C’è il vino "Centopassi", come la distanza che divideva la casa di Peppino Impastato da quella del boss di Cinisi Tano Badalamenti, e ci sono i ceci delle terre di Corleone di Totò Riina. C’è il limoncello e la pasta, ma anche le candele e le t-shirt nella bottega dell’antimafia che da oggi ha aperto i battenti nel salotto buono di Palermo, in quella centralissima piazza Castelnuovo dove ogni giorno si radunano centinaia di ragazzi. ed è stato proprio a due di loro che don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha voluto far tirare giù lo striscione che copriva l’insegna del nuovo supermarket dell’antimafia dove si vendono i prodotti della libera terra ma anche del libero pensiero, dai libri ai dvd sui temi della lotta alla mafia.
Il negozio ha un particolare valore visto che l’attività ha sede nei locali che, fino a qualche tempo fa, ospitavano il negozio di abbigliamenti di un imputato di mafia al quale il bene è stato poi confiscato per essere riassegnato all’associazione Libera di don Ciotti.
"Libera - ha detto don Ciotti - ha raccolto 300 firme tra i parlamentari europei perchè si facciano promotori di una direttiva che preveda la confisca internazionale dei beni delle mafie e il loro uso sociale. Prevedere un istituto legislativo simile ci sembra importante visto che le mafie investono ormai anche all'estero".
(La Repubblica-Palermo, 12 marzo 2009)
1 commento:
sono d'accordo bisogna confiscare tutti i beni della mafia e impiegarli nel sociale.w la lotta alla mafia!
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