 24 anni e a capo del Gruppo “Tamburinai San Giusto”. Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo chiesto di raccontare la sua avventura a fianco di alcuni big del cinema nazionale. LEGGI TUTTO
"Il super-attentato ha l'ok del compaesano". Le carte di Firenze che turbano la politica
di ATTILIO BOLZONI
Tra '93 e '94 il piano di una strage allo stadio Olimpico: così il pentito Spatuzza ne parla ai pm toscani. Il messaggio sarebbe arrivato da Graviano, boss indicato come vicino a Dell'Utri in alcune inchieste
ROMA - Prima ha parlato dell'uccisione di Paolo Borsellino con i procuratori di Caltanissetta, poi ha continuato a parlare con i procuratori di Firenze sulle stragi mafiose in Continente del 1993. E Gaspare Spatuzza, boss del quartiere palermitano di Brancaccio soprannominato "U' tignusu" per le sue calvizie, ha cominciato dalla fine. Ha cominciato dal fallito attentato all'Olimpico, da quel massacro che nei piani di Cosa Nostra corleonese sarebbe dovuto avvenire una domenica pomeriggio allo stadio "per ammazzare almeno 100 carabinieri" del servizio d'ordine. LEGGI TUTTO
Tra '93 e '94 il piano di una strage allo stadio Olimpico: così il pentito Spatuzza ne parla ai pm toscani. Il messaggio sarebbe arrivato da Graviano, boss indicato come vicino a Dell'Utri in alcune inchieste
ROMA - Prima ha parlato dell'uccisione di Paolo Borsellino con i procuratori di Caltanissetta, poi ha continuato a parlare con i procuratori di Firenze sulle stragi mafiose in Continente del 1993. E Gaspare Spatuzza, boss del quartiere palermitano di Brancaccio soprannominato "U' tignusu" per le sue calvizie, ha cominciato dalla fine. Ha cominciato dal fallito attentato all'Olimpico, da quel massacro che nei piani di Cosa Nostra corleonese sarebbe dovuto avvenire una domenica pomeriggio allo stadio "per ammazzare almeno 100 carabinieri" del servizio d'ordine. LEGGI TUTTO
Rai. Silenzio, parla Vespa! E slitta Ballarò
Doveva andare in onda martedì prossimo. Ma la Rai fa slittare la prima puntata di Ballarò per non oscurare Vespa, che per quella sera ha già preparato uno speciale di Porta a porta dedicato alla consegna delle prime case ai terremotati d'Abruzzo. La decisione è stata presa per «valorizzare un momento importante per il paese», spiega Antonio Marano, vicedirettore generale che si affretta ad assicurare: «Per Ballarò non c'è alcun problema, è solo uno spostamento che abbiamo ritenuto opportuno visto il tipo di evento e per non far sovrapporre due pòrogrammi di approfondimento». Ma il conduttore di Ballarò non ci sta: «È un atto immotivato ai miei occhi, non riesco a comprenderne le ragioni. Avremmo potuto trattare gli stessi temi dello speciale di Raiuno, non vedo il motivo di sostituirci». «Abbiamo un inviato in Abruzzo da due settimane - spiega Floris -, e la cerimonia del 15 settembre era un avvenimento previsto da prima che presentassimo la trasmissione. Naturalmente poi avremmo parlato anche di altro, di attualità politica e di attualità economica. La prima puntata era stata inoltre presentata una settimana fa in una conferenza stampa tenuta alla presenza del capo ufficio stampa Rai». Per questo, conclude Floris, «sono dispiaciuto, certo, ed è dire poco. È come aver lavorato per mandare in stampa un giornale e vederne poi un altro in vendita nelle edicole. A tutti quelli che mi telefonano allarmati dico che mi auguro che sia solo un episodio sgradevole e grave, e che mi auguro che andremo in onda prima possibile dicendo tutto quello che abbiamo da dire». E il Pd attacca: «La cancellazione voluta dalla direzione generale Rai della puntata di Ballarò è grave e inaccettabile». «La Rai blocca l'esordio stagionale di una trasmissione chiave nel palinsesto informativo per far spazio ad una trasmissione che si annuncia come celebrativa e 'spettacolare' tutta programmata a favore del premier», denuncia Vincenzo Vita, senatore del Pd e componente della commissione di Vigilanza sulla Rai. «Contro queste tentazioni di trasformare l'informazione e l'approfondimento in reality show - aggiunge - è ancora più importante partecipare in massa alla manifestazione di sabato 19 in favore della libertà e dell'autonomia dell'informazione promossa dalla Federazione della stampa e da tantissime associazioni».
