Sono accusati di aver favorito la latitanza del capo della "cupola"latitante ormai da sedici anni. Trecento uomini impegnati nell'operazione "Golem". Scoperti traffico di droga ed estorsioni. Sequestrati i beni degli arrestatiIl "tipografo" che gli forniva documenti falsi è residente a Roma
TRAPANI - 13 persone sono state arrestate dagli agenti del Servizio centrale operativo (Sco) e delle Squadre mobili di Trapani e Palermo perché favorivano i contatti fra il boss latitante trapanese, Matteo Messina Denaro, e alcuni esponenti di vertice di Cosa nostra palermitana, fornendogli pure falsi documenti. Per l'accusa sono i componenti di una fitta rete di favoreggiatori che da anni copre il capomafia di Trapani, accusato di omicidi e stragi, ricercato da 16 anni, che avrebbe coperture anche a Roma. LEGGI TUTTO
MESSINA DENARO. Il boss, lo scrivano e le veline
Il ritratto del latitante trapanese che ha ereditato i segreti di Riina e Provenzano. Unico indizio della sua presenza, i pizzini ritrovati. E qualche favoreggiatore davvero poco discreto.
di Salvo Palazzolo
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