di Salvatore D'Anna
10 marzo 2009
Meno manager, meno Asl, ma più dirigenti intermedi. È questa la proposta che il governo regionale ha fatto agli alleati sulla Sanità. Presentato ieri sera, il maxiemendamento è l’ennesimo tentativo di Raffaele Lombardo di porre la parola fine a una telenovela che si trascina da alcuni mesi. Le aziende ospedaliere passano da 29 a 17, nove Asl e otto grandi ospedali. Le strutture rimanenti verranno accorpate all’interno di ciascuna provincia. Secondo la riforma, cui ha lavorato anche l’assessore alla Sanità Massimo Russo, nascono quindi le Asp, le aziende sanitarie provinciali. In pratica si tratta di ospedali “capofila” gestiti dai nove manager di ogni provincia e guidati da un direttore amministrativo. Dagli ospedali capofila dipendenderanno i nosocomi dei centri più piccoli. Saranno quelli di Agrigento e Sciacca; Caltanissetta e Gela; Acireale, Paternò e Caltagirone; Enna; Barcellona e Patti; Partinico, Termini Imerese; Ragusa e Vittoria; Siracusa e Lentini; Trapani e Mazara del Vallo. LEGGI TUTTO
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