L’Unità, 13 settembre 2009
L’Unità, 13 settembre 2009
Il presidente della Regione Lombardo riforma gli Ato e azzera i termovalorizzatori con un atto amministrativo. "La situazione è critica"
di Tony Zermo
All'indomani del colpo di mano sugli Ato e sui termovalorizzatori Raffaele Lombardo spiega il perché. Era una situazione ingarbugliata che non si riusciva a sciogliere. Lombardo si sarà ricordato dell'inestricabile nodo gordiano che Alessandro Magno spezzò con un colpo di spada e ha fatto lo stesso: ha firmato il decreto sulla riforma degli Ato e ha risolto il contratto per i 4 termovalorizzatori. «Ieri, spirato il termine per la seconda gara dei termovalorizzatori, abbiamo rimesso all'autonoma scelta dell'Agenzia per i rifiuti il mandato di sciogliere il rapporto con le imprese, tenuto anche conto che la sentenza della Corte europea che ha annullato la prima gara può anche prevedere la nullità delle azioni compiute a valle. Non potevamo aspettare ancora e farci prendere per il naso...". LEGGI TUTTO
giovedì, settembre 10, 2009
Il sindaco leghista di Ponteranica cambia nome alla biblioteca intitolata a Peppino Impastato
L'amministrazione comunale di Ponteranica, in provincia di Bergamo, ha deciso di cambiare l'intitolazione a Peppino Impastato, ucciso da Cosa nostra nel 1978, della biblioteca comunale per dedicarla a Padre Giancarlo Baggi, cultore di storia locale. "Questa decisione non piomba certo come un fulmine a ciel sereno - spiega all'ADNKRONOS il sindaco leghista di Ponteranica Cristiano Simone Aldegani - gia' un anno e mezzo fa, quando l'allora maggioranza di sinistra volle intitolare la biblioteca a Impastato, noi all'opposizione eravamo contrari ma non perche' era Impastato, non perche' era siciliano, ne' perche' era di Democrazia proletaria, ma perche' volevamo intitolare il luogo di cultura per eccellenza del nostro comune a una personalita' locale, padre Giancarlo Baggi". Una scelta, sottolinea il sindaco, "che non e' legata a nessuna ideologia e la sinistra che ora alza polemiche lo fa solo perche', dopo aver perso il potere, cerca di avere visibilita'". "La delibera per il cambio di nome e' stata approvata a giugno - aggiunge - fui contattato dall'associazione Libera, contraria alla nostra decisione, e abbiamo avuto anche un incontro. Ho portato la questione in giunta, che a maggioranza ha deciso il cambio il denominazione". "Ho il massimo rispetto per Impastato e centinaia di persone, operatori, gente comune che ha dato la vita per combattere il cancro mafioso", conclude. ''Ho provato fastidio. Una cosa indegna, che offende la dignita' umana, un gesto incivile. Faccio fatica a definirlo. Gente che non ha spessore umano''. Cosi' Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso dalla mafia, commenta in esclusiva all'agenzia radiofonica Econews, la rimozione della targa dedicata al fratello. '' Nella scelta del sindaco di Ponteranica leggo solo razzismo, io gli dico 'caro sindaco lei non ha rispetto della dignita' umana, questo e' un gesto incivile'. E' ancora piu' vergognoso che oggi quella biblioteca non sia intitolata a nessuno'', aggiunge. '' Al piu' presto faremo una iniziativa. A parole si dice che si vuole combattere la mafia, ma da questi fatti si capisce che di chi ha combattuto la mafia non ci frega nulla. Era addirittura intervenuto pure il prefetto, revocando la prima delibera. E allora il sindaco che ha fatto? Ha rimosso la targa senza dedicarla a nessuno. Io non conosco il prelato a cui sara' dedicata la biblioteca ma a lui si poteva dedicare un'altra strada. E' lo stesso sistema che usiamo quando mi chiedono di intitolare una piazza a Peppino Impastato, io chiedo se e' dedicata gia' a qualcuno''. Peppino, aggiunge, ''in parte e' entrato e in parte no nel patrimonio condiviso. Dovrebbe essere scontato e nessuno dovrebbe discutere la scelta di dedicare una biblioteca a Peppino Impastato''. E poi una provocazione: '' Siamo pronti a leggere il curriculum del prelato - conclude- per fare una battaglia a Cinisi e dedicargli una strada nel nostro paese. Noi non scendiamo ai loro livelli''.
