Nella chiesa palermitana si levano voci di dissenso. Si consuma la rottura su temi etici e laicità
Nella chiesa palermitana sta prendendo forza sui temi dell’etica e della laicità un movimento critico nei confronti delle gerarchie vaticane. Se ne stanno facendo promotori un gruppo di sacerdoti, alcuni dei quali molto conosciuti per il loro impegno civile contro la mafia, e intellettuali cattolici. Le critiche, anche molto forti, sono contenute in un documento che ha già raccolto più di 300 adesioni: una decina le firme di preti che prendono posizione contro il rischio di una chiusura della chiesa su problemi cruciali e di un “progressivo isolamento dal mondo contemporaneo”.“Vogliamo – affermano – una Chiesa che non imponga mai a nessuno le proprie convinzioni sui problemi dell’etica e della politica e si fidi solo della forza libera e mite della fede e della grazia di Dio”.Il documento porta le firme, tra l’altro, di alcuni sacerdoti conosciuti per le loro posizioni coraggiose contro la mafia e la corruzione come Nino Fasullo, direttore della rivista Segno; Rosario Giuè, Franco Romano, Cosimo Scordato, Francesco Michele Stabile, storico della chiesa; Aurelio Antista, Gregorio Battaglia, Alberto Neglia, Egidio Palombo, Giovanni Calcara (frate), Gianni Novelli.Il gruppo è da tempo impegnato a organizzare incontri su problemi della chiesa e della città nel solco “dell'esperienza compiuta negli anni ottanta e novanta in Sicilia sulla questione mafiosa”.“Oggi – spiegano – avvertono un nuovo disagio e preoccupazione per le posizioni che vengono assunte da una parte della gerarchia ecclesiastica. Esprimono amarezza per il rigorismo etico che devasta la speranza umana. Si sentono non solo estranei a questo spirito chiuso e settario che siintromette nelle cose del mondo e della politica, ma ne prendono anche le distanze. Pregano Dio che si riesca a voltare pagina nella chiesa italiana e si torni allo spirito evangelico e del concilio e alla povertà. E auspicano che il rigore etico venga mostrato apertamente e senza peli sulla lingua contro i potenti e i profittatori del nome cristiano”.
Fausto Nicastro
http://www.lavoceweb.com/, 27.02.2009
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