di Andrea Cottone
Non ha avuto una particolare utilità l’interrogatorio di Totò Riina da parte dei magistrati di Caltanissetta, ma nelle inchieste sulle stragi, riaperte di recente, cominciano a essere iscritti nomi nuovi. E’ quanto trapela dopo l’incontro col capo di Cosa nostra venerdì scorso. I giudici raccontano che Riina “non è cambiato”, che si infervora quando sente parlare di “collaborazione” e continua a girare intorno alle cose senza mai entrare nel merito. Nel colloquio Riina avrebbe sostenuto di non sapere nulla della presunta trattativa fra Stato e Cosa nostra per mettere fine alla strategia stragista.Intanto ci sono nuovi indagati. Uno per l’attentato all’Addaura al giudice Falcone del 1989. Uno per la strage di Capaci, un nome mai tirato in ballo nei processi celebrati e che si trova già in carcere per fatti di mafia. Mentre per l’eccidio di via D’Amelio sarebbero una decina le persone indagate fra mandanti, favoreggiatori, organizzatori ed esecutori.Fra questi potrebbero esserci anche agenti del servizio segreto. A parlarne sarebbe stato l’ex boss dell’Arenella, Angelo Fontana che con un altro pentito, Gaspare Spatuzza, stanno riscrivendo la storia delle stragi e dei processi ormai cristallizzati in sentenze passate in giudicato. Fontana, in particolare, avrebbe confermato la presenza dei servizi segreti al Castello Utveggio e in via D’Amelia subito dopo lo scoppio della bomba.
Da: livesicilia.it
martedì 28 luglio 2009
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