Scuola, ecco tutti i numeri della crisi
In Sicilia la riforma Gelmini ha tagliato 5.198 insegnati ai quali si aggiungono 1.581 tra tecnici e amministrativi. Secondo i dati dell'ufficio scolastico regionale, pesanti le cifre a Catania, Palermo e Trapani
In Sicilia sono 6.779 i precari della scuola, tra insegnanti e amministrativi, rimasti senza lavoro per via della riduzione delle ore formative, scattata con la riforma del ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini. I dati sono forniti dall'ufficio scolastico regionale. Senza cattedra sono 5.198 insegnanti, mentre 1.581 sono gli ausiliari tecnici e gli amministrativi rimasti senza incarico. Intanto proseguono le proteste dei precari proseguono in varie parti della Sicilia, a Palermo, Messina, Catania, Agrigento. "Manterremo il presidio nell'ufficio scolastico di Palermo, in via Praga fino a quando i tagli non saranno ritirati", dicono dal Coordinamento dei precari che all'avvio delle lezioni le distribuiranno volantini davanti alle scuole, con cui inviteranno studenti e genitori a consultare il forum dei precari della scuola per conoscere le ulteriori iniziative. "Non penso che i 1.500 posti promessi dalla Regione saranno sufficienti - dice Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc Cgil Sicilia -. Non so ancora come verranno distribuiti: il tavolo tecnico è stato appena avviato. Ma 1.500 è il numero massimo, che dipende dalle risorse finanziare disponibili". Secondo i dati dell'ufficio scolastico regionale sono stati tagliati 1.549 posti nella scuola primaria: 143 ad Agrigento, 89 a Caltanissetta, 331 a Catania, 63 a Enna, 209 a Messina, 373 a Palermo, 91 a Ragusa, 112 a Siracusa e 138 a Trapani.
In Sicilia sono 6.779 i precari della scuola, tra insegnanti e amministrativi, rimasti senza lavoro per via della riduzione delle ore formative, scattata con la riforma del ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini. I dati sono forniti dall'ufficio scolastico regionale. Senza cattedra sono 5.198 insegnanti, mentre 1.581 sono gli ausiliari tecnici e gli amministrativi rimasti senza incarico. Intanto proseguono le proteste dei precari proseguono in varie parti della Sicilia, a Palermo, Messina, Catania, Agrigento. "Manterremo il presidio nell'ufficio scolastico di Palermo, in via Praga fino a quando i tagli non saranno ritirati", dicono dal Coordinamento dei precari che all'avvio delle lezioni le distribuiranno volantini davanti alle scuole, con cui inviteranno studenti e genitori a consultare il forum dei precari della scuola per conoscere le ulteriori iniziative. "Non penso che i 1.500 posti promessi dalla Regione saranno sufficienti - dice Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc Cgil Sicilia -. Non so ancora come verranno distribuiti: il tavolo tecnico è stato appena avviato. Ma 1.500 è il numero massimo, che dipende dalle risorse finanziare disponibili". Secondo i dati dell'ufficio scolastico regionale sono stati tagliati 1.549 posti nella scuola primaria: 143 ad Agrigento, 89 a Caltanissetta, 331 a Catania, 63 a Enna, 209 a Messina, 373 a Palermo, 91 a Ragusa, 112 a Siracusa e 138 a Trapani.
