Per la maggior parte degli studenti delle scuole superiori isolane "la mafia è un male da sconfiggere, una piovra che soffoca la Sicilia e i siciliani. Ma lo Stato non fa quello che potrebbe fare per combatterla e la politica è assente o, peggio, spesso ha stretti rapporti con la mafia". È quanto emerge da una ricerca condotta dal Centro Studi Pio La Torre, nell'ambito del “Progetto Educativo Antimafia”. L'85% degli studenti pensa che esista una relazione diretta (per il 38% sempre, per il 47% spesso) tra mafia e la politica. Non sorprende dunque che Cosa Nostra, per il 53% dei ragazzi intervistati, sia più forte dello Stato. Un giudizio negativo che non risparmia anche altre istituzioni, come la Chiesa. Per circa la metà dei ragazzi (50,80%), è probabile che vi siano complicità tra alcuni esponenti religiosi e la mafia, mentre solo il 13,46% esclude totalmente questa contiguità. I ragazzi esprimono comunque un giudizio fortemente negativo sulla mafia, vista dal 62% come un freno al proprio futuro. Il 67,84% ritiene di avere sufficienti conoscenze sul fenomeno mafioso, di cui si parla in classe (49%) e in famiglia (67%). Rispetto all'indagine dello scorso anno aumenta la percezione e la consapevolezza della pericolosità della mafia da parte dei giovani, frutto, anche, del progetto educativo seguito.
La ricerca è stata realizzata attraverso un questionario sulla percezione del fenomeno mafioso somministrato a un campione rappresentativo di 2362 studenti, selezionati tra gli alunni delle ultime tre classi di 51 scuole superiori. I risultati della ricerca verranno presentati in un numero speciale del settimanale on-line "A Sud'Europa", in uscita il 27 aprile, e saranno illustrati durante la manifestazione di commemorazione dell'anniversario dell'uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, che si terrà il 29 aprile al teatro Politeama.
21 aprile 2009
Nessun commento:
Posta un commento