Partinico. Le modalità di aggiudicazione di un bene confiscato alla mafia, da assegnare come «centro culturale-ricreativo per i giovani», hanno scatenato le proteste di tutte le associazioni culturali di Partinico. La vicenda risale al bando di gara per l'assegnazione del bene emesso alcuni mesi fa, scaduto l'8 giugno scorso, dall'amministrazione guidata da Salvatore Lo Biundo. Le clausole del bando, però, difficilmente potevano consentire di assegnare per trent'anni ad associazioni giovanili, l'immobile a più piani ubicato in via Enrico Fermi n. 33 e confiscato ad Antonio Bonura. Condizione quasi imprescindibile per raggiungere un punteggio congruo era, infatti, l'aver già avuto assegnato un bene confiscato, che, da sola, garantiva 50 punti. Il resto del punteggio massimo pari a 100 poteva essere raggiunto con la valutazione sul progetto. Sicché, l'associazione «Gatto Silvestro», che ha già in uso un terreno confiscato – il quale, però, denunciano i giovani comunisti della sezione «Peppino Impastato» di Partinico insieme alle altre associazioni è in completo stato di abbandono – ha costituito un'ATI con le associazioni «Carabinieri in pensione» e «Combattenti e Reduci», che composte da giovani proprio non sembrano. Secondo le accuse, l'Ati si è aggiudicata l'immobile, tra l'altro fatiscente e in stato d'abbandono, con 62 punti. I primi 50 riconosciuti per aver avuto assegnato il terreno e 12 per il progetto. Adesso la querelle, che si prevede lunga con i ricorsi annunciati al Tar dall'associazione «Osservatorio Sviluppo e Legalità G. La Franca» e dell'associazione «Non solo Portella onlus» e del presidente di Legambiente di Partinico. In una lettera, i giovani comunisti chiedono la revoca del bando, visto che sono state trasgredite, almeno in parte, le finalità di assegnazione. Oppure, la destinazione, almeno del piano terra, per centro ricreativo e polifunzionale per i giovani di Partinico e del comprensorio.
Roberto Conigliaro
La Sicilia, 27.06.2009
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