mercoledì, settembre 09, 2009
Scuola, centinaia di precari in corteo a Palermo contro i "tagli" del governo: "Salviamo la scuola pubblica"
Centinaia di precari della scuola si sono radunati davanti l'ufficio scolastico a Palermo, in via Praga, da dove partirà un corteo di protesta contro la riforma del ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini, il cui impatto in Sicilia, secondo i sindacati, provocherà la perdita di oltre settemila posti di lavoro tra insegnanti e personale Ata. La manifestazione è organizzata dal Coordinamento dei precari e dai Cobas. Tra la folla di persone, che raggiungeranno l'albero Falcone in via Notarbartolo, si notano bandiere dei Cobas, della Cisl e striscioni dell'Onda anomala e di Rifondazione comunista. Alcuni militanti dei Cobas indossano magliette con la scritta "la mafia ringrazia lo Stato per la morte della scuola". Dietro lo striscione "Salviamo la scuola pubblica" circa 700 precari della scuola, il dato è degli organizzatori, stanno sfilando in corteo per le strade di Palermo per protestare contro i tagli di posti di lavoro causati dalla riforma del ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. Nel corteo ci sono docenti precari rimasti senza cattedra, personale amministrativo ma anche insegnanti di ruolo e cittadini che stanno partecipando alla manifestazione per solidarietà. La protesta, organizzata dai Cobas e dal Coordinamento dei precari, si concluderà davanti l'albero Falcone, in via Notarbartolo. I manifestanti gridano slogan contro il ministro Gelmini, il premier Berlusconi e il ministro Tremonti. Alcuni esponenti del Coordinamento dei precari hanno annunciato altri sit-in di protesta a Palermo, il 18 settembre in piazza Politeama e il 19 in piazza Verdi.
09 settembre 2009
09 settembre 2009
L'impegno della Consulta giovanile di Corleone
di FABIO LO CASCIO
L’estate 2009 per la Consulta Giovanile del Comune di Corleone è stata il nostro primo vero banco di prova, e penso, visti i risultati di partecipazione e gradimento ottenuti, che sia stato un vero successo. Le attività realizzate durante il corso dell’intera estate sono state molteplici. Si è cominciato nelle giornate del 3, 4 e 5 agosto in cui la Consulta ha partecipato ai campi di lavoro sui terreni confiscati alla mafia assieme ai giovani provenienti dalla Toscana; il 9 agosto poi è stata la volta della I caccia al tesoro che ha visto la partecipazione di ben 8 squadre e il coinvolgimento di circa 75 giovani corleonesi; il 16 agosto noi la Consulta abbiamo risposto con grande piacere all’invito rivoltoci dall’ufficio del garante del disabile che ha organizzato la giornata aperta alle diverse abilità lasciando in ogni persona una traccia indelebile sul significato dell’uguaglianza con i diversamente abili. LEGGI TUTTO
Giampaolo Tarantini: "Trenta ragazze per le feste del premier Silvio Berlusconi"
Trenta ragazze pagate per allietare le feste del premier. Diciotto serate anche con starlette televisive. Alcune di loro hanno ricevuto un compenso di mille euro per “le prestazioni sessuali”, altre soltanto “un rimborso spese” di 500 euro. “Le retribuivo senza dirlo a Berlusconi” racconta l’imprenditore Giampaolo Tarantini al Pm che ha in mano l’inchiesta che da bari arriva fino a Palazzo Chigi. Le carte con tutti i dettagli pubblicati dal Corsera. Tarantini ha anche confermato di aver pagato una cena elettorale per il Pd a cui prese parte Massimo D’Alema e di aver organizzato incontri con prostitue per Frisullo.Le ragazze e i festini. Il giro di escort, prostitute e cocaina andato avanti per cinque mesi: dal settembre 2008 fino allo scorso gennaio. “Gli presentavo le ragazze come mie amiche - afferma Tarantini - ma non gli dicevo che le retribuivo». Tra loro, oltre a Patrizia D’Addario c’erano Barbara Guerra e Carolina Marconi del Grande Fratello. A qualche cena ha partecipato anche l’attrice Manuela Arcuri “ma non è mai rimasta”. Riferimenti precisi e temporali anche sui biglitti aerei. Le ragazze venivano portate a Palazzo Grazioli in auto con i vetri oscurati: “Avvertivo la sicurezza - racconta Tarantini - e mi facevano trovare il portone aperto”. “Ho accompagnato in una occasione Terry De Nicolò a casa del presidente Berlusconi a Roma, se non erro a settembre o ottobre 2008”. “Vanessa Di Meglio è una mia carissima amica. La riempivo di attenzioni anche fornendole cocaina. Tendenzialmente la stessa non è una professionista del sesso ma all’occorrenza non disdegna. Ho favorito le prestazioni sessuali della Di Meglio in due circostanze a Roma, il 5 settembre e l’8 ottobre 2008”.
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